FlautoDiVertebra

11.12


 Non giungo mai al compimento del giornonon satollo mai appieno la vasta capienza della notte.Accade di continuo, ad ogni ora ch'io senza sosta seguiti a smarrirmi e appresso rinvenirmicome un malvezzo da cui non so sgattaiolare.Mai arrivo a discernere il mio essere del tutto satura, completa.E' un etterno rimestarmi, un imperituro assentarmi un pastoso tremore flou che mi cola dal corposvapora da solo senza che io me ne avveda.Sono e sarò di questo derma una piega che non si spiegaun grembo spalancato dal sempiterno travaglioun fiume impetuoso che d'acqua si stagna.