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I viaggi

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Giordania 2/2

Post n°38 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da FraZigno

 

5°GIORNO: Giovedì 02/01/2014. Petra vista dall'alto!

Oggi giornata libera, e la guida si riposa in albergo: ci rimangono da visitare l'altare del sacrificio e il monastero, entrambi un po' in quota. Partiamo alle 6.00 per vedere l'alba: camminare a Petra a quell'ora ha l'enorme vantaggio che non c'è quasi nessuno. Arriviamo al Tesoro ed il Sole ha appena iniziato a riscaldare l'atmosfera. Scattiamo alcune foto e poi decidiamo di dirigerci verso l'altura del Sacrificio. Il percorso è ripido, ma non troppo esposto. Arrivati in cima ci sediamo nei pressi di una tenda che vende souvenir e ci godiamo la vista sottostante. Le Tombe Reali viste da questa prospettiva rendono l'idea di quanto maestoso sia tutto il paesaggio circostante. Da questa posizione si può osservare lo spettacolo di varia umanità che si rinnova ogni giorno: cammellieri che litigano con le loro cavalcature, bambini che conducono le capre da una chiazza di vegetazione all'altra e beduini che cercano di vendere i più svariati souvenir a curiosi turisti. Facciamo una foto artistica nel punto in cui avvenivano i sacrifici: Fra finge di tagliarmi la testa (avrà pensato di farlo veramente? Mah...).

Scendiamo verso il centro di Petra percorrendo il Wadi Farasa ("Valle delle farfalle"), chiamato così perché in primavera l'esplosione della flora attira numerose specie di farfalle. Passiamo presso il Monumento del Leone localizzato grazie alla vista aguzza di Enrico. Si susseguono: la Tomba del Giardino, la Tomba del Soldato Romano di fronte alla quale si apre il Triclino del Giardino. Questa sala è unica in Petra in quanto le pareti interne sono riccamente decorate. Passata questa tomba il sentiero è poco segnalato e ci perdiamo, o meglio, decidiamo di aprirci da soli la strada che in circa mezz'ora ci riporta nei pressi dell'antico centro di Petra. Qui ritroviamo Gaetano, Elena e Nadine che stanno visitando Petra seduti sul comodo dorso di tre simpatici asinelli.

Ci riposiamo un po', beviamo un the e poi riprendiamo il percorso: ci aspettano altri 950 gradini di salita per raggiungere il Monastero, o Al-Deir. La struttura è simile al tesoro ma è assai più grande. Di fronte al Monastero si trova un chiostro che vende bevande con una fila di sedie e divani strategicamente piazzati per contemplare la maestosa facciata ellenistica del monumento. Siamo fortunati in quanto oltre alla bellezza del monumento, viviamo un'interessante gioco di equilibrio e bravura di un beduino che si arrampica senza nessun tipo di protezione e timore sul punto più alto e stretto dell'intero monumento, detto "la pentola".

Nei pressi del monastero partono brevi sentieri che portano in diversi punti panoramici da cui si gode una vista che spazia verso ovest sul Wadi Araba fino ad Israele e i territori palestinesi e verso sud fino alla cima del Jebel Haroun.

La giornata è stata a dir poco fantastica un po' perché il tempo e il caldo hanno aiutato, un po' perché ci siamo potuti rilassare e sentirci un po' nabatei a spasso per la città.
La sera andiamo tutti insieme al Petra by Night: l'unico un po' indeciso è Paolo che la reputa, usando una famosa citazione cinematografica: "Una cagata pazzesca!" Alla fine però riusciamo a convincerlo ad unirsi a noi.

Arriviamo in lenta processione davanti al Tesoro illuminato con le candele inserite in un sacchetto del pane per non spegnersi con il vento. Assistiamo ad un breve spettacolo; l'atmosfera è magica e il cielo stellato sopra il tesoro vale da solo il biglietto.

Non felici di concludere così la serata io, Giacomo, Diego e Francesca andiamo a bere un paio di birre in un pub. Scopriamo la birra Petra; è qui che ci viene l'idea di comprare alcune birre da bere domani durante il tramonto, quando saremo nel terre desertiche di Lawrence.

 

6° GIORNO: Venerdì 03/01/2014: "Ad Aqaba, ad Aqaba!" e il grave ferimento dell'Ipad

 

"La nostra carovana si rese conto della propria piccolezza ed ammutolì, intimorita e vergognosa di ostentare la propria esiguità di fronte a quelle alture stupende" (Lawrence d'Arabia, i sette pilastri della saggezza).

Partenza per le 8.30 direzione Wadi Rum: sono circa 2 ore e mezzo di bus. Prima di arrivare all'ingresso facciamo una breve sosta nella stazione dove è fermo un treno d'epoca e alcuni mezzi militari. Comprati i biglietti per l'entrata nel deserto, e lasciati i bagagli in un deposito partiamo con le jeep per il tour: per fortuna c'è il sole e non c'è vento perché le jeep non sono coperte.

Tutta la regione deve la sua notorietà all'infaticabile Lawrence che qui abitò nel 1917 durante la rivolta araba, una campagna militare guidata dal re Hussein contro gli Ottomani, nel tentativo di fondare una nazione araba indipendente. Le truppe del sovrano attraversarono il deserto in direzione Aqaba e alcune unità tra cui quelle di Lawrence vi tornarono per utilizzare la zona come base temporanea prima di dirigersi a nord verso Damasco.

Da qui in poi, senza vere motivazioni, dal gruppo ogni tanto si alzerà il grido: "Ad Aqaba, ad Aqaba" in onore del principe.

 

 

Facciamo 5 stop: la sorgente di Lawrence d'Arabia, le rocce con scritte preistoriche, la duna di sabbia, la casa di Lawrence d'Arabia e il grande Arco.

La salita verso la sorgente è abbastanza impegnativa, ma il paesaggio ripaga la fatica. Nella discesa accade l'imprevedibile: Gaetano, che fino ad ora aveva mostrato sicurezza e fermezza nel camminare ovunque abbracciando come un figlio il suo Ipad, scivola emettendo un solo grido: "L'Ipad!". La caduta non è più di tanto rovinosa, ma la vera tragedia è ciò che accade alla macchina. Come un tuffatore che si accinge ad affrontare la prova più difficile, l'Ipad disegna una traiettoria tipica di un tuffo doppio carpiato con raddrizzamento finale ed entrata perfetta sulle rocce. Risultato: schermo danneggiato ed imprecazioni varie.

Un po' depressi per l'accaduto ci rechiamo verso le rocce con le scritte preistoriche. Mezz'ora di jeep e passiamo da un tiepido e caldo sole ad una zona completamente in ombra e alquanto fredda. Onestamente, le incisioni sono abbastanza deludenti.

 

Infreddoliti risaliamo sulle jeep, la prossima destinazione è la duna di sabbia. Come ho già visto fare in Marocco ed in Australia, alcuni turisti scivolano lungo i pendii della duna con tavole da snowboard. Noi, purtroppo, non siamo attrezzati e quindi decidiamo di fermarci a mangiare prima di cercare di arrampicarci a piedi fino alla cresta. Alcuni di noi risalgono la duna a piedi scalzi riscendendola lungo il pendio più inclinato come se fosse una pista da sci.

Ripartiamo, e finalmente arriviamo alla casa di Lawrence d'Arabia: le aspettative erano tante, ma la delusione è cocente, soprattutto per gli architetti, in quanto ne è rimasto solo un muro.

Il ponte di roccia di Umm Fruth è nascosto in un angolo isolato del deserto e può essere facilmente scalato. Solo alcuni di noi intraprendono l'arrampicata; il gruppo che ci attende alle jeep scatta veloci fotografie al gruppo di arrampicatori e così viceversa. Arriviamo al campo beduino giusto in tempo per assaporare le famose birre Petra al tramonto. Il paesaggio è bellissimo: il rosso del tramonto lascia rapidamente spazio a migliaia di stelle luccicanti.

Cena alle 19, chiacchiere, partita a carte e poi passeggiata nel deserto in notturna per ammirare le stelle: il buio è completo e il cielo spettacolare. Dormiamo tutti bene, fa meno freddo del previsto (eravamo nella zona centrale del campo e super attrezzati).

 

7° Giorno: Sabato 04/01/2014. Il mar Morto e il dolore agli occhi.

 

Fra, Eliana, Valeria e Fiorella si svegliano alle 6 per vedere l'alba: il sole rimane nascosto dietro le montagne, ma i colori sono fantastici. Dopo un'abbondante colazione partiamo per il Mar Morto: la missione per Aqaba finisce qui.

Arriviamo verso le 14.00. Lo stabilimento è per turisti: ha due piscine e la spiaggia sul mare. Ci mettiamo il costume e facciamo il bagno: per 3 JD ci si può cospargere di fango, esperienza molto divertente!

Sami lungo il viaggio ci consiglia di non far entrare in contatto l'acqua del mare con gli occhi, pena una sofferenza che difficilmente si dimentica. Non ascolto questo consiglio e mentre faccio il bagno e galleggio con stupore sulle acque salate, immergo la testa nell'acqua. Risalgo e mentre cerco di aprire gli occhi mi rendo conto di essere cieco. Non riesco ad aprire gli occhi, il male è insopportabile, la riva lontana e l'acqua dolce un miraggio. Non mi resta che combattere contro le pene dell'inferno, condividendo il male con alcuni compagni di viaggio che, noncuranti del consiglio di Sami, si trovavano nelle mie stesse condizioni. Il male è costante, condividerlo con gli altri è l'unica medicina. Passano più di 5 minuti e finalmente riesco ad aprire un occhio: manca l'altro. Altri 5 minuti di sofferenza e riacquisto parzialmente la vista! Che terribile esperienza. Oltre a galleggiare sulla superficie dell'acqua, il mio personale ricordo del mar Morto è dolore, tanto dolore.

Consiglio a tutti questa esperienza: galleggiare sulla superficie dell'acqua come se si stesse distesi su un materassino è un'emozione unica ed irripetibile, ma non bagnate gli occhi con quell'acqua, potrebbe rovinarvi la giornata!

Dopo bagno e fanghi pranziamo al ristorante della struttura (il cibo era ottimo) e vediamo il tramonto sul Mar Morto.

Dopo aver brontolato con l'autista che non ci voleva portare, arriviamo alle terme Hammat Ma'in: sono aperte fino alle 21.00, gli autisti non vogliono mai portare nessuno perché dicono che la strada sia pericolosa.

Altro bagno, altro costume, ci rilassiamo in queste pozze di acqua caldissima e facciamo l'idromassaggio sotto la cascata naturale. Fiorella viene assalita da degli "energumeni" locali che con la scusa di spiegarle come si fa l'idromassaggio si avvicinano un po' troppo.... Dietro la cascata ci sono delle grotte con acqua bollente dove si forma il vapore: una vera e propria sauna naturale!

Rilassatissimi arriviamo verso le 21.00 allo Shepherd hotel ad Amman. Alcuni mangiano un kebab e poi andiamo a bere un the in un posto vicino all'albergo (Twanah): concordiamo l'itinerario per il giorno seguente, scegliendo di saltare la visita ad Umm Quais per avere più tempo da dedicare alla visita di Amman (e allo shopping).

 

8° Giorno: Domenica 05/01/2014 Jerash, shopping, le banconote di Saddam e cena pazzesca.

 

Partenza ore 8.30 per Jerash: non prendiamo la guida perché Sami è disponibile e ci fa da cicerone, ma non avendo preso un conduttore locale ci tassano 7 JD per il gruppo la causale: "sostegno alla popolazione locale in periodo di crisi"... a nulla valgono le proteste.

Appena attraversiamo l'Arco di Adriano si capisce immediatamente che Jerash non era un semplice centro di provincia romana, ma una città prospera e potente. Le rovine che si trovano di fronte a noi, ottimamente conservate, unite alla splendida giornata rendono la visita unica ed affascinante. Passato l'Arco ci troviamo in prossimità dell'ippodromo che un tempo poteva contenere fino a 15.000 spettatori. Lasciamo l'ippodromo e dopo circa 200 metri incontriamo la Porta Sud una dei quattro ingressi che in origine si aprivano sulle mura della città. Passata la Porta ci troviamo di fronte ad uno dei più suggestivi luoghi del sito: il Foro, una piazza ellittica delimitata da slanciate colonne. Continuiamo lungo il percorso che porta a nord e visitiamo: il Macellum (Agorà), il Tetrapilo sud, la Cattedrale, il Ninfeo, il Teatro nord per poi soffermarci nel bellissimo Tempio di Artemide, dea della caccia e della fertilità.

Ritorniamo verso l'Arco di Adriano passando per il teatro sud: assistiamo alla performance di due artisti locali vestiti con il kilt scozzese che intonano musiche con la cornamusa. Sinceramente l'abbinamento Teatro Sud di Jerash e Irlanda mi dà fastidio. La visita si conclude presso il Tempio di Zeus da dove si gode una bellissima vista sul Foro.

La città è molto bella, ma siamo tutti un po' stanchi. Ad Amman ci dividiamo in gruppetti, alcuni vogliono visitare la Cittadella altri fare solo shopping.

Trovo con gran soddisfazione la banconota Irachena raffigurante Saddam. Dopo una cena abbondantissima ed imbarazzante al Cairo restaurant -c'era da mangiare per un esercito di 30 persone- con la pancia che implora pietà, torniamo all'albergo con i taxi e da lì ci dirigiamo in aeroporto.

 

9° Giorno: Lunedì 06/01/2014 Fine


Arriviamo puntuali in Italia: un po' assonnati ma felici per la bella vacanza ci salutiamo.
E' stata una bellissima esperienza, il clima buono, il cibo ottimo, i paesaggi indimenticabili.
Grazie a: Fiorella, Paolo, Elena, Gaetano, Fra, Diego, Eliana, Giacomo, Carla, Nadine, Valeria, Stefano, Maurizio, Enrico, Francesca, Andrea.

 

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