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« ROMA - OSTIA 2015IL DEFATICAMENTO »

ANALISI DEL PERCORSO

Post n°364 pubblicato il 20 Febbraio 2015 da pietro.700

http://www.romaostia.it/wp-content/uploads/2015/02/pettorali2015.png

ANALISI PERCORSO GARA

La Mezza Maratona Roma Ostia, partirà sempre dalla Via Cristoforo Colombo, l’importante arteria che collega Roma al suo lido naturale di Ostia, duecento metri prima della starting line delle edizioni precedenti, ma in direzione opposta verso l’Eur.

In questa prima fase della gara è fondamentale stare attendi alla leggera discesa che si presenta subito dopo il traguardo, oltre a fare attenzione alla numerosa gente presente dinnanzi a noi, visto e considerato che siamo sui 12.000 partecipanti. Quindi i consigli sono due :

1.    Attenti al ritmo iniziale per non forzare

2.    Attenti alla gente per evitare di cadere

Dopo l’attraversamento del Laghetto dell’Eur, si girerà a sinistra per Viale Europa, la strada ampia e spaziosa più commerciale e conosciuta del Municipio e si procederà verso la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che apparirà bianca e maestosa sullo sfondo. Al termine di Viale Europa, deviazione a sinistra per Viale Tupini e proseguimento per Via dei Primati Sportivi, lambendo quel che è rimasto della struttura che ospitò le gare di ciclismo su pista delle olimpiadi di Roma 1960: il Velodromo Olimpico.

Ancora svolta a sinistra per Via dell’Oceano Pacifico, con transito sul punto che rappresentò la linea di partenza di tante storiche edizioni della Roma Ostia e proseguimento direzione Cristoforo Colombo.

Arrivo alla Colombo dopo circa 3.600 metri e inizio della prima corta salita, a seguire c’è un tratto veloce fino all’altezza del Grande Raccordo anulare e discreta discesa fino al bivio per il comprensorio Torrino Mezzocammino, 190 ettari tra il GRA e la Colombo. In questo tratto si necessita di correre in scioltezza senza aumentare il ritmo, ma aumentare la frequenza del passo aiutandosi con il movimento delle braccia, appena superata la salita è importante rilassarsi e non aumentare troppo il ritmo facendo attenzione ad ammortizzare la caduta verso il basso.

Qui inizia la “ Heart break Hill” della Roma Ostia: la famosa e temuta salita del camping, non molto intensa, ma sicuramente lunga e impegnativa ( la pendenza non è sensibile, siamo sul 2-3%, ma è la lunghezza a renderla più impegnativa). Quando si pensa che è finita, dopo un piccolo tratto in pianura, ci attende l’ultimo tratto che porta al termine. Siamo all’altezza della zona “camping”, con una splendida pineta che si estende su entrambi i lati, a metà strada fra Roma e Ostia. Sicuramente questo è il tratto più impegnativo della Mezza Maratona, sia perché si trova dopo un'altra salita , e sia perché c’è una differenza di quota di circa 190mt, quindi la fatica potrebbe farsi sentire. Il consiglio è di non preoccuparsi di quanti secondi perderemo sulla tabella di marcia, ma di concentrarsi sul mantenere una sensazione di fatica gestibile senza forzare, tanto poi da ora in avanti la strada sarà a vostro favore.

Si arriva prima all’altezza di Via del Circuito, poi Via della Villa di Plinio, strade che hanno visto transitare gli storici podisti delle prime edizioni della Roma Ostia, e poi finalmente Piazzale Cristoforo Colombo, più nota ai romani come “ La Rotonda” ove saremo al Km. 20,500. Ormai è quasi fatti mancano pochi metri al traguardo, non vi resta che lasciarvi trasportare dal pubblico in festa.

Soli 250 metri del Lungomare “Lutazio Catulo” e attraversamento con ritorno, lato mare, dello stesso Lungomare, per concludere al centro della Piazza, nello stesso punto degli arrivi degli anni scorsi. In questo piccolo tratto finale come detto inizialmente ci può essere la presenza di un leggero vento contrario, ma ormai ci siete, il traguardo è vicino, ultimo allungo ed è fatta: Finish Line.

Mantellina, medaglia, rifornimento, recupero borse, e per chi vuole doccia all’interno dello Stabilimento Sporting Beach concluderanno una giornata indimenticabile.

fonte runningzen

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Emanuele il 20/02/15 alle 22:45 via WEB
Analisi chiara e dettagliata nel solito stile col quale Pietro ci ha abituato. Spero di tenere tutto a mente. Grazie. e
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Ema il 22/02/15 alle 19:41 via WEB
Ciao a tutti, spesso Pietro torna sull'importanza dell'allenamento defaticante, a tal proposito per chi non l'ha letto mi sembra interessante proporre l'articolo di Orlando Pizzolato: Migliorare il recupero C'è una situazione di paradosso quando si afferma che il giorno dopo un allenamento impegnativo e una gara, anche molto impegnativa come la maratona, svolgere un po' di attività fisica serve a “migliorare il recupero”. In queste ultime tre parole molti atleti non riescono a cogliere il senso pratico della situazione. Come può essere corretto affermare che andare ad allenarsi da stanchi sia vantaggioso? Invece c'è più di una ragione. La corsa svolta in condizione di affaticamento migliora il recupero sotto due punti di vista: 1) immediato 2) durevole La situazione positiva del primo aspetto l'abbiamo sperimentata un po' tutti. Basta superare la prima ventina di minuti che il mal di gambe progressivamente si attenua, finanche sparire. Ciò significa che gli effetti della blanda sollecitazione che si sta sostenendo è positiva. La corsa attiva il circolo periferico, ed il flusso di sangue che si diffonde nella rete capillare ha vari effetti: a) aumenta l'ossigenazione b) aumenta la temperatura c) attiva la pompa circolatoria che allontana i metaboliti generati dallo sforzo del giorno precedente. Si potrebbero definire questi effetti come una sorta di “centrifuga circolatoria”. L'impegno da sostenere deve essere molto blando, alla stregua del defaticamento dopo una seduta impegnativa. La seduta non dovrebbe durare a lungo (40-50', ma vanno bene anche soli trenta minuti), quel tanto che serve per percepire i benefici fisiologici sopra indicati. Non serve correre più a lungo, a meno che.... non si voglia migliorare il recupero durevole. Quest'ultimo aspetto ha una valenza che si percepirà più avanti nella preparazione e contribuirà ad aumentare il rendimento in un contesto duraturo. L'obiettivo è di migliorare la capacità dell'organismo di reagire alle sollecitazioni. In questo caso, la seduta che si svolgerà il giorno successivo ad un allenamento impegnativo, o ad una competizione, dovrà prescindere dai disagi determinati dalla fatica e dalla stanchezza. Anzi, si dovranno sfruttare proprio queste sensazioni per aumentare l'efficacia dello stimolo. Non si tratta più di svolgere la cosiddetta CLR, per favorire solo il recupero immediato, ma si corre per aumentare l'affaticamento (corsa lenta affaticante; CLA). In pratica, si aggiunge altra stanchezza a quella precedente. Ciò determinerà una aumento del livello di reazione del meccanismo della supercompensazione. La CLA contribuirà ad aumentare la tenuta muscolare perchè, correndo da stanchi, la sollecitazione del tessuto connettivo che racchiude le fibre muscolari sarà maggiore, aumentandone così la tenuta. Quest'ultimo aspetto è particolarmente utile per le gare lunghe, specialmente per i corridori che manifestano sempre un calo di tenuta al ritmo. Come si può immaginare, c'è anche il cosiddetto “rovescio della medaglia” nelle sedute di CLA: la maggior sollecitazione espone ad un carico più elevato, e quindi ad un aumento del rischio d'infotuni. Ma per questo aspetto la soluzione è molto semplice: ginnastica di potenziamento e di allungamento. Per molti amatori è già difficile correre consecutivamente per dei giorni (la maggioranza corre quattro volte la settimana, vale a dire a giorni alterni), e quindi ci sono meno possibilità di svolgere sedute di CLA. Suggerisco perciò di rivedere la sequenza settimanale delle sedute: per esempio, invece di correre sabato, domenica, martedì, giovedì, può essere indicato sabato e domenica, mercoledì e giovedì. Rimanendo quattro le sedute settimanali, le due “doppiette” consentono di correre in situazioni di affaticamento. Ai podisti meno efficienti consiglio di fare la CLA il giorno successivo ad una seduta specifica; mentalmente è più semplice gestire l'uscita meno impegnativa il giorno dopo quella impegnativa. Ai podisti più efficienti suggerisco invece la situazione inversa: affrontare l'allenamento specifico con gambe già (leggermente) stanche. I chilometri del giorno successivo avranno una valenza allenante ben maggiore. Orlando fonte: http://www.orlandopizzolato.com/it/371/TRAINING_NEWSletter_-_Anno_12_-_Numero_370_-_Migliorare_il_recupero.html Un saluto a tutti
 
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