Creato da dentedizanzara il 27/10/2008
 

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neve

Post n°235 pubblicato il 07 Febbraio 2013 da dentedizanzara

La neve, si dice sempre, era caduta tutta la notte, e io lo dico, se pure con qualche imbarazzo, poiché mi sembro veramente pigro senza voglia di cercare altrove dai soliti fondi di ammuffiti depositi di frasi strafatte e tanto piatte sciatte miserabili.

         La neve si era posata, anch’essa stanca  di sentirselo dire ad ogni occasione di precipitazioni a carattere nevoso: che vergogna!

         La neve era ancora bianca come un cencio, nonostante l’inquinamento sbattuto continuamente in prima pagina, anche dei quotidiani con l’unica pagina che faceva anche da ultima. E si spaventava a tutti quei nasi schiacciati dietro i doppi vetri di grandi e piccini che l’avevano conosciuta da sempre durante le settimane bianche vissute eroicamente attraverso piumini doposci slittini tute molto colorate e fratture multiple provocate incautamente dai gatti delle nevi aggirantisi senza guinzaglio per piste e sentieri innevati.

         La neve era bella e sembrava glassa corposa sui tetti delle auto ferme immusonite ai margini e la vecchia con la stola di volpe sulle spalle e attorno alla gola a guance di boxer si era chinata a coglierne qualche cucchiaiata in una insalatiera d’argento per mischiarla a vincotto di fichi.

         Si ricordava delle altre nevicate lontane e più fredde, quando viveva ancora la buonanima del marito, pace all’anima sua, e la neve si stipava nelle neviere per l’estate che era giusta e non strana come oggi.

         Gesù, che preoccupazione, per tutti quanti! Il pane si faceva  sulla banca di casa e poi bisognava portarlo al forno sul tavoliere e sotto la coperta americana della guerra, e faceva freddo e le strade erano trappole e la farina nei sacchi poteva non bastare. Mah, meglio oggi. Ma agli ipermercati ho visto la gente che dava l’assalto al pane, anche oggi quei figli e nipoti di affamati di ieri hanno il terrore della neve e sono infelici se non riempiono le buste di pane che andrà nella spazzatura.

         La neve è una coperta che ci copre, anzi è una coltre bianca che non può che continuare a coprire indifferentemente cose case piante monumenti cimiteri chiese strade e tutto il resto.

         Il signor maestro era un vecchio con i capelli bianchi come la neve.

 

 

 

 

 

 
 
 
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