Creato da AeAInsiemePerLoro il 01/06/2012 |
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Quei canili come lager, l'Europa si mobilita
Post n°20 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro
LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI - Contro questa pratica è in atto da anni una forte mobilitazione popolare in tutta Europa, dove generalmente le politiche di gestione del randagismo, salvo alcuni casi - vedi gli stermini di massa dei cani di strada praticati in Romania -, sono più rispettose del benessere degli animali. E l'Italia è uno dei Paesi in prima fila in questa campagna. Nei giorni scorsi è stata l'Oipa a farsi carico del problema, incontrando a Bruxelles il rappresentante del commissario europeo John Dalli, per chiedere azioni concrete per la tutela di cani e gatti randagi in tutta l'area comunitaria. Il presidente dell'associazione Massimo Pradella e l'eurodeputato Andrea Zanoni non erano però soli: idealmente, con loro, c'erano anche 112.683 cittadini che hanno firmato una petizione chiedendo l'immediato stop delle esecuzioni nei canili spagnoli. Esecuzioni che avvengono spesso con metodi barbari, dal soffocamento in vere e proprie camere a gas al ricorso a percosse o a farmaci che agiscono sul sistema nervoso. E che, in alcuni casi denunciati dagli animalisti che hanno potuto assistervi o raccogliere testimonianze, hanno sfiorato il pulp, con animali cremati ancora vivi o solo semicoscienti. MA LA UE TENTENNA - I membri dello staff di Dalli hanno spiegato di essere a conoscenza del problema e di ricevere molte pressioni da cittadini e politici delle varie nazioni. Ma al tempo stesso hanno dovuto ammettere che la Ue ha ancora le mani legate, perché per quanto il Trattato di Lisbona accenda i riflettori sull'esigenza di tutelare gli animali in quanto esseri senzienti, non ci sono ancora leggi applicative che vadano oltre il principio generale e che consentano di intervenire sulle legislazioni nazionali. Tuttavia è stato ribadito l'impegno a fare fonte al più presto a questa lacuna. La petizione italiana è stata affiancata da altre tre presentate da gruppi tedeschi, finlandesi e spagnoli. «E' necessario continuare a fare pressione affinché lo sdegno dei cittadini europei venga ascoltato - ha commentato Massimo Pradella -. Azioni vergognose e indegne di una società civile, come il trattamento riservato ai randagi in Spagna e Romania, devono essere portate sul tavolo di chi ha il potere di porvi fine». I VIAGGI DELLA SPERANZA - Nel frattempo però c'è chi non resta alla finestra. Diverse associazioni italiane si prendono in carico i cani delle perreras e li portano in Italia per farli adottare. Veri e propri viaggi della speranza, che spesso hanno un epilogo a lieto fine. Ma il lavoro è immane, perché per quanti animali si possano portare nel nostro Paese, dove peraltro sono già molti i trovatelli in attesa di adozione, sono tanti quelli che ogni giorno dovrebbero essere riscattati. Va da sè che quelli che riescono a salvarsi siano solo una minoranza, piccole gocce in mezzo ad un mare di abbandono, di violenze e sopraffazione. Per questo motivo è indispensabile un'azione di tipo istituzionale. «L’intervento dell’Ue nei confronti degli Stati membri che quotidianamente sopprimono migliaia di randagi - dice ancora Pradella - dovrebbe essere tempestivo, perché nei prossimi due anni verranno uccisi e maltrattati ancora moltissimi animali. Tuttavia accogliamo positivamente l’apertura della Commissione Europea e ci auguriamo che ora dia effettivamente seguito alle pressanti richieste dei cittadini». |