Franti

Che postaccio Cuba!


Noto con un sentimento misto fra l'irritazione e l'ilarità che Repubblica e il Corriere, dedicano con una regolarità da metronomo un simpaticissimo articolo cadauno a scadenza settimanale su quanto Cuba sia et cetera et cetera. Oggi per esempio il Corrierone nazionale racconta di come la nazionale di calcio cubana veda, ad ogni trasferta, fuggire uno/più giocatori per chiedere asilo politico al paese di turno.Va da sè che questi poveretti nell'isola della revoluccion non guadagneranno mai una mazza, e francamente se fossi un talentuccio isolano, mi girerebbero le palle vedere che puntaruli, scapocchioni, pizze autentiche nostrane guadagnano in un giro di lancetta quanto loro non vedrebbero mai in più generazioni calcistiche. Va da sè che Cuba è povera. Per una ideologia che ricchezze non ne prevede, se non quelle interiori. Per un blocco economico che avrebbe steso noialtri in sei mesi, mentre loro ci campano da 60 anni. Per un sistema economico statale, stimolante quanto un lassativo. A Cuba ci sono stato, ormai anarchico, e il sapere che nessuno di loro avrebbe mai potuto sviluppare una grande idea imprenditoriale, mi faceva pena. Pensavo che tutte quelle lauree, tutti quegli occhi vivi, quelle menti intelligenti e colte non avrebbero potuto librarsi nel mondo della crescita economica. Poi ho pensato che era alquanto strano che un regime che voglia far bene il suo lavoro da regime spenda tempo e risorse per far cresce i propri oppressi cittadini con sport e istruzione.Atleti di livello, per giunta laureati. Che fuggono appena possono. Forse. I giornali che pubblicano questo non sempre sono attendibili. L'ho constatato di persona.Ritornando all'articolo di cui sopra, si diceva con rammarico di quanto fosse difficile per un cubano allontanarsi da Cuba. Più sotto, i commenti inferociti dei lettori puntavano il dito contro il regime comunista che non permette a nessuno di lasciare liberamente la povertà per la ricchezza altrove.A parte la gran cazzata, i cubani all'estero ci vanno eccome ( e aggiungo "purtroppo": hanno rotto le palle con salsa e merengue in tutte le palestre italiane), devo dire che le affermazioni di questa gente le conosco bene. O meglio, conosco bene chi le fa. Sono gli stessi che dicevano di Ceausescu quello che dicono di Castro. "Poveri rumeni", che non possono fuggire altrove. Quando poi Ceausescu ha fatto la fine del tirassegno, e le frontiere si sono squagliate al sole della libertà, quei poveretti rumeni sono all'improvviso diventati quegli "sporchi rumeni" che (state a sentire) se ne devono tornare al paese loro.Il socialismo è una cosa bella se scelta. Come il libero mercato. Cuba non consente il libero mercato come negli USA non è consentito il socialismo.  A Cuba non c'è scelta, forse. Ma dove c'è? Beh, viva l'Anarchia, va.