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Un blog creato da gabisoro il 17/10/2006

GABISORO

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« VASO DI FIORIMessaggio #8 »

Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 26 Novembre 2006 da gabisoro

Plotino affermava con la lapidarietà del filosofo"gli occhi sono lo specchio dell'anima". GABISORO è la precisa realizzazione del concetto. Sono occhi mobilissimi i suoi, vivaci, indagatori nell'intensa fissità dell'osservazione, profondi e rivelatori di un animo sensibilissimo, romantico, quasi languido a volte. Occhi incantati nella contemplazione del bello.

Questa è la violenta impressione che ho ricevuto quando la vidi. Poi mentre scorrevo la sua produzione artistica, accanto a me melodiava una voce bella, pacata, modesta, contenuta,riservata come è prerogativa di chi vale, di chi "conta" davvero, ma che del proprio talento dubita almeno quel tanto da provocare il tormento della titubanza. Mi accennava alle sue opere, del suo mondo creativo, delle sue apprensioni me tre io rimuginavo, tra me e me, che nel bel mezzo di questi giorni grigi, logori ed iconoclasti in cui i "valori" di un tempo, ritenuti intramontabili, incontrano la più cupa delle incomprensioni e l'Arte- sfuggita ormai al controllo delle Muse- si prostituisce in tutti gli angoli degli angiporti intellettuali , appunto mi dicevo che è bello, esaltante incontrare artisti come GABISORO. Perchè? Perchè oggi si nuota nello stagno dei luoghi comuni, in una marea di banalità che vorrebbero rappresentare un alibi all'incapacità, una forbita mimetizzazione dell'insufficienza condita da un mosaico di frasi che tentano di svendere bestialità pittori che senza nome e senza attenuanti. Ed è proprio in questi momenti che è bello ritrovare chi si accosta all'Arte senza nessun altro scopo che votarsi a Lei, pronti magari, ad affrontare anche la più cruda e massiccia cortina del silenzio interessato. E' il caso di GABISORO che lavora in un modesto silenzio, ben lontana dalla corrotta malizia della tecnica pubblicitaria che crea e distrugge idoli di cartapesta innalzati dalla ciarlataneria trionfante.

Artista riservata GABISORO, incredula quasi delle sue stesse indiscutibili possibilità, ma sopratutto onesta, proprio perchè rifugge da ogni problematica d'avanguardia affidandosi esclusivamente ai poli più evidenti della sua serena creatività: il nudo e l'osservazione pacata della natura nei suoi aspetti più stimolanti, più fascinosi come la policromia di un fiore o il rifrangersi di un'ombra nello specchio di uno stagno.

Della Pittrice dobbiamo dire subito che l'intarsio dei suoi smalti pervengono all'unità del quadro attraverso la dilagazione della luce. Un linguaggio musicalissimo che piglia ritmo da una identificazione indivisibile del colore e della luce e del colore-luce nella forma in cui si individua il felice disporsi degli spazi, così proprio come certi "interni" in cui campeggia l'immancabile delicatezza del nudo femminile. In queste tele, preziosità sommesse svelano il gusto cromatico accordato nelle trasparenze dell'ombra, mentre poco oltre, filtra sulla figura la dosata carezza dei riflessi.

Si è parlato di nudi,ma sono figure che nulla concedono all'osservazione morbosa e volgare come squallido espediente per creare sensazione. Anzi proprio nel nudo, GABISORO, tenta la sublimazione, quasi l'idealizzazione del bello femminile fine a se stesso attraverso una consumata abilità cromatica che rivela armonia e tinte pulite, quasi cantate, giocate su una tavolozza variata, ove i contrasti mantengono un felice equilibrio ed un'intrinseca fusione magistrale. Insomma il Suo è un dipingere delicato, minuziosamente solerte, caratterizzato da una pennellata tirata, levigata.

GABISORO pare così tendere al risultato che Paul Signac auspicava per sé: "il vertice dell'armonia, il vertice della luce, il vertice del colore".

Un linguaggio pittorico, infine-se questa volta lo vogliamo considerare attraverso lo spettro psicologico - che vuole costruire, e credo di non sbagliare,- oltre alla consumata abilità tecnica e alla vivace ispirazione - un'integrazione espressiva, un segno evasivo e compensativo alle insufficienze della consuetudine.

Natura,nudo, fiori. GABISORO è dunque un'anacronistica passatista, come qualcuno potrebbe supporre? Come qualche cercatore dell'originalità a qualunque costo potrebbe opinare? Non credo. La Nostra ci  dimostra di saper accogliere del passato tutti quegli insegnamenti utili ad una pittura che non vuol essere sgorbio o quantomeno deformazione, quali la necessità di un'esercitazione incessante per impadronirsi della linea, dell'uso dei colori simili a quelli che la natura,nella sua armoniosa varietà, ci pone sotto agli occhi. Ella respinge del passato, invece, quanto può sembrare pedissequa imitazione e sosta stagnante in cose già fatte. E'per questo che i suoi quadri si presentano originali per il taglio, le cose e le figure per le quali il disegno è preciso, senza minuziosità, nitido,senza quei pedanti e minuscoli particolari propri di altre epoche.

Io ho "visto" così la produzione di GABISORO.

Poi mi hanno richiamato i suoi occhi ed in loro, attraverso loro, mi sono riconfermato nel concetto di Plotino ed ho concluso che sono sì lo specchio dell'anima sua la quale è soprattutto un vibrare di emozioni, di luce e di contemplazione.

AUGUSTO PASTORE (scrittore)

Novembre 1977

 
 
 
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