Funambola

Neve senza vento


Leggevo in Lezioni americane, di Italo Calvino: “nei momenti in cui il regno dell’umano mi sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio”. Non una fuga verso il sogno, ma un modo di guardare il mondo in un’ottica differente. Che poi sarebbe un modo diverso di approcciarsi ad esso e di viverlo.Così, come Perseo, che sfugge alla morsa pietrificatrice di Medusa, semplicemente guardandola attraverso il riflesso di uno specchio – uno scudo.Leggevo: e pensavo a quanto sia facile condannarsi alla pietrificazione, alla pesantezza. Persino ciò che non dovrebbe esserlo affatto, si ostina a mostrare il rovescio della medaglia, rivelando un peso addirittura insostenibile.Se è vero che possiamo sfuggire a questa condanna grazie alla nostra intelligenza, sensibilità e vivacità della mente, come sostiene Calvino; se è vero che, come sostiene qualcun altro, “noi possiamo decidere come affrontare le cose e quale decisione prendere”, io mi auguro di avere abbastanza intelligenza, sensibilità e vivacità mentale da essere in grado di non permettere a ciò che – e a chi - mi circonda di trasformarmi in una statua di me stessa.Di più: vorrei essere in grado di compiere quel miracolo che segue al gesto di Perseo che, con inaspettata delicatezza, pone la testa recisa di Medusa su un letto di foglie e ramoscelli marini che al contatto con il mostro pietrificatore si trasformano in coralli.Se non ora, almeno in un futuro prossimo venturo.