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Un blog creato da Naomi15 il 12/09/2008

Parto o aborto?

Quando la vita è incastrata ad uno scoglio...

 
 

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« Un amore congelato in te...

Un punto infinito tu sei...

Post n°2 pubblicato il 14 Settembre 2008 da Naomi15

Questi giorni crudi e spietati scorrono e avvelenano il mio spirito, ma le mie volontà non ne restano stritolate, anzi... sembrano riemergere, rifiorire dopo essere state schiacciate... La forza della vita è prepotente, non ci chiede mai il permesso per nascere. Chi sono io per poter decidere la morte di chi non ha fatto nulla per meritarselo?

Questa presenza è nella mia pancia, ma non ha chiesto lei di nascere, non ha chiesto lei di essere qui dentro di me, ora...

Se io esisto, ad esempio, è perché mia madre, trovatasi in una situazione analoga alla mia in un'età molto più verde, ha lasciato che io nascessi. Non riesco ad immaginarmi come il risultato di una scelta. Io esisto perché ero così da sempre, da quando sono comparsa nel suo utero. Non sono stata quello che ero e che oggi sono solo perché sono nata e mi sono formata dentro di lei. Sento che un tempo ero tutto questo in un punto molto piccolo. Le mie lacrime erano già pronte per sgorgare dai miei occhi, i miei sorrisi erano già così piegati e le mie passioni erano tutte raggomitolate in me, pronte per aprirsi insieme alla mia vita.

La dimensione non sconta la grandezza di una vita.

Questo punto che esiste adesso dentro di me è già tutto, è già vita che chiede di essere replicata nei suoi infiniti multipli e significati.

Tu che sei già presente,

ma invisibile in me,

hai già tutto per compierti.

Tu speri solo di poter restare

perché solo la morte

ti può portare via da me.

 

La disperazione di non poterti tenere mi dilania i pensieri. Non posso far finta di niente perché tutti i miei sguardi sono già stati destinati a te.

Oggi ho deciso che domani chiamerò il dottore per prenotare il giorno dell'intervento. La mia famiglia non mi può aiutare e, se non voglio rimanere in mezzo ad una strada con te, forse è meglio risparmiarti una simile e penosa vita..

Ma.... mentre che i giorni passerano e mi avvicineranno a quel giorno in cui dovrò dirti addio, io proverò a ribaltare il mondo per concepire "l'impossibile possibilità" di averti lo stesso...

Voglio vederti uscire

da me

e sentirti

morbido tra le mie braccia,

mentre squallido

sarebbe

immaginarti liquido

scorrere

tra le mie gambe

immobili

mentre urli

quello

che qui

non potrò mai sentire.

Farò tutto quello che è in mio potere per averti. Rinuncerei a tutto nel mio futuro se solo in questi giorni riuscissi a trovare un'alternativa alla tua morte.

La nostra società dovrebbe tutelare di più la vita, il valore della maternità e non negando l'aborto, ma facilitando le condizioni di chi ha difficoltà a manterene un bambino, ma vorrebbe tenerlo.. E' come uccidere anche la madre, oltre che il figlio. Quante donne potrebbero dire così di no. Non credo che molte di quelle che l'hanno fatto non si sarebbero fermate. Se ciò avvenisse meno sangue innocente scorrerebbe sui lenzuoli bianchi e freddi di uno squallido lettino di ospedale.

 

La vita

stringe il cordone

delle mie volontà.

Buonanotte mio angelo.

Forse madre

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Commenti al Post:
abusisessuali
abusisessuali il 16/09/08 alle 11:51 via WEB
Ciao. Ti racconto la mia disavventura: Da più di un anno lavoro a Roma in ospedale. Avevo affittato una stanza ben collegata alla metro. Ma da poco ho capito che non era una comune stanza, perché c'erano telecamere nascoste e gas narcotici. Ho capito che la mia stanza era frequentata anche dai dipendenti del mio ospedale, che si divertivano con me. Mi somministravano anche sostanze stimolanti, sia per via orale che iniettiva sottocute. Ho provato a fare una denuncia, ma mi hanno detto che senza danni fisici la denuncia sarebbe stata archiviata e anzi avrei potuto ricevere anche una querela. Anche perché con le telecamere si sono resi conto della mia scoperta, ed hanno avuto il tempo di eliminare le prove. Perciò ho cambiato casa, mi sono messo in malattia e sto cercando di cambiare sede di lavoro. Spero di riuscirci, anche per dimenticare questa storia. Anche se non posso avere giustizia, credo che questa storia deve essere raccontata, per denunciare cosa succede in questa società, e mettere in guardia altre persone che potrebbero essere vittime di tali abusi.
 
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