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Un blog creato da gabisoro il 17/10/2006

GABISORO

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  • Targa Amministrazione Provinciale - Parabiago (MI)

1977

  • Coppa Comunità Europea - Palma d'Oro - San Remo (IM)
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  • 2° Premio La scarpina d'oro-Vigevano (PV)
  • 1°premio Coppa città di Alba (CN)
  • Coppa Ministero dell'Agricoltura-Torre d'oro-Vigevano (PV)
  • Coppa regionale Calabra-Gallo d'Oro-Abbiategrasso (MI)
 

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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 17 Febbraio 2007 da gabisoro
Foto di gabisoro

Rocca D'Arazzo 1974
Nudo di ragazza
Olio su Tela

 
 
 

Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 26 Novembre 2006 da gabisoro

Plotino affermava con la lapidarietà del filosofo"gli occhi sono lo specchio dell'anima". GABISORO è la precisa realizzazione del concetto. Sono occhi mobilissimi i suoi, vivaci, indagatori nell'intensa fissità dell'osservazione, profondi e rivelatori di un animo sensibilissimo, romantico, quasi languido a volte. Occhi incantati nella contemplazione del bello.

Questa è la violenta impressione che ho ricevuto quando la vidi. Poi mentre scorrevo la sua produzione artistica, accanto a me melodiava una voce bella, pacata, modesta, contenuta,riservata come è prerogativa di chi vale, di chi "conta" davvero, ma che del proprio talento dubita almeno quel tanto da provocare il tormento della titubanza. Mi accennava alle sue opere, del suo mondo creativo, delle sue apprensioni me tre io rimuginavo, tra me e me, che nel bel mezzo di questi giorni grigi, logori ed iconoclasti in cui i "valori" di un tempo, ritenuti intramontabili, incontrano la più cupa delle incomprensioni e l'Arte- sfuggita ormai al controllo delle Muse- si prostituisce in tutti gli angoli degli angiporti intellettuali , appunto mi dicevo che è bello, esaltante incontrare artisti come GABISORO. Perchè? Perchè oggi si nuota nello stagno dei luoghi comuni, in una marea di banalità che vorrebbero rappresentare un alibi all'incapacità, una forbita mimetizzazione dell'insufficienza condita da un mosaico di frasi che tentano di svendere bestialità pittori che senza nome e senza attenuanti. Ed è proprio in questi momenti che è bello ritrovare chi si accosta all'Arte senza nessun altro scopo che votarsi a Lei, pronti magari, ad affrontare anche la più cruda e massiccia cortina del silenzio interessato. E' il caso di GABISORO che lavora in un modesto silenzio, ben lontana dalla corrotta malizia della tecnica pubblicitaria che crea e distrugge idoli di cartapesta innalzati dalla ciarlataneria trionfante.

Artista riservata GABISORO, incredula quasi delle sue stesse indiscutibili possibilità, ma sopratutto onesta, proprio perchè rifugge da ogni problematica d'avanguardia affidandosi esclusivamente ai poli più evidenti della sua serena creatività: il nudo e l'osservazione pacata della natura nei suoi aspetti più stimolanti, più fascinosi come la policromia di un fiore o il rifrangersi di un'ombra nello specchio di uno stagno.

Della Pittrice dobbiamo dire subito che l'intarsio dei suoi smalti pervengono all'unità del quadro attraverso la dilagazione della luce. Un linguaggio musicalissimo che piglia ritmo da una identificazione indivisibile del colore e della luce e del colore-luce nella forma in cui si individua il felice disporsi degli spazi, così proprio come certi "interni" in cui campeggia l'immancabile delicatezza del nudo femminile. In queste tele, preziosità sommesse svelano il gusto cromatico accordato nelle trasparenze dell'ombra, mentre poco oltre, filtra sulla figura la dosata carezza dei riflessi.

Si è parlato di nudi,ma sono figure che nulla concedono all'osservazione morbosa e volgare come squallido espediente per creare sensazione. Anzi proprio nel nudo, GABISORO, tenta la sublimazione, quasi l'idealizzazione del bello femminile fine a se stesso attraverso una consumata abilità cromatica che rivela armonia e tinte pulite, quasi cantate, giocate su una tavolozza variata, ove i contrasti mantengono un felice equilibrio ed un'intrinseca fusione magistrale. Insomma il Suo è un dipingere delicato, minuziosamente solerte, caratterizzato da una pennellata tirata, levigata.

GABISORO pare così tendere al risultato che Paul Signac auspicava per sé: "il vertice dell'armonia, il vertice della luce, il vertice del colore".

Un linguaggio pittorico, infine-se questa volta lo vogliamo considerare attraverso lo spettro psicologico - che vuole costruire, e credo di non sbagliare,- oltre alla consumata abilità tecnica e alla vivace ispirazione - un'integrazione espressiva, un segno evasivo e compensativo alle insufficienze della consuetudine.

Natura,nudo, fiori. GABISORO è dunque un'anacronistica passatista, come qualcuno potrebbe supporre? Come qualche cercatore dell'originalità a qualunque costo potrebbe opinare? Non credo. La Nostra ci  dimostra di saper accogliere del passato tutti quegli insegnamenti utili ad una pittura che non vuol essere sgorbio o quantomeno deformazione, quali la necessità di un'esercitazione incessante per impadronirsi della linea, dell'uso dei colori simili a quelli che la natura,nella sua armoniosa varietà, ci pone sotto agli occhi. Ella respinge del passato, invece, quanto può sembrare pedissequa imitazione e sosta stagnante in cose già fatte. E'per questo che i suoi quadri si presentano originali per il taglio, le cose e le figure per le quali il disegno è preciso, senza minuziosità, nitido,senza quei pedanti e minuscoli particolari propri di altre epoche.

Io ho "visto" così la produzione di GABISORO.

Poi mi hanno richiamato i suoi occhi ed in loro, attraverso loro, mi sono riconfermato nel concetto di Plotino ed ho concluso che sono sì lo specchio dell'anima sua la quale è soprattutto un vibrare di emozioni, di luce e di contemplazione.

AUGUSTO PASTORE (scrittore)

Novembre 1977

 
 
 

VASO DI FIORI

Post n°6 pubblicato il 26 Novembre 2006 da gabisoro
Foto di gabisoro

 
 
 

Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 19 Novembre 2006 da gabisoro

La determinazione di trovare un linguaggio che non evada la realtà incrudelita senza farsene uno specchio disperato, è la conduzione pittorica che la particolare sensibilità di GABISORO esprime in un conflitto che si manifesta fra la sua pittura e la realtà.

Quella di GABISORO è una meditata analisi della potenza che risiede nell'anima; è un linguaggio di attuale e determinante drammaticità che ha il valore di struttura filosofica. E' la natura profondamente mistica in una fede che è raro trovare in chi milita nell'arte moderna quale caratteristica essenziale.

La classica compostezza delle sua figurazioni, dovute ad un olio pacato ed immateriale, patinato senza alcuna violenza pare vogliano presagire una preghiera fattasi luce e plasticità di forme che ne giustificano l'effetto.

Sono quelle di GABISORO espressioni di corpi femminili che obbediscono ai moti dell'animo dislocandosi in armoniose rifrazioni quasi a voler realizzare una loro particolare funzione presagita in una "verità"forse denunciata con eccessiva severità e magari per insinuazioni esterne.

GABISORO vive intensamente ed incontrastata solitudine, ciò che altri credono sia per lei di facile accesso. E' un'accettazione di fatti e sensazioni vissute più per tema di avversare la sensibilità altrui che non per l'esprimere la propria. Il suo è l'intento di librarsi in un soliloquio che pur composto di umanissima sensibilità esprime l'altrui pensiero.

Riesce legare le tessere del mosaico della vita avversa e crudele descrivendo il tema di fondo che rispecchia più che se stessa, chi la vorrebbe ancora contaminata da lacerazioni e succube di un'analisi introspettiva che le dovrebbe apparentemente far accettare ogni remora convenzionale in una grande atmosfera di dignità.

L'accetazione supina di certi contenuti di saccente conduzione esterna è la palese necessità di uscire fuori da ogni appiglio retorico.

GABISORO non può negare se stessa; non può condurre, nella consapevolezza di talune avversità o limitazioni costrittive, la sua volotà pittorica in un grido di responsabilità per le proprie interpretazioni il cui contenuto è una denuncia più "ascoltata" che presagita mentre il "vero" pensiero è spoglio di esteriorità e di fronzoli impositivi. La necessità di GABISORO è quella di poter mostrare la dignità del proprio intento allorchè il proprio pensiero è libero di soffermarsi dove ritiene esserci la "verità" e dove a natura ancora non è stata totalmente dimenticata.

Allorchè GABISORO si abbandona nelle sue..."divagazioni" floreali dimostra uno spiccato senso cromatico, dimostra di dominare la sua tavolozza con pennellate sobrie ed efficaci che sanno sempre conferire un piacevole alone di non sofisticata poesia in  tutto ciò che dipinge.

Operea, nelle sua concezioni floreali, seguendo la sempre valida lezione dei macchiaioli ottenendo spesso un colore trasparente e vibrante specie dove la macchia si condensa ed è raggiunta da una solida intenzione di sintesi.

Un'anima sensibile non può continuare, come se fosse una necessità masochista, a ripetere il dolore proprio ed a volte quello altrui; un'Artista come GABISORO conosce tutte la gamme di percezione e conduzione dell'arte visiva, ha l'obbligo di dare tutte la sensazione che riesce a recepire mediandolecon la massima sincerità, a coloro a cui è negata tale possibilità e lo deve fare a seconda del proprio stato d'animo che, impegnatonella gioia dell'Arte visiva, in tal senso si deve esprimere.

GABISORO è oggi l'artista del dolore e dello sconforto e come tale gode il privilegio dovuto alla sua tecnica ed al suo ragionamento. La gioia, l'istinto, l'inneggiare alla naturaè il grido all'Arte stessa.

                                                          ALDO BOTTINI

                                                     V. Presidente Associaz.Nazionale  Criti d'Arte 

                                                                           

 
 
 

Studio giovanile

Post n°4 pubblicato il 19 Novembre 2006 da gabisoro
Foto di gabisoro

 
 
 
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