Funambola

Post N° 108


Stamane, durante il viaggio in macchina per andare al lavoro, parlando del più e del meno, la mia collega mi ha raccontato di un gradevolissimo weekend che lei e suo marito hanno trascorso in una specie di ritiro spirituale per sole coppie. Tutto molto carino, divertente, costruttivo. Quel che a me sconcerta un po' di questa storia, non è tanto che si vada in ritiro - che poi, per chi la vive può essere anche una cosa positiva, perchè le coppie si confrontano, nell'ambito di un proprio percorso spirituale, sulle problematiche della famiglia - quanto il circoscrivere in ambiti specifici la condizione degli esseri umani. Così come ci sono ritiri per coppie, così esistono quelli per single e, addirittura, per divorziati. A ciascuno il suo, insomma. Ne è nata un'accesa discussione, perchè mi sono chiesta che razza di comunione spirituale vogliano realizzare, se ci dividono in compartimenti stagni: un weekend le coppie, un altro i single, il prossimo i divorziati. Va bene il confronto tra esperienze simili, ma addirittura separarci, isolarci, per smistarci in categorie... Così succede che, se hai la sfortuna di essere unico single in una comitiva di coppie, queste ti partono per una settimana in ritiro in montagna e tu resti a casa a far la calza davanti alla Tv. Al che la mia collega ha ribattuto: "Ma tu, scusa, non puoi andare al tuo, quello dei single?" Che significa, il mio? Io voglio vivere in mezzo alle persone, stare con i miei amici senza dover guardare a nessuna condizione e mi secca un tantino essere lasciata fuori solo perchè qualcuno ha deciso che io lì non posso entrare. Sarò mica contagiosa? Diamo pure la colpa al cambio di stagione, ma a me certi discorsi fanno venire solo il nervoso...ed anche un po' di tristezza. Andiamo a dormire, va'.In the air tonight