GENTIMECCANICHE
I PARACARRI NON TI ASCOLTANO
Cosa vuoi distillare da frammenti
che si direbbero vissuti se non fosse
che le porte si chiusero sempre
prima di poter vedere le stanze
Ma nei sogni ho comandato alle porte
con braccio fermo e perfetto equilibrio
Ho dispiegato scenari e contesti
come moduli riproducibili
Partii per Itaca e mi persi il viaggio
triturando ambizioni di identità
Le città dove ho vissuto per anni
sono ancora straniere ai ricordi
Quel che resta è un disagio costante
come non ritrovarmi mai in niente
Né radici né origini o mete:
non c'è altro che quello che vedi
Mi dispiace ma non puoi fidarti,
non si fa conto su chi non resta
Se mi fermo a guardare o mi metto a pensare,
sul mio libro non c'è scritto altro
Non pensavi di aver letto tutto
Ora torno nel vuoto pesante
Dove il tempo si avvolge e noi siamo vissuti
dalla grande poltiglia pulsante ...
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Il dono delle parole e il muto sguardo
tratti con eguale confidenza
Tu mercante fenicio, conoscitore di mondi
Io solo una comparsa che non vende e non compra
In silenzio ascolto i tuoi racconti
fluire come strade di seta,
spezie rare e prodigi d'oriente
Il viaggio delle tue parole
Percorso di conoscenza, fardello di esperienza
A volte solo dolore
Hai visto draghi e ciclopi e innominabili barbari,
conversato coi principi
Tu mercante fenicio, che conosci gli umani
Hai parole che guariscono e ricordi che uccidono
Io solo una comparsa che non vende e non compra
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Conosco il suono di ogni corda
Leggo ma non so spiegarti
il dipanarsi del viaggio in ogni riga
Come il pellegrino non ho che un sacco vuoto
e una lama affilata
La tensione che tiene insieme il mio libro di pagine bianche
Dalla tensione la strada dalla strada la nebbia
Dalla nebbia la febbre
Dalla nebbia
Potevi correggermi la rotta
Sai già che non mi butterò
E' un problema di interpretazione, di interpolazione
Un fatto di distanze
Come il pellegrino non ho il senso del tempo
Potevi gridare allo scoglio
Sai già che non mi butterò
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C'era ancora la pergola
Mia madre di sopra il filo
dei panni stesi
Improbabile sguardo che non ti guarda
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Continui a stupirti del tempo,
di come affolla le giornate
di chi si arrampica sugli specchi.
Ti dico: ognuno fugge,
ognuno è inquieto a modo suo.
Mentre sono presente su tutti i fronti,
alla rinfusa continuo a scappare
Come se trovarmi qui adesso fosse solo un passaggio obbligato
di un quotidiano cercare scampo
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Inviato da: mrnsll
il 12/12/2012 alle 22:35
Inviato da: v_e_n_u_s_i_a_2011
il 28/11/2012 alle 11:55