Metamorfosi

Occhi bassi

I miei occhi continuavano a fissare il pavimento. 

Su di me il peso del suo sguardo silenzioso.

Un silenzio nel quale  mai prima d'ora ero impattato.

Un silenzio che creava un tal fragore  nella mia mente, dove scorrevano come frame sparati l'uni dopo l'altro, le sue parole, i suoi sguardi, le sue raccomandazioni. 

L'atmosfera era diventata oramai di piombo.

Un peso tale che mi impediva di tirare su il capo per incrociare il suo sguardo che, sentivo, continuava a fissarmi implacabile ed implacabilmente silenzioso.

Percepivo le smorfie di disapprovazione che stranivano quel suo viso dolce che adoravo ammirare. 

Ero cosciente che avevo rovinato la serata.

Sapevo che stavolta l'avevo fatta davvero grossa, più di  quanto finanche lei potesse immaginare.

Ed a rendere ancor più grave la mia colpa le sue raccomandazioni. Raccomandazioni di cui solo ora mi rendevo conto di aver sottovalutato l'importanza.

Si era fidata di me. 

Aveva riposto fiducia in me, nelle mie azioni, nel mio fare, cosi come lei mi aveva detto di fare.

Ed io.

Ed io avevo fallito.

Avevo fallito nonostante mi avesse detto il come, il dove, il quando.

Me l'aveva detto e ripetuto.

Ed io.............

Ed io ero li, con gli occhi fissi al pavimento innanzi a lei, silenziosa, muta.

Ero li, muto anch'io.

Muto perchè cosciente di non aver nulla da dire in mia difesa.

Muto a pensare e ripensare che"me l'aveva detto di non mischiare i bianchi ed i colorati in lavatrice"