E il pm attacca i divorzi infiniti ...Greco cita il paradosso di Davigo. I tempi per la sentenza superano quelli di una pena per omicidioMILANO — Separarsi, che fatica. E quanti anni (e denari) spesi in tribunale a trovare accordi, soluzioni, compromessi. Perfino il sostituto procuratore di Milano, Francesco Greco, punta il dito contro la lentezza della giustizia civile. Lo fa davanti ai giovani industriali riuniti a Capri, citando il collega Piercamillo Davigo: «È più facile uccidere la moglie che venire a capo di un divorzio difficile ». Chiamato in causa, il giudice Davigo precisa: «Io parlavo di procedure: i tempi per una separazione spesso superano quelli di una pena infliggibile per omicidio». E il conto si fa in un attimo: trent’anni per assassinio volontario con le attenuanti generiche e il rito abbreviato rischiano di diventare anche cinque. Molti meno di una causa di separazione. Divorzio all’italiana, questione di nervi. Di chi, nella (ex) coppia è più forte o più tenace. Di chi è più ricco e ha un avvocato migliore. O, semplicemente, è più paziente. Perché i tempi sono lunghi, anzi lunghissimi. In media 582 giorni per mettersi d’accordo su alimenti, ma si arriva fino a 10-15 anni per risolvere una lite. Abbastanza per cambiare vita, lavoro, moglie (un’altra), per vedere diventare maggiorenni i figli per cui tanto si è litigato. Ma con la legge che ti riporta sempre indietro. Al momento della crisi. Secondo le statistiche delle associazioni «separati e divorziati », nell’ultimo anno si sono contati circa 70 mila separazioni e 50 mila divorzi. Ne sa qualcosa Anna Maria Bernardini De Pace, avvocato matrimonialista (tra i suoi assistiti Eros Ramazzotti ai tempi della crisi con Michelle Hunziker): «Finalmente viene alla luce il problema della conflittualità tra le coppie di oggi». Che litigano allo stesso modo «per 200 euro o per 2 milioni», che scambiano le aule dei palazzi di giustizia per un ring. «Come nella politica, come nella tv», sottolinea la Bernardini De Pace. In tribunale come in un reality. L’avvocato Laura Hoesch (che invece difese Michelle) aggiunge: «La giustizia non riesce più a gestire il problema ». Pochi giudici di famiglia, è questo il dramma. E una marea di consulenti tecnici («alcuni incompetenti») che, inevitabilmente, gonfiano i tempi processuali. Sentenze a rilento. Anna Galizia Danovi, presidente del Centro per la riforma del diritto di famiglia, sbotta: «Noi avvocati dobbiamo evitare di fomentare coniugi uno contro l’altro. Troppe volte mi sono sentita dire: "Voglio la testa di mia moglie", ma mi rifiuto di ragionare in questo modo. Greco ha ragione: la giustizia non riesce a dare risposte adeguate ». Altro paradosso: spesso le cause si prolungano oltre le sentenze di divorzio (con il marito/moglie che paga gli alimenti all’ex coniuge per decenni). E allora il conflitto si ricrea all’infinito. «Colpa della magistratura — dice Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere Insieme — che insiste sul modello monogenitoriale. Ma la nuova legge sull’affidamento condiviso parla chiaro». I figli alla madre, le spese al padre. Una volta, forse. Ora non sempre è così. «Negli ultimi 6 anni — continua l’avvocato Bernardini De Pace — i più deboli sono gli uomini. Le donne sono meglio preparate ad affrontare i cambiamenti ». Dimentichiamo allora, il conflitto Giorgio Falck- Rosanna Schiaffino, il duello Mario Chiesa-Laura Sala che diede via a Tangentopoli, la vicenda Silvana Mangano-Dino De Laurentiis. Oggi le donne sanno difendersi. E vincere le battaglie legali. «Anche se la materia — conclude l’avvocato Hoesch — è complessa e in continua evoluzione».Annachiara Sacchi COMMENTI 5 DisagiGiubizzaLunedi 8 Ottobre 2007, 09:42Sia l'articolo che la battuta riportata, nonché alcuni commenti, sono la manifestazione di enorme disparità che esiste tra la condizione maschile e quella femminile. Le donne sono ormai favorite e privilegiate in tutto e per tutto, mentre gli uomini sono sempre penalizzati. Non solo, ma è ormai entrato nel sangue il concetto del maschio cattivo e della femmina eterna vittima, tanto che alle donne non viene mai in mente neanche per un decimo di secondo di passarsi un po' la manina pe rla coscienza, ammesso che ce l'abbiano, e rendersi conto di quanto agli uomini oggi poco convenga convivere con loro.Separazione Lettore_9694Lunedi 8 Ottobre 2007, 09:27sono d'accordo.Tempi lunghi e nessuna certezza.é necessario accordo prematrimoniale.Altrimenti nessuo si sposa pi Saluti cordialiMalagiustizia italiamLettore_8603Lunedi 8 Ottobre 2007, 09:26Sarebbe così semplice migliorare lo stato della nostra malata giustizia: basterebbe assumere il meglio del modello americano. Due gradi di giudizio, impossibilità di accedere alla Cassazione se non in casi straordinari e solo per motivi di legittimità. Annullare, per i reati più gravi (delitti contro la persona, inclusi i reati finanziari, concussioni e diversi), la prescrizione. Insomma, occorre non fare i furbi ed evitare che si creino situazioni alla Previti (con continue richieste di rinvio delle udienze, che sono state una solenna presa in giro delle istituzioni). E che dire della farsa di Berlusconi che si presenta in aula per raccontare la "sua verità"? E dei suoi avvocati che sono anche componenti della Camera dei Deputati? Una vergogna tutta italiana. Bisogna aggredire i veri nodi gordiani della nostra giustizia. Non ci penserà certo Mastella a risolverne i problemi... Gli avvocati dovrebbero poi essere meno ascoltati, perché mirano alla tutela del proprio interesse (leggi: parcella) e non a quello del loro cliente (diritto di difesa). Marco IlapiGiudizi di Valore piano07Domenica 7 Ottobre 2007, 16:25Per snellire i tempi la prima cosa da fare è dare il divorzio con lo stesso atto di separazione(dopo il tempo stabilito per ripensamenti)se la separazione/divorzio è consensuale. E' assurdo dopo tre anni spendere in avvocati e burocrazia per tornare davanti i giudici per l'atto finale di divorzio. Se la coppia non blocca il divorzio nel periodo stabilito(attualmente 3 anni) allora il divorzio dovrebbe essere completato senza bisogno di niente altro. Secondariamente, il tempo di tre anni per ripensamenti è assurdamente lungo. E' anche insultante che lo stato non permetta ai cittadini adulti di rompere un contratto di matrimonio in tempi brevi. Se sbagliano fanno sempre in tempo a risposarsi. Credo che invece chi ci governa ha paura di calpestare i piedi della chiesa od essere accusati di sfasciare le famiglie. COMMENTI 5 dividersi?Elena87Domenica 7 Ottobre 2007, 15:00la battuta "più facile uccidere la moglie" riflette benissimo la personalità di molti uomini e della concezione che hanno del matrimonio e della donna in particolare (non si è mai detto "più facile uccidere il marito"). Significa che ormai, nella società contemporanea l'idea del matrimonio sta perdendo la serietà originaria e la battuta citata quindi non è un paradosso. Per quanto riguarda i tempi delle sentenze non è una novità, e non rigurda ovviamente solo le cause di divorzio (vedi tangentopoli). In questo caso bisognerebbe prendere seri provvedimenti, anche se avremo molto da aspettare.
«Più facile uccidere la moglie»
E il pm attacca i divorzi infiniti ...Greco cita il paradosso di Davigo. I tempi per la sentenza superano quelli di una pena per omicidioMILANO — Separarsi, che fatica. E quanti anni (e denari) spesi in tribunale a trovare accordi, soluzioni, compromessi. Perfino il sostituto procuratore di Milano, Francesco Greco, punta il dito contro la lentezza della giustizia civile. Lo fa davanti ai giovani industriali riuniti a Capri, citando il collega Piercamillo Davigo: «È più facile uccidere la moglie che venire a capo di un divorzio difficile ». Chiamato in causa, il giudice Davigo precisa: «Io parlavo di procedure: i tempi per una separazione spesso superano quelli di una pena infliggibile per omicidio». E il conto si fa in un attimo: trent’anni per assassinio volontario con le attenuanti generiche e il rito abbreviato rischiano di diventare anche cinque. Molti meno di una causa di separazione. Divorzio all’italiana, questione di nervi. Di chi, nella (ex) coppia è più forte o più tenace. Di chi è più ricco e ha un avvocato migliore. O, semplicemente, è più paziente. Perché i tempi sono lunghi, anzi lunghissimi. In media 582 giorni per mettersi d’accordo su alimenti, ma si arriva fino a 10-15 anni per risolvere una lite. Abbastanza per cambiare vita, lavoro, moglie (un’altra), per vedere diventare maggiorenni i figli per cui tanto si è litigato. Ma con la legge che ti riporta sempre indietro. Al momento della crisi. Secondo le statistiche delle associazioni «separati e divorziati », nell’ultimo anno si sono contati circa 70 mila separazioni e 50 mila divorzi. Ne sa qualcosa Anna Maria Bernardini De Pace, avvocato matrimonialista (tra i suoi assistiti Eros Ramazzotti ai tempi della crisi con Michelle Hunziker): «Finalmente viene alla luce il problema della conflittualità tra le coppie di oggi». Che litigano allo stesso modo «per 200 euro o per 2 milioni», che scambiano le aule dei palazzi di giustizia per un ring. «Come nella politica, come nella tv», sottolinea la Bernardini De Pace. In tribunale come in un reality. L’avvocato Laura Hoesch (che invece difese Michelle) aggiunge: «La giustizia non riesce più a gestire il problema ». Pochi giudici di famiglia, è questo il dramma. E una marea di consulenti tecnici («alcuni incompetenti») che, inevitabilmente, gonfiano i tempi processuali. Sentenze a rilento. Anna Galizia Danovi, presidente del Centro per la riforma del diritto di famiglia, sbotta: «Noi avvocati dobbiamo evitare di fomentare coniugi uno contro l’altro. Troppe volte mi sono sentita dire: "Voglio la testa di mia moglie", ma mi rifiuto di ragionare in questo modo. Greco ha ragione: la giustizia non riesce a dare risposte adeguate ». Altro paradosso: spesso le cause si prolungano oltre le sentenze di divorzio (con il marito/moglie che paga gli alimenti all’ex coniuge per decenni). E allora il conflitto si ricrea all’infinito. «Colpa della magistratura — dice Marino Maglietta, presidente dell’associazione Crescere Insieme — che insiste sul modello monogenitoriale. Ma la nuova legge sull’affidamento condiviso parla chiaro». I figli alla madre, le spese al padre. Una volta, forse. Ora non sempre è così. «Negli ultimi 6 anni — continua l’avvocato Bernardini De Pace — i più deboli sono gli uomini. Le donne sono meglio preparate ad affrontare i cambiamenti ». Dimentichiamo allora, il conflitto Giorgio Falck- Rosanna Schiaffino, il duello Mario Chiesa-Laura Sala che diede via a Tangentopoli, la vicenda Silvana Mangano-Dino De Laurentiis. Oggi le donne sanno difendersi. E vincere le battaglie legali. «Anche se la materia — conclude l’avvocato Hoesch — è complessa e in continua evoluzione».Annachiara Sacchi COMMENTI 5 DisagiGiubizzaLunedi 8 Ottobre 2007, 09:42Sia l'articolo che la battuta riportata, nonché alcuni commenti, sono la manifestazione di enorme disparità che esiste tra la condizione maschile e quella femminile. Le donne sono ormai favorite e privilegiate in tutto e per tutto, mentre gli uomini sono sempre penalizzati. Non solo, ma è ormai entrato nel sangue il concetto del maschio cattivo e della femmina eterna vittima, tanto che alle donne non viene mai in mente neanche per un decimo di secondo di passarsi un po' la manina pe rla coscienza, ammesso che ce l'abbiano, e rendersi conto di quanto agli uomini oggi poco convenga convivere con loro.Separazione Lettore_9694Lunedi 8 Ottobre 2007, 09:27sono d'accordo.Tempi lunghi e nessuna certezza.é necessario accordo prematrimoniale.Altrimenti nessuo si sposa pi Saluti cordialiMalagiustizia italiamLettore_8603Lunedi 8 Ottobre 2007, 09:26Sarebbe così semplice migliorare lo stato della nostra malata giustizia: basterebbe assumere il meglio del modello americano. Due gradi di giudizio, impossibilità di accedere alla Cassazione se non in casi straordinari e solo per motivi di legittimità. Annullare, per i reati più gravi (delitti contro la persona, inclusi i reati finanziari, concussioni e diversi), la prescrizione. Insomma, occorre non fare i furbi ed evitare che si creino situazioni alla Previti (con continue richieste di rinvio delle udienze, che sono state una solenna presa in giro delle istituzioni). E che dire della farsa di Berlusconi che si presenta in aula per raccontare la "sua verità"? E dei suoi avvocati che sono anche componenti della Camera dei Deputati? Una vergogna tutta italiana. Bisogna aggredire i veri nodi gordiani della nostra giustizia. Non ci penserà certo Mastella a risolverne i problemi... Gli avvocati dovrebbero poi essere meno ascoltati, perché mirano alla tutela del proprio interesse (leggi: parcella) e non a quello del loro cliente (diritto di difesa). Marco IlapiGiudizi di Valore piano07Domenica 7 Ottobre 2007, 16:25Per snellire i tempi la prima cosa da fare è dare il divorzio con lo stesso atto di separazione(dopo il tempo stabilito per ripensamenti)se la separazione/divorzio è consensuale. E' assurdo dopo tre anni spendere in avvocati e burocrazia per tornare davanti i giudici per l'atto finale di divorzio. Se la coppia non blocca il divorzio nel periodo stabilito(attualmente 3 anni) allora il divorzio dovrebbe essere completato senza bisogno di niente altro. Secondariamente, il tempo di tre anni per ripensamenti è assurdamente lungo. E' anche insultante che lo stato non permetta ai cittadini adulti di rompere un contratto di matrimonio in tempi brevi. Se sbagliano fanno sempre in tempo a risposarsi. Credo che invece chi ci governa ha paura di calpestare i piedi della chiesa od essere accusati di sfasciare le famiglie. COMMENTI 5 dividersi?Elena87Domenica 7 Ottobre 2007, 15:00la battuta "più facile uccidere la moglie" riflette benissimo la personalità di molti uomini e della concezione che hanno del matrimonio e della donna in particolare (non si è mai detto "più facile uccidere il marito"). Significa che ormai, nella società contemporanea l'idea del matrimonio sta perdendo la serietà originaria e la battuta citata quindi non è un paradosso. Per quanto riguarda i tempi delle sentenze non è una novità, e non rigurda ovviamente solo le cause di divorzio (vedi tangentopoli). In questo caso bisognerebbe prendere seri provvedimenti, anche se avremo molto da aspettare.