LA VERITA'
LE VERITA'« LETTERA | IL VANGELO DI OGGI » |
GESU'
Si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualche cosa. Egli disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Gesù rispose:"Non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono:"Lo possiamo". Disse loro:"Il mio calice lo berrete, ma quanto a stare seduti alla mia destra e alla mia sinistra non spetta a me concederlo, ma è per quelli per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci che avevano udito si sdegnarono contro i due fratelli. Ma Gesù chiamandoli vicino disse loro:" Sapete che i capi delle nazioni le dominano e i grandi le controllano; tra voi non dovrà essere così: ma colui che vorrà diventare grande tra voi sarà vostro servitore e colui che vorrà essere il primo tra voi sarà il vostro schiavo. Proprio come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita come prezzo di liberazione per molti".
Gesù indica la via del servizio, in queste parole-si noti l'insistenza sul verbo <<servire>>- Gesù riassume la regola d'oro dell'autorità cristiana intesa come servizio, donazione, sacrificio per gli altri, e non possesso, dominio, orgoglio e auto-affermazione. Egli afferma che la vera grandezza del discepolo è il servizio: certo, non un servizio connivente con chi vuole sfruttare gli altri, ma un servizio volto alla crescita delle persone-mediante la guida, il sostegno, l'educazione, la formazione-e al <<ben-essere>> della comunità degli uomini, mediante l'impegno sociale, politico, culturale. Analogamente, la vera grandezza del discepolo che è investito di responsabilità pubbliche, cioè di <<potere>> economico, politico, culturale, religioso,consiste nella capacità di esercitare questo potere non in vista della propria autoesaltazione o del proprio interesse, ma con umiltà e <<spirito di servizio>>. In questo dialogo, Gesù presenta se stesso come colui che serve e dà la vita per i fratelli. Egli manifesta plasticamente questo suo stile di vita nell'ultima cena, quando si curverà sui piedi degli apostoli, per compiere un gesto che nell'antico vicino Oriente non poteva essere imposto neppure allo schiavo: la lavanda dei piedi, al termine della quale dirà:"Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri". Questo gesto e queste parole sintetizzano il senso della vita e della morte di Gesù come servizio a DIO in favore dell'umanità. Ma insieme costituiscono un appello rivolto ai cristiani, perché seguano il suo esempio e, mediante lo stile di servizio, testimoniando l'amore senza limiti con cui DIO ha amato il mondo.
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Signore,
fa' di me uno strumento della tua pace.
Dov'è l'odio, fa' che io porti amore;
dov'è l'offesa, che io porti il perdono;
dov'è disperazione che io porti la speranza;
ove sono le tenebre che io porti la luce,
ov'è tristezza che io porti la gioia.
O Maestro, fa' che io cerchi di consolare,
piuttosto che essere consolato;
fa' che cerchi di comprendere,
piuttosto che essere compreso,
di amare piuttosto che essere amato;
perché solo donando, si riceve;
solo perdonando, si è perdonati,
solo morendo, si risuscita alla vita eterna.
San Francesco d'Assisi
<<Con un uomo non giacerai come si giace con una donna: è ABOMINIO !>>
Inviato da: emmanuele2003_m
il 08/09/2009 alle 23:27
Inviato da: CRIUNAMICAXTE
il 08/09/2009 alle 22:12
Inviato da: ociatt0
il 27/10/2008 alle 17:31
Inviato da: ociatt0
il 27/05/2008 alle 19:34
Inviato da: CRIUNAMICAXTE
il 20/05/2008 alle 23:35