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Stretching, non solo contro gli infortuni

Post n°490 pubblicato il 18 Ottobre 2015 da msgemanuelee
 

Stretching, non solo contro gli infortuni

 

 

Il podista, per correre bene, non deve certamente avere muscoli flessibili al punto di poter fare la “spaccata”; ma se fosse in grado di arrivare a superare con le dita delle mani le punte dei piedi, quando da seduto distende le braccia in avanti a gambe tese, ne avrebbe un bel vantaggio.
Praticamente tutti considerano utile lo stretching a scopo preventivo nei confronti degli infortuni. Ciò è certamente vero, perchè muscoli elastici e flessibili sono meno vulnerabili all'accumulo delle tensioni che si generano in seguito alle ripetute contrazioni muscolari e alle tensioni eccentriche che si generano ad ogni falcata.
Di certo troveremo sempre il podista che afferma con orgoglio di non aver mai fatto stretching nella sua carriera, e di non essersi mai infortunato. Bella fortuna, come la mia, che nonostante abbia percorso 180 mila chilometri con l'auto, non ho mai bucato il pneumatico. Posso quindi affermare che la gomma di scorta non serve a nulla!
Gli esercizi di allungamento muscolare non servono solo per prevenire gli infortuni, ma sono molto utili per migliorare la meccanica di corsa. Un muscolo è in grado di restituire energia in relazione a quanta è in grado accumularne. Pensare a come si comporta una molla è l'esempio migliore: la forza che la comprime è quella che i muscoli ricevono quando atterriamo dopo la fase di volo della falcata. In quel momento, quando la gamba è piegata, i muscoli, i tendini e la fascia plantare accumulano energia, pronti a restituirla non appena il peso del corpo sopravvanza il baricentro. In questa fase, quanto più si è flessa la caviglia, tanto maggiore è la spinta “della molla”, vale a dire la sommatoria delle distensioni dell'articolazione del ginocchio, della caviglia e dell'arco plantare. Il podista che ha un angolo poco flesso avrà una spinta limitata, e di conseguenza una falcata corta.
Ogni podista ambizioso non solo del proprio rendimento, ma anche di non apparire meccanicamente “spento” alla vista di chi lo vede transitare lungo le strade, deve tassativamente impegnarsi a dedicare del tempo alla ginnastica di allungamento.
Pochi sanno che la lunghezza della falcata dipende non solo dalla riduzione dell'angolo della caviglia, ma anche dalla capacità di immagazzinare energia da parte del muscolo retto femorale. Trovandosi nella parte alta della coscia, “attaccato” alla cresta iliaca, esso è in grado di allungarsi moltissimo, e si comporta come un arco, che viene teso quanto più la gamba allineata sulla coscia forma un angolo acuto con il terreno. L'energia che il retto femorale scarica è poi molto alta, ma è proporzionale ovviamente alla velocità di corsa. Per allenare bene questo meccanismo di “Stretch Reflex” è necessario avere muscoli ben flessibili e saper correre velocemente.
Quando gli allenamenti sono prevalentemente lenti, il sistema nervoso centrale inibisce il reclutamento di fibre muscolari, mettendole se non in “pensione”, perlomeno a “riposo parziale”, situazione che nel tempo diventa quasi irreversibile quando ci si allena prevalentemente piano e si fanno tanti chilometri.  

 

 

fonte: http://www.orlandopizzolato.com/it/1371-Newsletter.html

 

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