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Il Natale, spiaggia e sole. Non è poi così strano

Post n°63 pubblicato il 16 Dicembre 2015 da FraZigno
 

25 dicembre 2010. Io e Francesca avevamo da poco iniziato a vivere nel nostro mitico Frankie, un Toyota Hiece del 1996, con cui poi avremmo fatto il giro di tutta l'Australia. La notte della vigilia l'abbiamo passata in giro per Sydney. Finita la serata, decidiamo di andare a dormire parcheggiati vicino alla mitica casa di Ultimo (un quartiere di Sydney) in cui abbiamo vissuto i primi tre mesi Australiani.

Tra i vari via e vai, nella casa abbiamo vissuto in sette. Oltre a me e a Francesca vivevano: due peruviani, un ragazzo australiano, la taiwanese Susi e Stefano, un altro ragazzo italiano della provincia di Vicenza.

Questo Natale è particolare. Siamo in pantaloncini e maniche corte e abbiamo deciso di festeggiarlo in spiaggia. Il nostro pranzo di Natale? Ma naturalmente un barbecue, come non rispettare le tradizioni Australiane! Questa idea mi rende particolarmente felice; un Natale in costume da bagno di fronte all'oceano: che figata!

Siamo in cinque: io, Francesca, Stefano, Jaime uno dei due ragazzi peruviani, e Susi la ragazza di Taiwan. Siamo tutti e cinque con pochi soldi disponibili quindi decidiamo di fare una spesa essenziale al discount vicino alla casa di Ultimo. Un po' di carne, qualche verdura, la sala barbecue (che non può assolutamente mancare) e pane. Tutto questo naturalmente accompagnata da una decina di birre scrupolosamente australiane. Dopo un'oretta passata al supermercato alla ricerca di tutto il necessario utile per il pranzo, carichiamo la spesa sul Frankie e poi partiamo: direzione Coogee beach, una delle spiagge più famose di Sydney dopo Bondi beach.

In poco più di mezz'ora di viaggio siamo di fronte all'oceano. La spiaggia è già incredibilmente affollata: famiglie, gruppi di amici e semplici turisti riempiono ogni spazio libero della battigia. E' preso in assalto anche il prato verde vicino alla spiaggia. Appena sceso dal van però non mi preoccupo di non trovare un posto dove fare da mangiare. Quello che mi lascia a bocca aperta è vedere la gente in costume da bagno che indossa il capellino di Babbo Natale. Mi affiorano alla mente ricordi di persone vestite così solo in alcune scene del telefilm baywach che vedevo più di 20 anni fa.

I gruppi più giovani hanno già iniziato a bere nello stile australiano e a mezzogiorno si vedono i primi Aussie,sia maschi sia femmine, collassati.

Cerchiamo il primo bbq disponibile nel prato. Fa caldo e il sole picchia fastidiosamente sui nostri visi. Non è facile trovarne uno libero. Molti ragazzi hanno avuto la nostra stessa idea e di postazioni libere per grigliare non ce ne sono. Dobbiamo condividerle. Ci facciamo spazio, un po' con delicatezza e un po' a gomitate, su una griglia in cui sono già presenti circa 20 ragazzi asiatici. Condividiamo con loro la cottura del pranzo natalizio.

Francesca e Susi cercano un posto all'ombra dove mettere il tavolino da campeggio con le due sedie a disposizione. Stefano e Jaime cucinano la carne. Io inizio a stappare qualche birra da sorseggiare.

In poco più di dieci minuti la carne è cotta e le verdure sono pronte. Ci alterniamo sulle sedie per tagliare la ciccia e poi ci sediamo sul prato e iniziamo a mangiarla. Tra chiacchiere e commenti vari sulle tradizioni natalizie peruviane, taiwanesi e italiane, passiamo più di un'ora seduti sull'erba di fronte al mare. Una leggera brezza diurna rende piacevole e rilassante tutto ciò. Il caldo non è poi così fastidioso e l'ombra dell'albero ci ripara sufficientemente bene dai dannosi raggi del Sole australiano.

Finito questo attimo di convivialità è il momento di andare in spiaggia. E' giunto anche per noi l'attimo di mostrarsi in costume da bagno con il cappellino da Babbo Natale. Francesca e Susi si godono il Sole australiano sdraiate in spiaggia, io e Stefano andiamo a farci un bagno nell'oceano mentre Jaime si riposa all'ombra come una balenottera spiaggiata. 

Nel tardo pomeriggio sulla spiaggia gira più gente in stato confusionale che sana. Noi ci salviamo in quanto, avendo avuto a disposizione pochi soldi, non siamo riusciti a comprare quantità d'alcool sufficienti a creare uno elevato stato di ubriachezza. Notiamo in giro i soccorritori della St John Ambulance Australia, una specie di Croce Verde Italiana, che raccolgono per terra ragazzi prossimi al coma etilico. Ma anche questo fa parte del vero Natale Australiano. Verso le cinque decidiamo di tornare in città.

Il nostro pranzo natalizio è stato veramente semplice ma alla fine quello che davvero conta è l'atmosfera che abbiamo respirato. Sono oramai passati 5 anni, ma il ricordo dentro di me è ancora indelebile.

 

 
 
 
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