Creato da FraZigno il 05/10/2010

I viaggi

Racconti di viaggi e avventure nate in Australia e non solo....

Messaggi di Febbraio 2014

Giordania 2013-2014

Post n°39 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da FraZigno
Foto di FraZigno

 

DIARIO DI VIAGGIO

1° GIORNO: Domenica 29/12/2013. La partenza.

 

Raramente sono andato a dormire alle 21.30 per alzarmi alle 24.00. Sabato 28 dicembre dopo poco più di due brevi e agitate ore di sonno sia io che Fra , con i visi pieni di sonno partiamo da Trento direzione Malpensa. Il navigatore ci informa che il viaggio, traffico permettendo (ma chi viaggia a quell'ora?) sarà di circa 3 ore e mezza. Il ritrovo è alle 5.10 a Milano Malpensa.

Tutti i partecipanti sono puntuali: alle 7 decolliamo per Vienna, destinazione finale Amman. Durante il check in e l'attesa per l'imbarco, iniziamo a fare conoscenza: Fiorella, Paolo, Elena, Gaetano, Andrea, Diego, Eliana, Francesca, Giacomo, Carla, Nadine, Valeria, Stefano, Maurizio, Enrico e Fra, la coordinatrice. Tutti e 16 siamo pronti per l'avventura Giordana: terra di Lawrence d'Arabia (ad Aqaba ad Aqaba) e di una delle sette meraviglie del mondo moderno, Petra.
Volo in orario e, con gran sollievo, arrivano sani e salvi anche tutti i nostri i bagagli: prima della dogana cambiamo a testa 50 euro in Dinari Giordani (JD) - la moneta nazionale- e facciamo il visto.

Durante il volo è stato difficile, se non impossibile, parlare tra di noi ma ora, con il visto sul passaporto, l'avventura ha finalmente inizio.

 

Il bus per il trasferimento al Farah hotel è incredibilmente in orario: dopo soli 20 minuti di attesa nella sala arrivi dell'aeroporto siamo seduti su un vecchissimo e scomodissimo autobus. Nessuno lo dice, ma molti sperano e pregano che i trasferimenti della vacanza non avvengano con questo pullman. Mi siedo in fondo, vicino ad Enrico. La ventola dell'aria produce un rumore talmente assordante che, sfiniti, dopo mezz'ora di viaggio, chiediamo gentilmente all'autista di spegnere il potente e rumoroso sistema d'aria "condizionata". Arriviamo in hotel dopo circa 1 ora di viaggio e con qualche decibel in meno di udito.

La prima impressione di Amman è particolare: prima di arrivare in centro attraversiamo quartieri popolari, abbastanza poveri e sporchi. Tutti siamo colpiti nel vedere diversi negozi di ricambi per auto e motorini: dentro di me ho pensato che presto una di quelle officine avrebbe ospitato anche i pezzi del nostro pulmino.

Arrivati in hotel Fra distribuisce le stanze (doppie e triple). Alle 18 siamo tutti pronti per
assaporare l'aria di Amman: siamo in centro, cambiamo i soldi e ci addentriamo nel suq di frutta e verdura, molto affollato e colorato. Visitiamo il Ninfeo che sembra più una discarica che un antico complesso di fontane e l'illuminato Anfiteatro Romano.

I migliori felafel di Amman, secondo la Lonely Planet e a detta di alcuni locali che ce lo consigliano, si mangiano all'Hashem restaurant: servizio veloce, prezzi modici, localino caratteristico e poco turistico; felafel buonissimi, vengono confermate le attese (o forse avevamo solo tanta fame????).

Torniamo in albergo e ci diamo l'appuntamento per l'indomani mattina. Alcuni di noi si fermano a giocare nella hall a scopa/briscola con le mitiche carte di Carla; inizia così un passatempo che si svolgerà quasi tutte le sere della vacanze.

Gaetano, nel frattempo, ha già scattato diverse foto ma, non con una macchina fotografica come tutti noi, bensì con il suo Ipad!

 

2°GIORNO: Lunedì 30/12/2013: Amman-Dana e Sami.

 

Ore 8.30 di una soleggiata e fresca mattina. Tutto il gruppo è pronto per la partenza con la pancia piena; la colazione ricca di hummus e felafel ha ricaricato le batterie anche se ad alcuni è sembrato strano mangiare hummus alle 7.30... come dargli torto!

Conosciamo Sami, la guida giordana che ci accompagnerà nel nostro viaggio. Partiamo con il bus da Amman: con grande sorpresa abbiamo a disposizione un bus da 50 posti pulito e abbastanza nuovo, comodo e soprattutto spazioso! Durante il viaggio verso il monte Nebo, Sami si presenta e ci fornisce alcune informazioni riguardanti la Giordania e il popolo giordano. Cerco di prendere qualche appunto e, conoscendomi, so già che questi saranno gli ultimi: la pigrizia sicuramente prenderà il sopravvento.

Sami ha vissuto per molto tempo in Austria, è sposato e ha 3 figli. Descrive il tempo vissuto in Europa come un importante e felice momento della sua vita, ma sottolinea come ad un certo punto della sua esistenza sia sorto in lui un forte desiderio di ritornare nella sua terra madre. Sami era un insegnante di ginnastica: dato che lo stipendio mensile degli insegnanti è di circa 400 euro, ha deciso di cambiare professione e di fare la guida turistica. Le prime cose che ci racconta sulla Giordania: in totale gli abitanti sono circa 8 milioni, di cui 3 milioni vivono ad Amman, circa il 37% dell'intera popolazione. L'85% della popolazione è mussulmana il restante cristiana; tra le diverse confessioni religiose non ci sono problemi ed è quasi totale l'assenza di conflitti. Ci informa che Amman è divisa in una parte ricca, la parte ovest, e una parte povera, la parte est; solo il 10% dei cittadini della città sono ricchi. La Giordania ha stagioni simili a quelle europee, ma un clima leggermente più caldo anche se alcune settimane prima del nostro arrivo, è nevicato.

Scopriamo che un litro di benzina costa circa un euro, sul territorio Giordano non sono presenti pozzi petroliferi (pensando ai ricchi paesi confinanti, mi vien da pensare che sono proprio sfigati!).

Passiamo davanti all'ambasciata Siriana: è lunga la fila di profughi che probabilmente sperano in un visto Giordano. L'ambasciata è presidiata da militari. Sami ci informa che il 95% dell'esercito giordano è formato da beduini. A questo punto però mi stanco di prendere appunti e mi godo il paesaggio brullo e desertico: Amman è ormai lontana. Dopo circa 50' di viaggio arriviamo al Monte Nebo: la sosta dura circa un'ora, c'è il sole ed il cielo è limpido. Visitiamo il memoriale di Mosè, una chiesa in fase di ristrutturazione e un monastero francescano.

Dal punto panoramico possiamo vedere la terra promessa. La giornata è abbastanza limpida e il panorama è bello anche se sinceramente ho provato ad immaginare la reazione del popolo di Mosè all'esclamazione: "Ecco questa è la Terra Promessa!": una distesa di terra monocromatica e quasi totalmente priva di vegetazione (sarà piaciuta agli Ebrei?).

 

 

Ripartiamo in direzione Madaba, dopo una sosta obbligata in cui ci fanno vedere come si fanno i mosaici. Cogliamo l'occasione per usufruire del bagno, farci tentare dal comprare qualche souvenir e bere un the.

Alle 11.00 siamo a Madaba: la città offre un interessante mix culturale in quanto ospita una delle più grandi comunità cristiane della Giordania. Onestamente non me ne rendo conto perché più volte sento il richiamo alla preghiera del muezzin e mai il suono delle campane. Ci rechiamo a visitare la chiesa di St. George ed il famoso mosaico bizantino raffigurante la più antica cartina della Palestina ancora esistente. Il mosaico in origine era formato da oltre due milioni di tessere: affascinante, ma non indimenticabile.

Per non perdere tempo, in un negozio di fronte alla chiesa, prendiamo un lunch box con kebab e patatine.
Lasciamo Madaba direzione Karak: attraversiamo con il bus la Valle dei Re e ci fermiamo in un punto panoramico per scattare alcune foto al Wadi Mujib.

Il panorama è bellissimo: in lontananza l'invaso artificiale con le sue acque cristalline sono un perfetto soggetto per lo scatto di suggestive foto panoramiche.

Verso le 15.00 arriviamo a Karak: visitiamo il castello velocemente perché sta per piovere. Sami cerca di illustrarci le varie parti della fortezza, ma serve una buona dose di fantasia per capire e differenziare i vari locali che ci sembrano tutti uguali, nonostante il castello sia ben conservato. Il locale che ospitava il forno con la sua canna fumaria è la cosa che mi è piaciuta di più.

Dopo un the alla menta partiamo per Dana. Piove ed è scesa un po' di nebbia: sulla strada si vedono le tracce della neve della settimana precedente. Ci perdiamo e viene chiesto aiuto a Stefano dotato di GPS sul cellulare. Dopo accesi scambi di opinioni tra Sami e l'autista e il provvidenziale arrivo di un altro pullman turistico troviamo la strada per l'hotel e il paese.

Dana, villaggio in pietra del XV secolo arroccato su un precipizio, avvolto come l'abbiamo visto noi in una nebbia fitta e misteriosa, sembra ricordare paesaggi tipici della Transilvania. L'albergo a Dana è spartano, le camere sono fredde e piove (una camera si allagherà, ma per fortuna i bagagli erano sul letto). La squisita ed abbondante cena, la sala riscaldata, i canti, i balli, e le partite a carte ci ristorano. Verso le 23 andiamo a dormire: domani ci aspetta un trekking nella riserva.

 

GIORNO: Martedì 31/12/2013. Dana- Little Petra- Petra e la battaglia di Sami!

 

Ore 8.30 tutti pronti per il trekking nella riserva di Dana. Il tempo non è dei migliori, la nebbia quasi impenetrabile e la bassa temperatura sono ingredienti che poco invogliano alla gita.

Questa riserva, la più grande della Giordania, è caratterizzata da una conformazione del terreno molto eterogenea che spazia dalle falesie di arenaria alte fino a 1700 metri a una depressione che raggiunge i 50 metri sotto il livello del mare. Il pulmino che ci porterà all'attacco del sentiero è naturalmente in ritardo.

Per fortuna la nebbia si alza e possiamo goderci la passeggiata di quasi 3 ore e lo splendido paesaggio. La guida per il trekking è Mohamad Ali: è molto simpatico, è nato a Dana e ci dà qualche informazione naturalistica. In questo periodo sia la flora che la fauna scarseggiano, tuttavia vediamo sul terreno le piante di numerosi tulipani che al momento della fioritura primaverile sicuramente rendono il paesaggio unico e colorato.

Facciamo una breve sosta per il the preparato alla maniera beduina: Francesca nel frattempo ha già ricevuto varie proposte di matrimonio da parte delle guide beduine e contrattato la sua dote in cammelli.

 

Dopo pranzo partiamo per Shawbak: pioviggina e decidiamo di fare velocemente la visita senza percorrere il famoso passaggio segreto (Sami ci aveva detto che con la pioggia poteva essere pericoloso). Il castello non ci ha particolarmente entusiasmato: abbiamo però giocato a caccia al tesoro alla ricerca di una croce dei crociati.

Arriviamo a Piccola Petra poco prima delle 17.00: illuminata dalla luce del tramonto e dalle nostre torce, vediamo un piccolo assaggio di quello che sarà Petra domani. Veniamo quasi tutti ingannati da un cartello in cui si legge: "The best view in the world". Naturalmente tutti lo vogliamo vedere e quindi ci arrampichiamo sopra questo angusto sentiero. La traccia è irta e scivolosa, ciò scatena la rabbia della guida turistica dell'altro gruppo di italiani che viaggia in parallelo a noi che la ritiene troppo pericolosa. Ne scaturisce un violento scambio di opinioni tra Sami e questa guida: il primo ritiene che non ci sia nessun tipo di pericolo, il secondo la considera troppo rischiosa e vieta la salita ad alcuni suoi partecipanti..naturalmente il diverbio lo vince Sami, all'altra guida non resta che spaccare con un calcio il cartello "The best view in the world".

Per 3 notti alloggeremo all'hotel Edom: è l'ultimo dell'anno e in albergo hanno organizzato cenone e festa per tanti gruppi di turisti italiani. Riusciamo ad acquistare in un negozio vicino all'albergo birre e spumante per festeggiare con un po' d'alcol il capodanno. L'anno nuovo è arrivato tra brindisi, auguri, risate e soprattutto rallegrato dalla musica di un promettente giovane dj: il nostro mitico Maurizio!

 

4° GIORNO: Mercoledì 01/01/2014. Una delle sette meraviglie del mondo moderno: Petra

 

Nonostante i festeggiamenti della sera prima alle 8.30 siamo davanti al sito: tutti emozionati partiamo all'esplorazione di Petra. C'è il sole, il cielo è terso e Petra splendida: rimaniamo fino al tramonto e vediamo la maggior parte del sito archeologico.

E' difficile descrivere le emozioni provate nel vedere apparire, dietro uno strettissimo passaggio tra le pareti vertiginose del Siq, il Tesoro della città, nonché per molti, il simbolo di Petra. La facciata ellenistica è un capolavoro di maestria, di una tale grandiosità e magnificenza da togliere il respiro a chi la ammira (cit. Lonely Planet ma confermata da tutti noi).

 

La Strada delle Facciate, il Teatro, le Tombe Reali, la Strada Colonnata, i diversi Templi e la Chiesa sono ricordi di cui poco si può scrivere, ma che al solo pensiero fanno riaffiorare emozioni incredibili. Provo ad immaginare lo stupore provato dall'esploratore svizzero Burckhardt quando, nel 1812, in un viaggio fra Damasco e il Cairo, si imbatté in queste meraviglie da lui definite come "le rovine più raffinate giunte fino a noi".

Al tramonto ci troviamo di fronte alla facciata di una Tomba Reale: decidiamo di aspettare che il sole svanisca dietro l'orizzonte seduti in questo magico luogo. Per rendere ancora più avvincente il tramonto, parte una scommessa: " Quanto tempo impiegherà il sole a scendere dietro la montagna di fronte noi?". Il vincitore è tuttora sconosciuto.

Rientriamo in albergo con il buio, un breve assaggio di quello che sarà domani Petra by Night.

La sera alcuni fanno l'hamman in albergo e dopo cena ci rilassiamo e giochiamo alle carte. In tutti questi giorni Gaetano continua a scattare le fotografie con il suo magico Ipad.

 

 
 
 

Giordania 2/2

Post n°38 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da FraZigno

 

5°GIORNO: Giovedì 02/01/2014. Petra vista dall'alto!

Oggi giornata libera, e la guida si riposa in albergo: ci rimangono da visitare l'altare del sacrificio e il monastero, entrambi un po' in quota. Partiamo alle 6.00 per vedere l'alba: camminare a Petra a quell'ora ha l'enorme vantaggio che non c'è quasi nessuno. Arriviamo al Tesoro ed il Sole ha appena iniziato a riscaldare l'atmosfera. Scattiamo alcune foto e poi decidiamo di dirigerci verso l'altura del Sacrificio. Il percorso è ripido, ma non troppo esposto. Arrivati in cima ci sediamo nei pressi di una tenda che vende souvenir e ci godiamo la vista sottostante. Le Tombe Reali viste da questa prospettiva rendono l'idea di quanto maestoso sia tutto il paesaggio circostante. Da questa posizione si può osservare lo spettacolo di varia umanità che si rinnova ogni giorno: cammellieri che litigano con le loro cavalcature, bambini che conducono le capre da una chiazza di vegetazione all'altra e beduini che cercano di vendere i più svariati souvenir a curiosi turisti. Facciamo una foto artistica nel punto in cui avvenivano i sacrifici: Fra finge di tagliarmi la testa (avrà pensato di farlo veramente? Mah...).

Scendiamo verso il centro di Petra percorrendo il Wadi Farasa ("Valle delle farfalle"), chiamato così perché in primavera l'esplosione della flora attira numerose specie di farfalle. Passiamo presso il Monumento del Leone localizzato grazie alla vista aguzza di Enrico. Si susseguono: la Tomba del Giardino, la Tomba del Soldato Romano di fronte alla quale si apre il Triclino del Giardino. Questa sala è unica in Petra in quanto le pareti interne sono riccamente decorate. Passata questa tomba il sentiero è poco segnalato e ci perdiamo, o meglio, decidiamo di aprirci da soli la strada che in circa mezz'ora ci riporta nei pressi dell'antico centro di Petra. Qui ritroviamo Gaetano, Elena e Nadine che stanno visitando Petra seduti sul comodo dorso di tre simpatici asinelli.

Ci riposiamo un po', beviamo un the e poi riprendiamo il percorso: ci aspettano altri 950 gradini di salita per raggiungere il Monastero, o Al-Deir. La struttura è simile al tesoro ma è assai più grande. Di fronte al Monastero si trova un chiostro che vende bevande con una fila di sedie e divani strategicamente piazzati per contemplare la maestosa facciata ellenistica del monumento. Siamo fortunati in quanto oltre alla bellezza del monumento, viviamo un'interessante gioco di equilibrio e bravura di un beduino che si arrampica senza nessun tipo di protezione e timore sul punto più alto e stretto dell'intero monumento, detto "la pentola".

Nei pressi del monastero partono brevi sentieri che portano in diversi punti panoramici da cui si gode una vista che spazia verso ovest sul Wadi Araba fino ad Israele e i territori palestinesi e verso sud fino alla cima del Jebel Haroun.

La giornata è stata a dir poco fantastica un po' perché il tempo e il caldo hanno aiutato, un po' perché ci siamo potuti rilassare e sentirci un po' nabatei a spasso per la città.
La sera andiamo tutti insieme al Petra by Night: l'unico un po' indeciso è Paolo che la reputa, usando una famosa citazione cinematografica: "Una cagata pazzesca!" Alla fine però riusciamo a convincerlo ad unirsi a noi.

Arriviamo in lenta processione davanti al Tesoro illuminato con le candele inserite in un sacchetto del pane per non spegnersi con il vento. Assistiamo ad un breve spettacolo; l'atmosfera è magica e il cielo stellato sopra il tesoro vale da solo il biglietto.

Non felici di concludere così la serata io, Giacomo, Diego e Francesca andiamo a bere un paio di birre in un pub. Scopriamo la birra Petra; è qui che ci viene l'idea di comprare alcune birre da bere domani durante il tramonto, quando saremo nel terre desertiche di Lawrence.

 

6° GIORNO: Venerdì 03/01/2014: "Ad Aqaba, ad Aqaba!" e il grave ferimento dell'Ipad

 

"La nostra carovana si rese conto della propria piccolezza ed ammutolì, intimorita e vergognosa di ostentare la propria esiguità di fronte a quelle alture stupende" (Lawrence d'Arabia, i sette pilastri della saggezza).

Partenza per le 8.30 direzione Wadi Rum: sono circa 2 ore e mezzo di bus. Prima di arrivare all'ingresso facciamo una breve sosta nella stazione dove è fermo un treno d'epoca e alcuni mezzi militari. Comprati i biglietti per l'entrata nel deserto, e lasciati i bagagli in un deposito partiamo con le jeep per il tour: per fortuna c'è il sole e non c'è vento perché le jeep non sono coperte.

Tutta la regione deve la sua notorietà all'infaticabile Lawrence che qui abitò nel 1917 durante la rivolta araba, una campagna militare guidata dal re Hussein contro gli Ottomani, nel tentativo di fondare una nazione araba indipendente. Le truppe del sovrano attraversarono il deserto in direzione Aqaba e alcune unità tra cui quelle di Lawrence vi tornarono per utilizzare la zona come base temporanea prima di dirigersi a nord verso Damasco.

Da qui in poi, senza vere motivazioni, dal gruppo ogni tanto si alzerà il grido: "Ad Aqaba, ad Aqaba" in onore del principe.

 

 

Facciamo 5 stop: la sorgente di Lawrence d'Arabia, le rocce con scritte preistoriche, la duna di sabbia, la casa di Lawrence d'Arabia e il grande Arco.

La salita verso la sorgente è abbastanza impegnativa, ma il paesaggio ripaga la fatica. Nella discesa accade l'imprevedibile: Gaetano, che fino ad ora aveva mostrato sicurezza e fermezza nel camminare ovunque abbracciando come un figlio il suo Ipad, scivola emettendo un solo grido: "L'Ipad!". La caduta non è più di tanto rovinosa, ma la vera tragedia è ciò che accade alla macchina. Come un tuffatore che si accinge ad affrontare la prova più difficile, l'Ipad disegna una traiettoria tipica di un tuffo doppio carpiato con raddrizzamento finale ed entrata perfetta sulle rocce. Risultato: schermo danneggiato ed imprecazioni varie.

Un po' depressi per l'accaduto ci rechiamo verso le rocce con le scritte preistoriche. Mezz'ora di jeep e passiamo da un tiepido e caldo sole ad una zona completamente in ombra e alquanto fredda. Onestamente, le incisioni sono abbastanza deludenti.

 

Infreddoliti risaliamo sulle jeep, la prossima destinazione è la duna di sabbia. Come ho già visto fare in Marocco ed in Australia, alcuni turisti scivolano lungo i pendii della duna con tavole da snowboard. Noi, purtroppo, non siamo attrezzati e quindi decidiamo di fermarci a mangiare prima di cercare di arrampicarci a piedi fino alla cresta. Alcuni di noi risalgono la duna a piedi scalzi riscendendola lungo il pendio più inclinato come se fosse una pista da sci.

Ripartiamo, e finalmente arriviamo alla casa di Lawrence d'Arabia: le aspettative erano tante, ma la delusione è cocente, soprattutto per gli architetti, in quanto ne è rimasto solo un muro.

Il ponte di roccia di Umm Fruth è nascosto in un angolo isolato del deserto e può essere facilmente scalato. Solo alcuni di noi intraprendono l'arrampicata; il gruppo che ci attende alle jeep scatta veloci fotografie al gruppo di arrampicatori e così viceversa. Arriviamo al campo beduino giusto in tempo per assaporare le famose birre Petra al tramonto. Il paesaggio è bellissimo: il rosso del tramonto lascia rapidamente spazio a migliaia di stelle luccicanti.

Cena alle 19, chiacchiere, partita a carte e poi passeggiata nel deserto in notturna per ammirare le stelle: il buio è completo e il cielo spettacolare. Dormiamo tutti bene, fa meno freddo del previsto (eravamo nella zona centrale del campo e super attrezzati).

 

7° Giorno: Sabato 04/01/2014. Il mar Morto e il dolore agli occhi.

 

Fra, Eliana, Valeria e Fiorella si svegliano alle 6 per vedere l'alba: il sole rimane nascosto dietro le montagne, ma i colori sono fantastici. Dopo un'abbondante colazione partiamo per il Mar Morto: la missione per Aqaba finisce qui.

Arriviamo verso le 14.00. Lo stabilimento è per turisti: ha due piscine e la spiaggia sul mare. Ci mettiamo il costume e facciamo il bagno: per 3 JD ci si può cospargere di fango, esperienza molto divertente!

Sami lungo il viaggio ci consiglia di non far entrare in contatto l'acqua del mare con gli occhi, pena una sofferenza che difficilmente si dimentica. Non ascolto questo consiglio e mentre faccio il bagno e galleggio con stupore sulle acque salate, immergo la testa nell'acqua. Risalgo e mentre cerco di aprire gli occhi mi rendo conto di essere cieco. Non riesco ad aprire gli occhi, il male è insopportabile, la riva lontana e l'acqua dolce un miraggio. Non mi resta che combattere contro le pene dell'inferno, condividendo il male con alcuni compagni di viaggio che, noncuranti del consiglio di Sami, si trovavano nelle mie stesse condizioni. Il male è costante, condividerlo con gli altri è l'unica medicina. Passano più di 5 minuti e finalmente riesco ad aprire un occhio: manca l'altro. Altri 5 minuti di sofferenza e riacquisto parzialmente la vista! Che terribile esperienza. Oltre a galleggiare sulla superficie dell'acqua, il mio personale ricordo del mar Morto è dolore, tanto dolore.

Consiglio a tutti questa esperienza: galleggiare sulla superficie dell'acqua come se si stesse distesi su un materassino è un'emozione unica ed irripetibile, ma non bagnate gli occhi con quell'acqua, potrebbe rovinarvi la giornata!

Dopo bagno e fanghi pranziamo al ristorante della struttura (il cibo era ottimo) e vediamo il tramonto sul Mar Morto.

Dopo aver brontolato con l'autista che non ci voleva portare, arriviamo alle terme Hammat Ma'in: sono aperte fino alle 21.00, gli autisti non vogliono mai portare nessuno perché dicono che la strada sia pericolosa.

Altro bagno, altro costume, ci rilassiamo in queste pozze di acqua caldissima e facciamo l'idromassaggio sotto la cascata naturale. Fiorella viene assalita da degli "energumeni" locali che con la scusa di spiegarle come si fa l'idromassaggio si avvicinano un po' troppo.... Dietro la cascata ci sono delle grotte con acqua bollente dove si forma il vapore: una vera e propria sauna naturale!

Rilassatissimi arriviamo verso le 21.00 allo Shepherd hotel ad Amman. Alcuni mangiano un kebab e poi andiamo a bere un the in un posto vicino all'albergo (Twanah): concordiamo l'itinerario per il giorno seguente, scegliendo di saltare la visita ad Umm Quais per avere più tempo da dedicare alla visita di Amman (e allo shopping).

 

8° Giorno: Domenica 05/01/2014 Jerash, shopping, le banconote di Saddam e cena pazzesca.

 

Partenza ore 8.30 per Jerash: non prendiamo la guida perché Sami è disponibile e ci fa da cicerone, ma non avendo preso un conduttore locale ci tassano 7 JD per il gruppo la causale: "sostegno alla popolazione locale in periodo di crisi"... a nulla valgono le proteste.

Appena attraversiamo l'Arco di Adriano si capisce immediatamente che Jerash non era un semplice centro di provincia romana, ma una città prospera e potente. Le rovine che si trovano di fronte a noi, ottimamente conservate, unite alla splendida giornata rendono la visita unica ed affascinante. Passato l'Arco ci troviamo in prossimità dell'ippodromo che un tempo poteva contenere fino a 15.000 spettatori. Lasciamo l'ippodromo e dopo circa 200 metri incontriamo la Porta Sud una dei quattro ingressi che in origine si aprivano sulle mura della città. Passata la Porta ci troviamo di fronte ad uno dei più suggestivi luoghi del sito: il Foro, una piazza ellittica delimitata da slanciate colonne. Continuiamo lungo il percorso che porta a nord e visitiamo: il Macellum (Agorà), il Tetrapilo sud, la Cattedrale, il Ninfeo, il Teatro nord per poi soffermarci nel bellissimo Tempio di Artemide, dea della caccia e della fertilità.

Ritorniamo verso l'Arco di Adriano passando per il teatro sud: assistiamo alla performance di due artisti locali vestiti con il kilt scozzese che intonano musiche con la cornamusa. Sinceramente l'abbinamento Teatro Sud di Jerash e Irlanda mi dà fastidio. La visita si conclude presso il Tempio di Zeus da dove si gode una bellissima vista sul Foro.

La città è molto bella, ma siamo tutti un po' stanchi. Ad Amman ci dividiamo in gruppetti, alcuni vogliono visitare la Cittadella altri fare solo shopping.

Trovo con gran soddisfazione la banconota Irachena raffigurante Saddam. Dopo una cena abbondantissima ed imbarazzante al Cairo restaurant -c'era da mangiare per un esercito di 30 persone- con la pancia che implora pietà, torniamo all'albergo con i taxi e da lì ci dirigiamo in aeroporto.

 

9° Giorno: Lunedì 06/01/2014 Fine


Arriviamo puntuali in Italia: un po' assonnati ma felici per la bella vacanza ci salutiamo.
E' stata una bellissima esperienza, il clima buono, il cibo ottimo, i paesaggi indimenticabili.
Grazie a: Fiorella, Paolo, Elena, Gaetano, Fra, Diego, Eliana, Giacomo, Carla, Nadine, Valeria, Stefano, Maurizio, Enrico, Francesca, Andrea.

 

 
 
 

Partecipazione Televisiva

Post n°35 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da FraZigno

Ciao,

Nei nostri link ora trovate anche quello che vi porterà a rivedere i 10 minuti della nostra intervista nel programma televisivo alle Falde del Kilimangiaro.

 
 
 

ULTIMI COMMENTI

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Febbraio 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28    
 
 
 

FACEBOOK

 
 

AREA PERSONALE

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963