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In nome di Allah(?)

Post n°48 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da Kuqi

"Dico a voi: volevate guadagnarvi il Jannah ed invece avete prenotato l'inferno. In nome mio soltanto amore del fratello e condivisione. Chi sei tu, prodotto della mia creazione, per distruggere un altro prodotto della mia creazione? Forse un tempo mi davi ascolto, poi ai profeti veri o falsi, sicuramente oggi alla metà malvagia che dimora nel tuo animo. Una catena di montaggio passa le informazioni da metà a metà, mettendole in comunicazione e cercando di farvi capire quanto sia bello e generoso l'amore e quanto sia infido l'inganno dell'egoistico odio. A questo è creata la vostra vita, come specchio in cui riflettere le due metà e bilancia per pesare l'entità del gesto, in cui mille pietre cattive pesano meno dell'unica buona. Non è forse meglio andare alla ricerca e poi conservare solo le pietre buone, per poi costruire l'edificio più bello, piuttosto che stipare gelosamente le pietre cattive, levando agli occhi di tutti una fortezza inaccessibile, impenetrabile, ma facilmente distruttibile? In nome mio solo edifici di pace, in condivisione totale tra diversità ed affinità, per la ricchezza di uno scambio che completa due metà di una moneta spezzata e gettata agli angoli della casa che è la Terra. La differenza induce l'animo alla curiosità, ma la metà malvagia dello stesso corrompe la curiosità, trasformandola in intolleranza, in desiderio di cullare le proprie convinzioni a costo di difenderle con la violenza. È così che gli edifici belli e brutti si scontrano, crollano, mischiano le pietre, confondono l'animo e gli rendono impossibile la ricostruzione di un edificio coerente, ricco di sole pietre buone. È così che si perdono i valori, confusi e mischiati ad altri presunti tali, che costruiscono persone con percezioni distorte di amore e realtà, ed il vortice distruttivo, sia pure autodistruttivo, dell'uomo si alimenta di nuovi flutti ed ingloba sempre più odio, mietendo il doppio delle vittime. Vi dico: vi siete guadagnati il vostro inferno, poiché avete reso tale la terra, conquistata in tutte le sue bellezze, scempiata da ogni tipo di vostra nefandezza, piegata al suono dei vostri inni trionfali fatti di armi, pianti, grida di dolore e noncuranza. Dominate dunque sul vostro personale regno terreno, che io chiamo inferno, ma che vi è possibile dominare solo nell'arco del respiro vitale. Andato via quel soffio di vento, il vostro corpo, marcio e deturpato quanto la terra da voi stessi corrotta, giacerà esanime a condividerne lo scempio e null'altro rimarrà in vostro ricordo su questa terra, poiché la terra stessa è patrimonio e memoria del vostro spietato ingegno. Guai a voi, una volta morti, se provate a bussare alle porte dell'Altissimo: riecheggerà il rumore del legno a contatto con le nocche e non si leverà risposta. Questa è la perfetta metafora della vostra insensibile anima: come in vita il vostro cuore non rispose al bussare del bisogno del prossimo, scatenando preghiere e lamenti sofferenti, così da permettervi l'abuso altrui per accumulare ricchezze e vana felicità, così nella morte il cuore del Grande Regno non aprirà l'uscio, insensibile al vostro pianto ed al vostro amaro rammarico. Creai il cosmo, la Terra, la vita, redigendo leggi precise e di per sé immutabili, per garantire la prosecuzione della stessa, in beneficio alle creature e la natura che la popolano. Un insieme di ingredienti a costituire il piatto più ricco, la portata principale da servire all'uomo perché possa goderne e gustarne appieno il sapore. Numerosi habitat, così come numerose sono flora e fauna, ed una rotazione secondo un asse inclinato che regola la costanza del ricambio di giorno, notte, stagioni, senza squilibri, una rivoluzione che mantiene costante certe distanze e vicinanze da un Sole che riscalda ed illumina, senza bruciare, grazie anche ad un'atmosfera che protegge la vita, come fosse una perla preziosa da conservare. Leggi precise, ingranaggi disposti in modo da funzionare autonomamente e far funzionare il gran miracolo della vita, il tutto a disposizione vostro, per nostro grande amore. A voi il compito di usufruirne e gioirne fino al giorno della morte, giorno glorioso di piena congiunzione del corpo mortale con la fertile e vitale terra, a proseguire quell'usuale miracolo. Una morte, una sola morte, l'unica che ha come premio il ricongiungimento col Creatore, per rendere veramente grazie di quello di cui si è goduto in vita, non quella mediante uccisione o autodistruzione di sè in offesa al fratello. Questo era il progetto d'amore per voi: come avevo condiviso l'amore ed i frutti di esso con voi, così tra voi dovevano perdurare amore e condivisione, ma nel tentativo egoistico di tentare di goderne da soli, difendendo con violenza il vostro suolo, avete privato me e l'umanità di spontanea generosità"

 
 
 
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