Funambola

Work in progress


Non sempre i cambiamenti sono facili. Quando certi avvenimenti ti portano a riconsiderare il tuo stile di vita, nonché il tuo modo di vedere le cose e di approcciarti ad esse, è inevitabile che qualcosa si scuota. Magari anche solo in superficie. Ma non tutti sono in grado di adeguarsi ai cambiamenti, senza scomporsi nel dover rinunciare agli schemi abituali e senza sentirsi scalfiti nelle proprie sicurezze. E, quando questo accade, la conseguente perdita dei punti di riferimento può indurre ad una mancanza di fiducia nelle proprie capacità e possibilità. In una parola, si diventa insicuri. Trovo invidiabile, in alcune persone, l’abilità di reinventarsi nelle nuove situazioni, di usare addirittura a proprio vantaggio le mutate circostanze, senza comunque ‘perdersi’ di vista. È quello che chiamo “avere successo nella vita”: evolversi nel naturale evolversi delle cose. Perché se da un lato ci sono persone fortemente conservatrici, legate al passato ed ai propri vecchi schemi e che non cambierebbero di una virgola la propria esistenza, aggrappate come cozze ad una vita di routine ben costruita, dall’altra si muovono quelle figure che io definisco trascendentali, i ‘mutanti’, sempre in movimento, abili a cambiar casa e lavoro con la tranquilla semplicità di un navigante su internet e che sembrano patire meno il distacco da luoghi e persone care. Queste ultime le vedo – le ho viste – capaci di rifarsi una vita (professionale e sentimentale) nel giro di poche settimane, alcune addirittura nel giro di pochi giorni. Ma come fanno? Per decidere di cambiare posto di lavoro – va bene che non è una cosa facile – sto sudando le proverbiali sette camicie, ne parlo spesso con chi mi è più vicino, a volte – quando sembrava che fosse lì lì per verifi-carsi – non ci ho dormito la notte. Allo stesso modo si può aver timore nell’intraprendere una nuova relazione, vivendo i sentimenti imprigionati da antiche paure, o nel cambiare città di residenza. Ed ecco farsi avanti i più mortificanti smarrimenti dell’animo umano: scarsa autostima, timore di essere inadeguati e/o respinti, paura delle critiche o di non essere all’altezza delle aspettative altrui. Si assumono, insomma, cattive abitudini nei confronti del proprio io, fino ad arrivare a zittire la propria voce interiore che, bontà sua, sa benissimo che non si è proprio da buttar via. È innegabile che al mondo ci sono anche persone come me, che pur anelando al cambiamento, in realtà lo temono. Perché per volgersi a cambiare non basta la predisposizione di spirito, ma è necessaria anche e soprattutto una certa leggerez-za e, perché no, anche la capacità di credere ai propri sogni. Immagine presa da:latrudy.splinder.com/ archive/2005-10