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Sono Sergio Gatteschi, e sono candidato per la lista "Democratici per Veltroni" a Firenze 2.
Posso rispondere al perchè mi sono candidato esponendovi le riflessioni del convvegno che abbiamo organizzato.
Un cordiale saluto
Quale ambientalismo per il PD?
Il convegno che abbiamo tenuto il 28 SETTEMBRE 2007 a FIRENZE ha raggiunto gli scopi che ci eravamo prefissi: innestare una discussione, trasversale tra tutte le esperienze del PD. Vecchi e nuove, sull’ecologismo in politica.
Abbiamo trovato un terreno comune su cui confrontarci, al quale ognuno di noi è arrivato attraverso percorsi personali e politici assolutamente diversi: ed è incoraggiante vedere che questa diversità è arrivata ad un comune sentire assolutamente condiviso.
Grazie ai numerosi e qualificati interventi abbiamo potuto individuare i punti fondamentali su cui impostare il nostro lavoro nel PD.
Tra le questioni su cui il PD deve dimostrare capacità di governo, di analisi e di iniziativa, quella ambientale è una delle più importanti. L’Europarlamentare Guido Sacconi ci ha esposto come in Europa la questione ambientale, legata soprattutto a energia e clima, sia entrata nell’agire dei politici e del mondo dell’economia ed anche nel senso comune: e che la scommessa europea si gioca sull’alta qualità delle merci e dei servizi anche e proprio nel segno della sostenibilità , e che su questo tutti i paesi dell’Europa avanzata sono ormai in grado di fare sistema, coinvolgendo la collettività in ogni sua parte. Non così, e lo sappiamo bene, in Italia.
Sappiamo però che questa è la strada giusta: costruire una cultura comune ed una sinergia dei vari settori della società. Tommaso Franci ha evidenziato in proposito come il primo elemento di arretratezza del nostro paese ( e non solo sull’ecologia) sia lo smarrimento dell’idea del bene comune, ed il prevalere di logiche particolaristiche: quindi la ricostruzione del senso della collettività e l’individuazione delle priorità collettive, che portano vantaggi a tutti anche se confliggono con gli immediati interessi di qualcuno, deve essere il nostro primo impegno.
Anche in questo senso l’ecologismo in politica deve fare un enorme salto di qualità, non più appannaggio di logiche minoritarie ed autoreferenziali, ma logica ispiratrice dei comportamenti di tutta la società, da quelli individuali alle politiche di governo. Per Fabrizio Vigni l’ ecologia rappresenta per la sinistra italiana, in un contesto comunque planetario, la questione fondamentale, come e più di quello che nel secolo scorso è stato lo stato sociale che ha riequilibrato gli assetti economici e politici in favore delle classi meno abbienti. Il PD deve nascere pienamente consapevole di questa priorità.
Da Andrea Banchelli, Cristina Bandinelli, Oriella Ferrini, Eugenio Giani sono arrivate positive e costruttive sollecitazioni sulla necessità di una concreta operatività nei vari aspetti della politica amministrativa e delle professioni: molto spesso ai principi, ai provvedimenti legislativi, non seguono definizioni sufficienti nè adeguate competenze professionali, il che rende vano molto lavoro, anche se fatto con le più lodevoli intenzioni: dobbiamo crescere anche da un punto di vista tecnico.
Pino Di Vita e Alberto Di Cintio hanno ribadito la necessità della costruzione di un percorso comune e trasversale in tutto il PD, dove l’ambiente sia il lievito e l’occasione di confronto e di costruzione di iniziativa.
Sergio Gatteschi ha affrontato alcuni aspetti concreti delle questioni ambientali ed ecologiche, illustrando alcuni esempi attraverso i quali un ambientalismo costruttivo (l’ambientalismo del sì) può diventare utile per l’intera nazione affrancandosi dal minoritarismo e dal condizionamento dei comitati. Energia e clima, gestione delle acque, ciclo dei rifiuti, assetto del territorio, infrastrutture e trasporti, interazione tra agricoltura, industria e ambiente, sono argomenti trasversali, con molteplici sfaccettature da affrontare: ma se è chiaro a tutti che occorre agire nel senso della sostenibilità , quando dalle enunciazioni di principio si passa alle decisioni politiche ed amministrative ed alla concreta operatività nascono veri e gravi problemi: le questione ambientali sono infatti tra quelle su cui si apre una conflittualità molto accesa e diffusa sul territorio.
Il primo dato da considerare è l'aspetto culturale e scientifico del problema: non esiste un comune sentire, nè un'autorità diffusamente riconosciuta, nè un'informazione che riesca ad essere puntuale.
In questa vaghezza, abbiamo dovuto ascoltare tutto ed il contrario di tutto, con evidenti assurdità, purtroppo divenute così diffuse, rilanciate da personaggi influenti e riprese dai media, da influenzare anche le coscienze di molte persone in buona fede ed alimentarne le paure.
Un classico esempio è quello del ciclo dei rifiuti: è così alimentata in Italia la leggenda che gli impianti di incenerimento siano pericolosi per la salute, quando tutta l'Europa dimostra che così non è, che in molte località
ogni proposta di insediamento viene accolta con sdegno dalle comunità locali, appoggiate immediatamente da politici e varie personalità.
Già i tempi della politica italiana sono lunghi in modo esasperante: se ad essi si sommano le resistenze dei gruppi locali, e la tendenza di molti amministratori ad assecondarle per non perdere consenso, ci spieghiamo perchè su molte e cruciali scelte l'Italia si sia, semplicemente, fermata: e il fermarsi non significa certo che i problemi, nel frattempo, si risolvano da soli: anzi, possiamo quantificare i costi del non fare in miliardi di euro e in danni gravissimi all'ambiente.
Secondo il rapporto Enel-Ambrosetti, "Solo per i ritardi nella realizzazione degli impianti, delle reti e dei rigassificatori, i cosiddetti "costi del non fare" ammontano a 40 miliardi di euro, oltre il 3% del Prodotto Interno Lordo. Peso che arriva a oltre 200 miliardi di euro da qui al 2020, se si considerano i ritardi di tutte le infrastrutture strategiche per il nostro
Paese" . Anche prendendo criticamente i dati riportati dallo studio, resta un dato di fatto comunque imponente.
E sui danni all'ambiente, sempre nel settore dei rifiuti basti pensare alla vicenda dei rifiuti in Campania, dove a fronte della mancanza di impianti, avversatissimi, i rifiuti sono arrivati a coprire strade, piazze e campi, spesso incendiati con emissioni di diossine che non hanno uguali in Europa.
Altri esempi, purtroppo, sono innumerevoli: e mentre è grandissima la produzione di documenti, riunioni, programmi e proclami restano sul tappeto lo smaltimento dei rifiuti, l'efficienza dei sistemi energetici, la costruzione di un sistema ferroviario competitivo ed efficiente, e via dicendo.
Dobbiamo recuperare il ritardo che abbiamo accumulato prendendo esempio dai paesi europei che hanno affrontato con successo questioni che in Italia sembrano tuttora irrisolvibili.
Dobbiamo farlo però senza cadere nelle tentazioni di scorciatoie tecniciste sul tipo della legge obbiettivo partorita, non a caso, dal centro destra: il primo impegno dovrà essere di tipo politico e culturale, per dare risposte e avviare un dialogo vero con tutti i cittadini e le loro espressioni organizzate al fine di rimuovere le paure ingiustificate e fornire ampia, vera e trasparente informazione.
Dobbiamo farlo con decisione e competenza, individuando le fome e gli strumenti di comunicazione per non lasciare soli gli amministratori nelle loro scelte e per dar loro un aiuto per migliorare i progetti e le parti esecutive.
Quindi, unire alle esigenze dell'ambiente proposte concrete e fattibili, basate su analisi serie e approfondite, e porre l'ecologismo al centro della vita politica italiana, sottraendolo al velleitarismo ed all'estremismo verbale che lo ha contraddistinto negli ultimi anni.
Lavorando su ogni aspetto delle scelte che riguardano l'ambiente, intendiamo contribuire ad un luogo di dibattito trasversale all'interno del PD e accessibile a tutti i settori della società italiana: una rete nazionale dell'ecologismo del sì, dove si possano trovare tutti quelli che per ruolo, storia, cultura e interesse intendano collaborare in modo costruttivo: questo è il contributo che Verdi Europa, a partire dalla costituente, intende portare al nascente Partito Democratico
Sergio Gatteschi
cell. 3384759461
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Inviato da: TraLeSpondeDellaVita
il 28/06/2011 alle 15:26
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il 08/09/2010 alle 09:35
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il 08/09/2010 alle 07:43
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il 23/03/2008 alle 17:40
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il 25/12/2007 alle 23:31