Funambola

La Collega Accademica


La Collega Accademica è una ragazza che, se non si ostinasse a fare l’Accademica, sarebbe senz’altro molto più simpatica. Purtroppo, passa l’ottanta per cento del suo tempo a rilevare gli errori grammaticali altrui, scritti e verbali, e lo fa con una supponenza tale che è impossibile non aver voglia di strozzarla, anche se ha ragione. Soprattutto quando ha ragione.E non solo: quando è di vena, ci mette di mezzo pure il galateo. Non si fa questo, non si dice quello. Ma questa è un’altra storia.Ora, tale collega ha scritto un libro.E non parla d’altro.Molto spesso mi capita di dover curare le relazioni scritte del mio capo e i discorsi alle presentazioni dei progetti o alle conferenze; così come, quasi sempre, mi occupo di realizzare le brochures delle stesse. Vuoi che la suddetta non metta il naso? Vuoi che non faccia comparazioni tra il mio (e non solo il mio) lavoro e il suo? Vuoi che non parli del suo Libro?Perché, alla fine, ogni scusa è buona per tornare a bomba.Un giorno, tanto per raccontarvene una, ero alla macchinetta intenta a prepararmi un caffé e me la vedo arrivare con in mano una di quelle brochures. Ora, per come la vedo io, la pausa caffé è uno di quei momenti della giornata che dovrebbe essere tutelata giuridicamente dal diritto penale. Manderei agli arresti domiciliari chi osa interromperla per motivi non esattamente vitali. Furba come una volpe in un pollaio, eccola che prende alla lontana la cosa, buttando, come per caso, frasi tipo: “Quello scrive come parla”, oppure “Certi usano le congiunzioni eufoniche a caso” (veramente non mi suonava proprio “a caso”, non lo scrivo, ma voi mi avete capita ugualmente). Poi, eufemisticamente soddisfatta, mi sbatte sotto al naso la brochure incriminata e mi intima di guardare “qui”. Il “qui” era un “ed alla”, ovvero una congiunzione eufonica “scorretta”. 'Ed' si usa solo davanti a un'altra 'e', mi fa; e 'ad' si usa solo davanti a un'altra 'a'. L'Accademia della Crusca in persona, insomma.Grazie per avermelo fatto notare, le dico. Se non fosse per quell'aria saputa che hai, avrei voluto aggiungere.Figurati, mi risponde.E continua: ma, vedi, io devo saperle per forza queste cose, perché altrimenti, sai, per scrivere il libro…Alzando gli occhi al cielo, ho incontrato lo sguardo del mio capo che mi ha fatto l’occhiolino. Per un attimo l'ho amato. Dietro di lui, ho colto il labiale di un’altra collega che, senza farsi vedere dall’Accademica, mi ha sillabato: “E’ odiosa”.Inutile dire quanto quest'ultima affermazione mi trovasse concorde.