Funambola

Alter.nativa


L'IVG, l'acronimo che indica l'interruzione volontaria della gravidanza, come ho avuto modo di leggere in uno dei tanti articoli contro, "richiama alla mente più i treni ad alta velocità francesi che gli strumenti del ginecologo", i TGV (Train à Grande Vitesse, treno a grande velocità). Guarda il caso. Un po' di anni fa, durante un viaggio compiuto proprio in treno, ho conosciuto una signora. Bella, sportivamente elegante, dimostrava assai meno dei 45 anni dichiarati. Come spesso accade, nelle chiacchiere voluttuarie sul tempo, i ritardi e i disagi di viaggi frequenti, il passo da 'cosa fai nella vita' a parlare davvero della tua vita con una perfetta sconosciuta, è stato pur breve, in un viaggio abbastanza lungo e noioso. Così, mentre fotogrammi di campi di grano puntellati di papaveri scorrevano veloci al nostro fianco, la signora mi ha raccontato serenamente una buona dose di vita propria, del suo matrimonio fallito, del lavoro, dei due figli cresciuti e del suo aborto, voluto. "Un aborto, ha cercato di spiegarmi il mio medico, è come far andare a sbattere contro un grosso ostacolo un treno spinto a folle velocità. Puoi immaginarne le conseguenze. Per una donna è lo stesso." Ricordo che guardavo insistentemente i campi grano. In realtà, guardavo i papaveri. I papaveri mi riportano sempre a mia madre. In un pomeriggio d'estate, in campagna, io correvo e lei faceva finta di inseguirmi, e ridevamo, tanto. Poi ci siamo fermate a raccogliere i papaveri.A distanza di anni, un parallelo me la riporta alla memoria, quella signora. "Si elimina un bimbo non nato perché vige la legge del più forte": sono parole di Anselma Dell'Olio, non mie. Parole che non posso fare a meno di condividere, pur nell'ambiguità "politico=che interessa la collettività, ma in fin dei conti fa l'interesse di pochi", in cui ci costringono a dimenarci, per non perdere di vista, almeno noi, il vero obiettivo. Purtroppo le leggi passano per una politica che ha dimostrato di avere una bilancia tutta sua, a peso unico. E che peso: quanto pesa. Così temiamo che il vero scopo sia tutto lì e ci agitiamo, com'è normale che accada.Il dubbio, insidioso, resta. Vorrei sempre essere libera di scegliere, ma voglio farlo con la consapevolezza che la mia libertà ha il suo prezzo. Per chi lo insegue, voglio sempre pensare che l'aborto sia l'ultima spiaggia, l'ultima soluzione nella disperazione e nella protezione. Che non ci sia, davvero, altro modo.Nota a margine: in realtà, quanto ho scritto non è altro che un'evoluzione di un commento che avevo iniziato a buttare giù ai post di CarpeDiem e di Upmarine. Non li linko, sennò mi accusano di favoritismi. Tanto li si becca facilmente in giro, sono più famosi loro, nella blogosfera, di certuni personaggi politici. Dicevo, del commento: era così lungo che alla fine l'ho ripensato e ne ho fatto un post. Non ci posso pensare. Per colpa di quei due, sono uscita fuori dai miei canoni blogghisti. Vabbè. Semel licet insanire. A' bientot. Ciao.