GIORNI STRANI

Le stanze di Sabrina e la Legge dei Consimili (15).


 
   Si scivola lungo il piano inclinato della sera, oleato con maestria da chi predispone il gran teatro, tra fili, pulegge e altri marchingegni.    Sul palco, adesso, un uomo, che incontra l’amore in una carrozza regionale sulla soglia dei quarantacinque anni; e rimane discretamente in attesa sui bordi di una vallata desolata, dove non soffia neanche un alito di vento. E c’è una donna, che non è il suo amore, ma l’amica storica nonché collega di Sabrina, la fidente consigliera: colei che in tanti anni ha ascoltato e sopportato le sue fragilità senza far trapelare nulla all’esterno; colei che si è assunta l’indelicato ruolo di “carceriera del suo spirito”, mantenendo una fedeltà assoluta; tutto ciò per amicizia o per una stravagante evoluzione della stessa, una versione cerebrale, esasperata, che si regge su un equilibrio delicatissimo, ed ambedue lo sanno e nel tempo se ne sono assuefatte.      Perché a differenza dell’esuberante sicurezza sfoderata, la prof Sabri –  occhi color caffè che svettano su un metro e settantacinque di femminilità portata da casa –, ne ha di sbalzi emozionali fuori dal comune, esitazioni, piccole nevrosi; fra cui quella di non far mancare mai, nella borsetta da pendolare, tre spazzolini da denti e sette rossetti long lasting… Ma tutto ciò – colleghi della Città universitaria e studenti –, i suoi fan quotidiani non lo sanno. Per loro è la prof perfetta, sempre disponibile e sempre sorridente, un’aura che investe chiunque capiti nel perimetro del suo spazio vitale. Professoressa Smile, la chiamano.   E il sapere che il prossimo ci mette sul piedistallo può sortire un effetto letale: l’avere gli occhi sempre addosso, il sentire il peso delle aspettative nei tuoi confronti pesa, eccome se pesa: questo in cuor suo pensa Sabri. Da un momento all’altro si può crollare. Come un edificio minato da cariche esplosive. Con Manu, invece, non si sente così. Con Manu è diverso. In quei brevi ma intensi momenti col biologo milanese, la Prof Smile non si preoccupa di mostrare la propria essenza. Con lui, scioglie la corda dell’ormeggio, e va in alto mare. Senza paura. Come se si fossero sempre conosciuti.La Legge dei Consimili, la chiamano. Ma nessuno l’ha mai legiferata, nessuno l’ha mai trovata scritta.Tutti, però, prima o poi l’afferrano.    Dopo trent’anni, paradossalmente, è Carla Bragioni ad aver più bisogno di Sabrina Monaco. Ed è difficile immaginare la settimana della consigliera, senza quelle uscite del giovedì sera al teatro o del sabato pomeriggio, quando Sabri può fermarsi a dormire a Roma.    Si stanno incamminando verso la fermata del 40 Express.   <<Carla, sento che di te posso fidarmi…>> La donna rimane spiazzata non poco. <<Cosa succede? Non riesco più a comunicare con Sabri.>>   <<Emanuele, perdonami la pedanteria. Ma devo insistere>>, Carla cambia tono.   <<Capito,  tranquilla. Sistemeremo queste  diaboliche mucillagini. Dalle  questa,  però>>, le  sussurra, consegnandole una lettera con la consueta grazia.   <<Non vuoi proprio capire, eh?>> afferra la busta con indolenza.   Sguardo spiritato dell’uomo: <<Mi devo inginocchiare? Fra donne mi aspetterei un minimo di solidarietà…>>   <<Vedi… non sono nata ieri… cogli le mie parole, sono preziose, sai…>> Il volto della donna è terribilmente incupito.   <<Le parole sono sempre pre-zio-se. Condivido.>>   Adesso la donna si ferma e lo guarda amorevolmente negli occhi, stringendo quella mano virile fra le sue. Manu rimane spiazzato, forse lievemente in imbarazzo.    <<Mi sei simpatico. E ti voglio aiutare.>>   <<Cosa vuoi dirmi, madre?>>   <<Lasciala al marito. Vedi…>>   <<A quella merda fatta uomo? Ora basta, è troppo anche per me.>> L’uomo stacca la propria mano dalla presa calda di lei. <<C’è qualcosa di cui non sono a conoscenza?>>   <<La realtà non è come la vediamo. E a volte supera ogni immaginazione. Fidati di me.>> Un lenzuolo bagnato, quel volto che trasuda conoscenza delle vicende del mondo. E vicende degli uomini. <<Se vuoi… ti sarò vicino…>>   <<Carla, manda i miei personali e affettuosi saluti all’Avvocato.>> Lui, sfibrato, sta per congedarsi.    Lei lo bracca agitata, adesso. Poi un’occhiata convulsa allo smartphone.   L’uomo non sente ragioni e gira l’angolo.   Un sordo botto.   Ed Emanuele Brandi stramazza al suolo. Rigido come un birillo. La realtà non è come la vediamo. E a volte supera ogni immaginazione. Fidati di me. -------------------------------------------------------------------------------------------------------Parte 14: http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/11570721.html