Creato da PerFlavio il 17/11/2007
Per non dimenticare un Angelo
 

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Rem

 

Miura

 
 

angelo

  passando dal tuo blog, con gli occhi della mia mente, vedo Flavio correre felice in un prato; sta giocando con gli altri ragazzi e assieme giocano con tutti quei cani di cui mi sono presa cura e ho amato ....in quella dimensione finalmente gli umani e gli animali possono comunicare, possono parlare tra loro e possono capirsi senza barriere. Un saluto per Flavio

Patrizia

 

....Ancora un mese ..due ali d'oro si sono posate su un fanciullo pieno di vita e di prospettive ...lo hanno fatto volare, lassu dove lui toccava con un dito ..... Puntiamo un faro e sorridiamo, lui da li ci guarda e poggia su tutti un bacio ... Perche lui è cosi ....Lui è Flavio!

 

Scritta per Flavio.

A lui ed ai suoi familiari dedicata interamente.

Vivrai per sempre.

Sarai la luce del mattino
per dare il sole a chi non vede,
sarai il fruscio del mare
per dare ascolto a chi non sente,
sarai l’allegria di un bambino felice
per dare affetto a chi non ne ha,
sarai l’unica voce che si farà ascoltare..
a chi ascoltare non vorrà,
sarai la volontà di reagire
anche quando tutto sembrerà finito.
Sarai tu che griderai dal buio che non è finita
Perché sarai lì dove noi staremo guardando
Sarai con noi nella sofferenza e nel dolore
Ma poi sarai con noi nella serenità ritrovata
nel battito d’ali di un\'insolita farfalla
nel vento tacito che accarezzerà la Luna.

 

angeli

 

angeli

 

A te

 

L'ultimo bacio

 

poesia x te

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:

è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

 
 

angeli

DI NOTTE IN SILENZIO ASPETTO DI SENTIRE LA VOCE DI UN ANGELO, MOLTE NOTTI MI SEMBRA CHE UNA CAREZZA MI SFIORI
IL VOLTO.E' COSI' CHE CI PARLANO GLI ANGELI

 

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Con tutta la forza che ho
troverò il coraggio...
di raggiungere
l'ultimo soffio di vento
affinchè sussurri
a tutto il mondo
quanto sei stato
e sarai
importante per me....per tutti noi......

 

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un sogno

Questa notte ho fatto un sogno, ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnata dal mio Angeloe sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato in dietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita,apparivano due orme sulla sabbia...Così sono andata avanti, finchè tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai, e guardando in dietro notai che in certi punti c'era solo un orma...Questi momenti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita; i giorni di maggior angustia, di maggior paura e dolore. Ho chiesto, allora:"Angelo mio, tu avevi detto che saresti stato con me in tutti i giorni della mia vita, perchè mi hai lasciata sola proprio nei momenti più difficili?" E il mio Angelo rispose: " Io ti amo, e ti dissi che sarei stato con te e che non ti avrei lasciata sola neppure per un attimo:i giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia, sono stati i giorni in cui ti ho portata in braccio."

 

Ora sei Un Angelo



Ciao noi siamo 2 compagne di Flavio.Essendo ancora tredicenni non possiamo fare molto ma chiediamo giustizia x Flavio e x tutta la sua famiglia.Flavio x noi 6 il nostro e ti ricorderemo x sempre.TI VOGLIAMO TANTO BENE DA BEA E ISA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

da luna 18

-PER_FLAVIO-

''In cielo cerco il tuo felice volto,

ed i miei occhi in me null'altro vedano

quando anch'essi vorra' chiudere Iddio..

e t'amo,t'amo,ed e' continuo schianto''!...

da Luna.18

 

nino


                                             Angelo dal dolce sorriso

tu, angelo sorridente
tu, che cammini su una nuvola bianca
tu che regali ancora uno sguardo
un sorriso ha chi ti ama
tu che come un fiore meraviglioso
hai lasciato il tuo profumo
tu che in un angolo di questo mondo crudele
hai lasciato chi ti vule bene
tu angelo tenero, dal dolce sorriso
tu che adesso sei seduto su una nuvola bianca
dove il vento accarezzera' i tuoi capelli
dove la pioggia bagnera' il tuo viso
dove il sole sara' la tua luce
e da quaggiu', i tuoi genitori saranno per sempre
il tuo respiro...ed il tuo sorriso.


ho scritto queste poche frasi

in memoria di vostro figlio,

é le ho scritte col cuore.

vi auguro tanto bene.

nino
 

 

 

conf.1

Post n°229 pubblicato il 02 Giugno 2014 da PerFlavio

Il dolore eterno delle famiglie Scutellà e Ruscio: “Eliminare mele marce sanità”

di Valeria Guarniera - Secondo posto per denunce per malasanità. E’ il triste primato della Calabria, secondo la Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in ambito sanitario. A parlare sono i numeri: 107 denunce su 570 riguardano casi di presunta malasanità, 87 i decessi: prestazioni spesso scadenti o disattente, a volta addirittura assenti. Più di un medico o personale sanitario per paziente ricoverato – 4240 su 3821 – ma assolutamente insufficiente il rispetto dei LEA, i livelli essenziali di assistenza. La lista delle inefficienze è lunga: gestione carente dell’urgenza-emergenza pediatrica; mancata utilizzazione di strutture e apparecchi medico-sanitari; pagamento di fatture riferibili ad operazioni inesistenti; illegittimo conferimento di incarichi professionali e competenze; liste d’attesa lunghissime, aggirabili attraverso “conoscenze”.  Dai punteggi assegnati dal Ministero della Salute alle Regioni sembra che la Calabria stia tentando la scalata ai vertici: da terzultima - dopo Puglia e Campania -  a penultima. Terreno fertile per strani giri d’affari, in cui incarichi dirigenziali vengono affidati in base a criteri per così dire soggettivi, il sistema sanitario vive in un caos in cui speculazioni e sprechi sono all’ordine del giorno. Da un’indagine condotta su 172 regioni europee dall’università di Gothenburg, emerge la 170esima posizione della Calabria per la qualità della sanità. In nove anni, errori e incidenti sono costati alla sanità pubblica quasi 1,5 miliardi di euro, 300 milioni solo nel 2012. Tante anche le denunce per errore medico: la Sicilia è al primo posto con il 20% di denunce, segue la Calabria con il 19%. Al terzo posto di questa triste classifica spunta il Lazio, con l’11% di denunce. Drammatici anche i dati relativi alle denunce per eventi con decesso. 

Numeri dietro i quali c’è la disperazione di chi ha provato sulla propria pelle la drammaticità delle carenze che, a volte, fanno pagare un prezzo troppo alto. E’ il caso di Flavio Scutellà, deceduto il 29 ottobre del 2007 all’ospedale di Reggio Calabria dopo tre giorni di coma. In quella drammatica vicenda -  un’odissea vissuta tra attese, ritardi, cambi di ambulanze da un ospedale all’altro (tra Polistena e Reggio Calabria) e posti letto non disponibili – l’esempio di una sanità al collasso. "Mio figlio - ha raccontato il padre, Alfonso - è rimasto all'ospedale tre ore senza che nessuno gli facesse nulla e senza che si trovasse un'ambulanza per il trasporto". Dalla disperazione per la perdita del piccolo Flavio, alla forza per sostenere il processo che ha portato, nel 2012, alla sentenza di primo grado: quattro condanne di medici e sei assoluzioni: "Ingiustizia è fatta”, aveva detto amareggiato il padre Alfonso. E proprio ieri la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha pressoché confermato la sentenza emessa in primo grado, confermando in pieno le sentenze per tutti i medici dell’ospedale di Polistena e Reggio rimasti coinvolti nella vicenda, anche per quello che in primo grado era stato assolto dalle accuse – e qui la novità più rilevante - il Dott. Saverio Cipri, adesso invece condannato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione. Tutti gli imputati condannati  dovranno anche rifondere le spese legali del doppio grado di giudizio, per tutte le parti civili costituite nel processo. Uniche due assoluzioni invece confermate anche in sede di gravame, sono quelle relative a Giovanni Triolo e Carmelo Alampi. “In tutti questi anni ci siete stati vicini, il contributo della stampa è stato fondamentale – ha detto Alfonso Scutellà rivolgendosi ai cronisti – posso dire che un po’ di giustizia è stata fatta. E’ una sentenza positiva – ha continuato - emessa da un collegio giudicante imparziale e corretto che ha certificato che non è emerso nessun motivo in grado di giustificare il ritardo nell’intervento di mio figlio.  C’è tanta emotività, è ovvio – ha sottolineato con la voce spezzata dall’emozione – ma questi processi sono costruiti su fatti veri, documentati e non sulla fantasia mossa dal dolore di un genitore. Con l’associazione “I nostri Angeli” non vogliamo assolutamente contrapporci alla categoria dei medici: quelli diligenti vanno tutelati e rispettati. Le mele marce vanno eliminate”.  L’augurio di Alfonso Scutellà è che si arrivi alla Cassazione il prima possibile “per evitare la prescrizione che sarebbe una sconfitta per l’intero sistema”. 

Storie di non curanza, come quella di Eva Ruscio, deceduta il 5 dicembre del 2007 all'ospedale di Vibo in seguito alle complicazioni di un intervento di tracheotomia d'urgenza.  La corte d'Appello di Catanzaro presieduta dal giudice Anna Maria Saullo ha confermato la condanna ad un anno e quattro mesi nei confronti dell'anestesista Francesco Costa accusato di omicidio colposo in ordine alla morte della sedicenne di Polia.  Nel procedimento parallelo, che vedeva cinque imputati, sempre la Corte d'Appello ha confermato la pena di primo grado per il primario di Otorino del nosocomio di Vibo Domenico Sorrentino ad un anno, e per i medici Francesco Morano e Giuseppe Suraci a 10 mesi. Sempre i giudici hanno ribaltato il verdetto del Tribunale monocratico di Vibo per le posizioni dell'otorino Gianluca Bava e dell'anestesista Francesco Miceli, assolti in primo grado, pronunciando nei loro confronti una condanna a 10 mesi. Anche per loro l'accusa era omicidio colposo. La provvisionale è di 50.000 euro per il padre e la madre della ragazza e 20.000 euro ciascuno per gli altri parenti.

Storie di resistenza, come quella di Demetrio Cabulliese morto all’ospedale di Melito Porto Salvo in circostanze “tutt’ora da appurare”. Lo dice suo padre, Felice, che da anni porta avanti la sua battaglia: “Dopo una vita di sofferenza e sacrifici non ho neanche la soddisfazione di essere sentito dai giudici. Non ho più parole per esprimere il mio rammarico”.

Alla disperazione del dover fare i conti con un’assenza prematura e ingiustificata causata dall’errore e la superficialità si aggiunge, a volte, il paradosso di ritrovarsi di fronte gli stessi medici. E’ successo ad Alfonso Scutellà che, portando suo figlio a fare una visita, ha scoperto che il medico sarebbe stato lo stesso che lui ha citato in giudizio: “Come possono succedere certe cose? – ha detto – come si può affrontare una situazione del genere?”. Oppure – ed è successo al padre di Eva Ruscio – capita che quel medico sia stato già condannato per un altro caso. “In molti casi non vengono avviati neanche i provvedimenti disciplinari all’interno dell’ospedale – ha spiegato Scutellà – si parla (senza applicarla) di sospensione e nei casi più gravi di licenziamento. Ma cosa c’è di più grave della morte?”

 
 
 

conferenza ..

Post n°228 pubblicato il 02 Giugno 2014 da PerFlavio

a famiglia Scutellà ringrazia la magistratura

Da sinistra Ruscio e i coniugi Scutella

Da sinistra Ruscio e i coniugi Scutella

«Mi sento di ringraziare i giornalisti per il contributo alla nostra causa, per aver dato voce al nostro impegno di far giustizia sul caso di mio figlio Flavio». Con queste parole Alfonso Scutellà, accompagnato dalla moglie Maria, dal legale Antonella Sciarrone (in rappresentanza dell’avvocato Marcella Belcastro) ha aperto oggi pomeriggio al B’Art di Reggio Calabria la conferenza postuma alla sentenza, pronunciata solo venerdì dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria sulla morte del figlio Flavio.

Al tavolo c’erano anche Felice Cabulliese e Pino Ruscio, genitori di Demetrio ed Eva, altre vittime della malasanità calabrese. La sentenza della Corte d’Appello, presieduta da Adriana Costabile, ha confermato le condanne per omicidio colposo, inflitte in primo grado per i medici dei nosocomi di Reggio e Polistena. Ai condannati in primo grado si aggiunge il medico Saverio Ciprì, condannato a un anno e sei mesi di reclusione. Confermate in sede di gravame anche le due assoluzioni ai due operatori del 118: Giovanni Triolo (difeso dall’avvocato RenatoVitetta) e Carmelo Alampi (difeso dall’avvocato Marco Panella).

Flavio Scutellà, originario di Scido, era deceduto agli Ospedali Riuntiti di Reggio Calabria, il 29 ottobre 2007, dopo tre giorni di coma e dopo continui spostamenti tra gli ospedali di Polistena e Reggio Calabria nel tentativo di reperire una sala operatoria in cui sottoporlo ad un intervento chirurgico alla testa dopo una caduta da una giostra vicino casa.

«La sentenza è un punto di partenza – riferisce Alfonso Scutellà – perchè ci ha dato quella mera giustizia ce ci aspettavamo ovvero il medico che era uscito fuori dal processo di primo grado fortunatamente è stato portato dentro dal collegio giudicante. Per noi era il più responsabile della tragedia che abbiamo subito, della morte di Flavio. Vorremmo una Calabria migliore, vorremmo che quando un cittadino va in ospedale si trovi davanti dei medici e non dei cialtroni. Non possiamo cercare altrove quando in Calabria abbiamo ottimi medici che vanno valorizzati – e aggiunge – speravamo che qualcosa in questi anni, in campo di malasanità fosse cambiato e invece ci troviamo gli stessi imputati in più procedimenti. Quell’onda di cambiamento col licenziamento dei medici che avevano sbagliato non è andata a segno». Dati che fanno riflettere perchè alla Commissione appositamente istituita son risultate 105 pagine di discrasie negli ospedali calabresi. Quando invece, in casi gravi, le sanzioni per i medici dovrebbero partire dalla sospensione ed arrivare ai licenziamenti.

«Non siamo qui per puntare il dito contro nessuno – spiega Maria, la mamma di Flavio – i medici diligenti vanno difesi, le mele marce devono essere allontanate. Come associazione nazionale onlus “I nostri angeli. Vite spezzate dalla sanità e dalla società malata”, oltre ad aiutare le famiglie e dare loro ciò che a noi, a suo tempo, è mancato, proponiamo la costituzione di un circuito virtuoso all’interno della società per migliorare la stessa e la costituzione di un QR Code che testimoni il gradimento dei medici, a seconda della loro esperienze e della relativa banca dati. La morte di mio figlio aveva dato la spinta perla sistemazione di alcuni ospedali: quello della Piana, poi di Palmi, quello di Vibo e quello di Cosenza. Visto che si è fatto così poco proponiamo provocatoriamente un ospedale “galleggiante” che possa muoversi lungo la costa ed accogliere i calabresi». Una sentenza d’appello su cui pende la mannaia della prescrizione che intercorre dopo sette anni e sei mesi, per questo precisa Scutellà «siamo quasi al settimo anno e spero che Suprema Corte possa concludere prima della scadenza».

A testimonianza dell’impegno dell’associazione la presenza di Pino Ruscio, padre di Eva, sedicenne di Polia, deceduta il 5 dicembre del 2007 durante un intervento di tracheotomia d’urgenza all’ospedale “Jazzolino” per le complicazioni sorte in seguito ad un ascesso peritonsillare, per la morte della quale sei medici dell’ospedale di Vibo sono stati condannati in secondo grado lo scorso marzo. «Abbiamo posto dei quesiti al ministero della sanità ed al ministro Lorenzin siamo in attesa di risposte». Amara la testimonianza di Felice Cabulliese che ha perso il figlio di 29 anni, Demetrio, ricoverato al “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, deceduto venti giorni prima della morte di Flavio Scutellà. Il caso è stato archiviato il 13 luglio del 2013. «Vorrei solo che la magistratura potesse sentirmi – precisa addolorato Cabulliese, che qualche settimana dopo la morte del figlio ha perso la moglie – e mi presenterò con la documentazione che ho raccolto in questi anni».

Gabriella Lax

 
 
 

appello flavio

Post n°227 pubblicato il 31 Maggio 2014 da PerFlavio

Morte Flavio Scutellà, Corte d’Appello conferma condanne ai medici coinvolti

 

Sabato 31 Maggio 2014
9:35
flavio scutellà

di Angela Panzera – Morte Flavio Scutellà. La Corte d’Appello di Reggio Calabria, Costabile Presidente, ha ribaldato la sentenza emessa in primo grado dal giudice monocratico l’undici luglio del 2012. I giudici d’Appello hanno confermato la condanna per il reato di omicidio colposo emessa nei confronti di Antonio Leali e Pietro Tripodi che ammonta ad anno e otto mesi di reclusione; confermata anche quella relativa alla posizione di Giovanni Plateroti, a cui è stato inflitto un anno e sei mesi di carcere e quella di Francesca Leotta ad un anno di carcere. Tutti i condannati sono i medici che prestavano servizio presso l’ospedale di Polistena. Confermata anche la condanna ad un anno e otto mesi di carcere per Antonio Leale. La sentenza di primo grado registrò però l’assoluzione dei neurochirurghi reggini Francesco Turiano e Saverio Cipri; adesso però Saverio Cipri è stato ritenuto colpevole dai giudici della Corte d’Appello reggina che gli hanno inflitto un anno e 6 mesi di carcere. Oltre le condanne, sono state confermate in questo processo di secondo grado anche le assoluzioni disposte per Giovanni Triolo e Carmelo Alampi, infermieri del 118 di Reggio Calabria, Francesco Morosini, medico di Cosenza e Giuseppe Mauro, di Catanzaro. Flavio Scutellà, originari di Scido, è deceduto all’ospedale di Reggio Calabria, il 29 ottobre 2007, dopo tre giorni di coma. I fatti risalgono al pomeriggio del 25 ottobre 2007 quando Flavio dopo aver finito i compiti va a giocare con alcuni amici, ma cade da una giostrina e batte forte la testa. Giungerà nel pomeriggio all’ospedale di Polistena dove la TAC diagnosticherà un ematoma sottodurale. Otto millimetri appena, ma va portato subito in un ospedale. Nessuno dei sei ospedali che insistono nel territorio della Piana, lo può ricevere. Nessun ospedale, secondo quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, lo vuole. Non si trova un posto per Flavio, che sta morendo. Vibo, Lamezia terme, Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria dicono di no. Forse lo può accettare Messina, ma Flavio inspiegabilmente in Sicilia non arriverà mai. Il Signor Alfonso Scutellà giustamente perde la pazienza, chiama la Polizia, che interviene, e improvvisamente il posto a Reggio Calabria spunta fuori. Adesso però, manca l’ambulanza. Una tragedia dietro l’altra, un ritardo dietro l’altro. Flavio finalmente sale su quella ambulanza, ma chi è la guida non lo porta subito agli Ospedali Riuniti reggini; imbocca lo svincolo di Gioia Tauro. È finito il turno di lavoro e l’equipaggio che trasporta Flavio pare che si sia fermato per dare il cambio agli operatori. Finalmente il ragazzo giunge intorno alle ore 21.00 a Reggio Calabria, ma ancora non è chiaro il perché, nonostante il sua ematoma abbia triplicato le dimensioni, in sala operatoria verrà portato solo all’una di notte. Flavio Scutellà morirà il 29 ottobre dopo tre giorni di coma. Subito i genitori denunciano il caso all’autorità giudiziaria. I tempi della giustizia sono decisamente lunghi. Sul banco degli imputati salgono 11 persone fra medici ed infermieri in servizio agli ospedali di Polistena, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che all’epoca dei fatti si occuparono della situazione medica del ragazzo. Dopo oltre 7 anni dalla morte di Flavio, si chiude quindi il processo di secondo grado per uno dei più drammatici casi di malasanità calabrese che ha scosso, e scuote tutt’ora, l’opinione pubblica e le coscienze. “Se solo uno di questi medici – ha affermato il sede di requisitoria il pg Alberto Cianfarini- avesse fatto il proprio lavoro, niente di eccezionale, solo il proprio lavoro, le cose sarebbero andate in maniera diversa. Ci sono sei medici che hanno agito con negligenza ed imperizia; se solo uno di loro avesse interrotto questa catena di negligenza, Flavio si sarebbe salvato. Signori giudici, desidero leggere una sentenza di condanna nella quale si stigmatizzi la negligenza. Questo è un caso di colpa grave; è mancato il buon senso. Siamo di fronte a dei medici che non solo hanno agito in maniera tardiva, ma hanno agito anche male. Avrebbero dovuto trasferire Flavio subito, avrebbero dovuto portarlo immediatamente presso un altro ospedale più attrezzato di quello di Polistena. Avrebbero dovuto usare qualsiasi mezzo, anche la propria automobile considerata la gravità della situazione. Se il padre del ragazzo non avesse chiamato la polizia chissà quando sarebbe stato trasportato a Reggio Calabria. Una domanda mi pongo: «e se Flavio fosse stato uno dei loro figli?»”.

 
 
 

appello

Post n°226 pubblicato il 31 Maggio 2014 da PerFlavio

REGGIO CALABRIA, 31.5.2014 ORE 00,20
PROCESSO PER LA MORTE DEL PICCOLO FLAVIO SCUTELLA'
LA CORTE D' APPELLO PENALE DI REGGIO CALABRIA  CONFERMA IN TOTO LA SENTENZA DI PRIMO GRADO ED ANZI NE CONDANNA UNO IN PIU'.
UNICI ASSOLTI I DUE OPERATORI DEL 118 TRIOLO ED ALAMPI.

Dopo un'intera giornata di discussioni da parte dei difensori, ed una corposa camera di consiglio, la Corte d'Appello di Reggio C alabria, presieduta dalla Dott.ssa Adriana Costabile, ha emesso la sentenza che conferma in pieno le sentenze di condanna per tutti i medici degli Ospedali di Polistena e Reggio rimasti coinvolti nella vicenda, anche per quello che in primo grado era stato assolto dalle accuse, il Dott. Saverio Cipri, adesso invece condannato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione. Tutti gli imputati condannati  dovranno anche rifondere le spese legali del doppio grado di giudizio, per tutte le parti civili costituite nel processo. Uniche due assoluzioni invece confermate anche in sede di gravame, sono quelle relative a Triolo Giovanni, difeso dall'Avv. Renato Vitetta  e Alampi Carmelo, difeso dall'Avv. Marco Panella.
La lettura della sentenza è stata accolta con molta compostezza da tutti i presenti, nonostante il notevole clamore mediatico che la vicenda aveva suscitato nell'opinione pubblica.

 
 
 

..flavio

Post n°225 pubblicato il 12 Aprile 2014 da PerFlavio

Morte Flavio Scutellà: il pg chiede conferma delle condanne emesse in primo gradoPDFStampaE-mail
Mercoledì 09 Aprile 2014 14:06
flavioscutell
di Angela Panzera -
 “Mio figlio Flavio è stato venduto per trenta denari. Mi auguro che la Corte d’Appello abbia un rigurgito di coscienza e ribalti quell’obbrobrio di sentenza di primo grado”. A parlare così è Alfonso Scutellà, padre di Flavio, il ragazzino originario di Scido deceduto all'ospedale di Reggio Calabria, il 29 ottobre 2007, dopo tre giorni di coma e vittima presumibilmente di un eclatante caso di malasanità calabrese. Il processo di secondo grado è approdato oggi in Corte d’Appello. I fatti risalgono al pomeriggio del  25 ottobre 2007 quando Flavio dopo aver finito i compiti va a giocare con alcuni amici, ma cade da una giostrina e batte forte la testa. Giungerà nel pomeriggio all’ospedale di Polistena dove la TAC diagnosticherà un ematoma sottodurale. Otto millimetri appena, ma va portato subito in un ospedale. Nessuno dei sei  ospedali che insistono nel territorio della Piana, lo può ricevere. Nessun ospedale, secondo quanto emerso dall’istruttoria dibattimentale, lo vuole. Non si trova un posto per Flavio, che sta morendo. Vibo, Lamezia terme, Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria dicono di no. Forse lo può accettare Messina, ma Flavio inspiegabilmente in Sicilia non arriverà mai. Il Signor Alfonso Scutellà giustamente perde la pazienza, chiama la Polizia, che interviene, e improvvisamente il posto a Reggio Calabria spunta fuori. Adesso però, manca l’ambulanza. Una tragedia dietro l’altra, un ritardo dietro l’altro. Flavio finalmente sale su quella ambulanza, ma chi è la guida non lo porta subito agli Ospedali Riuniti reggini; imbocca lo svincolo di Gioia Tauro. È finito il turno di lavoro e l’equipaggio che trasporta Flavio pare che si sia fermato per dare il cambio agli operatori. Finalmente il ragazzo giunge intorno alle ore 21.00 a Reggio Calabria, ma ancora non è chiaro il perché ,nonostante il sua ematoma abbia triplicato le dimensioni, in sala operatoria verrà portato solo all’una di notte. Flavio Scutellà morirà il 29 ottobre dopo tre giorni di coma. Subito i genitori denunciano il caso all’autorità giudiziaria. I tempi della giustizia sono decisamente lunghi. Sul banco degli imputati salgono 11 persone fra medici ed infermieri in servizio agli ospedali di Polistena, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria che all’epoca dei fatti si occuparono della situazione medica del ragazzo. Dopo oltre 4 anni dalla morte di Flavio, l’undici luglio del 2012 il giudice monocratico, Angelina Bandiera, condanna per omicidio colposo Antonio Leali e Pietro Tripodi ad anno e otto mesi di reclusione, Giovanni Plateroti ad un anno e sei mesi e Francesca Leotta ad  un anno di carcere. Tutti i condannati sono i medici che prestavano servizio presso l’ospedale di Polistena. La sentenza di primo grado registrò però l’assoluzione dei  neurochirurghi reggini Francesco Turiano e Saverio Cipri; Giovanni Triolo e Carmelo Alampi, infermieri del 118 di Reggio, Francesco Morosini, medico di Cosenza e Giuseppe Mauro, di Catanzaro. A ripercorrere tutte le tappe della vicenda di Flavio Scutellà è stato questa mattina in aula il sostituto procuratore generale, Alberto Cianfarini, che in sede di requisitoria ci va giù pesante e chiede non solo la conferma delle condanne emesse in primo grado, ma chiede anche alla Corte d’Appello, Costabile Presidente, la condanna dei due medici assolti dal giudice monocratico. Ed in particolare il pg chiede che la condanna ad un anno e sei mesi di carcere per Saverio Cipri e ad un anno per Francesco Turiano. “Se solo uno di questi medici –tuona il pg Cianfarini- avesse fatto il proprio lavoro, niente  di eccezionale, solo il proprio lavoro, le cose sarebbero andate in maniera diversa. Ci sono sei medici che hanno agito con negligenza ed imperizia; se solo uno di loro avesse interrotto questa catena di negligenza, Flavio si sarebbe salvato. Signori giudici, desidero leggere una sentenza di condanna nella quale si stigmatizzi la negligenza. Questo è un caso di colpa grave; è mancato il buon senso. Siamo di fronte a dei medici che non solo hanno agito in maniera tardiva, ma hanno agito anche male. Avrebbero dovuto trasferire Flavio subito, avrebbero dovuto portarlo immediatamente presso un altro ospedale più attrezzato di quello di Polistena. Avrebbero dovuto usare qualsiasi mezzo, anche la propria automobile considerata la gravità della situazione. Se il padre del ragazzo non avesse chiamato la polizia chissà quando sarebbe stato trasportato a Reggio Calabria. Una domanda mi pongo: «e se Flavio fosse stato uno dei loro figli?». Sulla posizione degli infermieri, che comunque sembrano tutti dei personaggi da fumetto- ha concluso il pg Cianfarini- non posso che chiedere la conferma dell’assoluzione. Rispetto ai medici, gli infermieri non hanno la possibilità di autodeterminarsi né di imporre le scelte dei sanitari”. Mentre il pg conclude la sua requisitoria nell’aula della Corte d’appello ci sono anche i genitori di Flavio, Alfonso e Maria, che in silenzio ascoltano l’intervento dell’accusa. In silenzio che urla, urla tutto il dolore che queste due persone continuano incessantemente a provare dal quel maledetto 25 ottobre del 2007. La Signora Maria è immobile su una sedia della Corte d’appello, il Signor Alfonso in piedi ascolta attentissimo le parole del sostituto procuratore. “Io non ho più fiducia nella giustizia- ci dice Alfonso Scutellà- spero soltanto che questa Corte giudichi i fatti per quelli che sono stati e che giudichino scevri da qualsiasi condizionamento. Queste persone imputate non hanno soltanto ucciso mio figlio, hanno ucciso me, mia moglie e tutta la mia famiglia. Flavio non è stato visto per quello che era, ossia un paziente con una grosso ematoma alla testa; è stato trattato come se fosse un sacco di patate. Non solo non l’hanno voluto trasferire subito dall’ospedale di Polistena, ma quando lo hanno trasportato in ambulanza per portarlo a Reggio, chi guidava il mezzo ha ben pensato di uscire dall’autostrada A3 Salerno Reggio Calabria perché uno dei sanitari aveva finito il turno e doveva rientrare a casa. Lì sopra c’era mio figlio che stava morendo e loro guardavano l’orologio. Ma no solo. Quando è arrivato a Reggio, al posto  di operarlo subito hanno dato la precedenza ad un paziente che doveva fare una semplice TAC. Questo paziente era codice verde, mio figlio era codice rosso. Se lo sono tenuti dalle nove e mezza fino all’una di notte. E a mio avviso per ottenere un mero interesse materiale ossia quello di operarlo in fascia di straordinario. Hanno venduto la vita di mio figlio per pochi spiccioli”. La sentenza per la morte di Flavio Scutellà è attesa per martedì venti maggio. 

 
 
 

flavio..

Post n°224 pubblicato il 12 Aprile 2014 da PerFlavio

 

 

Morte Flavio Scutellà: chiesta in appello la conferma delle condanne

scutellaflavio

Il sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria, Alberto Cianfarini, ha chiesto la conferma delle condanne emesse in primo grado per la morte del giovane Flavio Scutellà, dodicenne di Scido, nel reggino, deceduto all'ospedale di Reggio Calabria, il 29 ottobre 2007, dopo tre giorni di coma.

Nel luglio 2012, il Tribunale presieduto da Angelina Bandiera aveva condannato Antonio Leali e Pietro Tripodi, ai quali era stata comminata una pena di un anno e otto mesi di reclusione, Giovanni Plateroti, un anno e sei mesi e Francesca Leotta, un anno.

In primo grado vennero assolti i neurochirurghi reggini Francesco Turiano e Saverio Cipri; Giovanni Triolo e Carmelo Alampi, infermieri del 118 di Reggio; Francesco Morosini, medico di Cosenza, Giuseppe Mauro, di Catanzaro. Per i primi due, però, il sostituto pg Cianfarini ha chiesto la riforma della sentenza di primo grado, con condanna a un anno e sei mesi per Cipri e un anno per Turiano.

Il 12enne Flavio Scutellà è deceduto tre giorni di coma e un'odissea vissuta tra gli ospedali di Polistena e Reggio Calabria, prima di trovare una sala operatoria libera che potesse operarlo. Otto ore, infatti, sarebbero passate da quando il ragazzo era giunto all'ospedale di Polistena, fino al suo arrivo in sala operatoria di Reggio Calabria. La mancanza di un mezzo pronto per il trasporto dalla Piana ai Riuniti sarebbe stato fatale al piccolo. Gli altri ospedali contattati, Catanzaro e Cosenza, che non avrebbero accettato il ricovero.

"Dopo quattro anni ingiustizia è fatta" disse Alfonso Scutellà, padre di Flavio, dopo la sentenza di primo grado. ''In questi lunghi anni - ha aggiunto - c'è stato un balletto tra Procure, giudici e tribunali. Siamo passati dal tribunale di Palmi a quello di Reggio Calabria, sono cambiati cinque giudici ed ecco che poi alla fine si è arrivati ad un risultato per il quale ci convinciamo sempre di più che la giustizia non esiste. Questa sentenza ci ha profondamente delusi e ci allontana sempre di più dalle istituzioni". Nel corso della propria requisitoria, invece, il sostituto pg Cianfarini ha usato toni molto duri, soprattutto nei confronti di un sistema sanitario e ospedaliero, quello della provincia di Reggio Calabria, che sarebbe di fatto, solo un "poltronificio" per distribuire clientele.

Il processo è stato poi rinviato al prossimo 30 maggio, allorquando dovrebbero concludere le difese e la Corte d'Appello entrare in camera di consiglio per la sentenza.

 
 
 

linea gialla

Post n°223 pubblicato il 11 Febbraio 2014 da PerFlavio

 

 

Tra gli altri argomenti, inoltre, si parlerà delle difficoltà dei pendolari, di malasanità (la morte del piccolo Flavio, 12 anni, rifiutato da ogni ospedale) 

 
 
 

:-*

Post n°222 pubblicato il 10 Gennaio 2014 da PerFlavio

 
 
 

buon compleanno

Post n°221 pubblicato il 10 Gennaio 2014 da PerFlavio

flavio

 

Tu sei la stella che completa il mio cielo, brilli sempre anche se regna il buio nel mondo, con il tuo sorriso riesci a far sbocciare i fiori e a colorare le albe e i tramonti, con la tua risata crei la gioia e l'allegria, anche se nn ci sei piu' qui cn  noi il nostro pensiero è sempre rivolto a te .. ringrazio il destino  perché mi ha fatto ho potuto conoscre  un angelo sceso dal cielo per starmi accanto... buon compleanno tesoro :-* :-* 

http://www.youtube.com/watch?v=Bv-rVFg7TIU
 
 
 

BUON COMPLEANNO

Post n°220 pubblicato il 10 Gennaio 2013 da PerFlavio

AUGURI TESORO .....

 

 

 
 
 
 
 

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