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GIRO INTORNO AL MONDO IN BARCA A VELA
 

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ISOLE MARCHESI - FATU HVA

Post n°93 pubblicato il 02 Maggio 2010 da lukyll

 

 27 Aprile       Fatu Hiva -   Isole Marchesi

 

Da lontano l’isola si vede irta, con le montagne sempre ricoperte di nuvole che corrono veloci, le cime sono seghettate e molto scoscese dalle vette scendono ripidi  contrafforti separati da profonde valli in parte verdi di vegetazione in parte grigio scure di rocce laviche.

Segno che anche queste sono isole di recente formazione e comunque vulcaniche.

Siamo diretti alla Baia delle Vergini, così detta perché sono presenti dei torrioni di roccia che sembrano dei falli e gli indigeni l’avevano chiamata “ isola delle verghe”. Ma i missionari spagnoli non potevano permettere tanta volgarità e hanno aggiunto una i alla parola Verges che è diventata Vierges cioè vergine. Non mi sembra lo stesso molto appropriato questo nuovo nome ma contenti i missionari ….!

La baia è dietro l’isola e dobbiamo circumnavigarla per una buona parte. Ma quando arriviamo lo spettacolo è veramente affascinante e suggestivo. In un verde profondo della foresta che ricopre le montagne che si ergono quasi verticalmente dietro alla baia, come fosse uno scenario, seghettate in cima e sempre con grigie nuvole che gli scorrono sopra e qualche volte ne ricoprono le vette, appaiono una serie di pinnacoli o torrioni di roccia, grigie scure della roccia lavica o dove sono ricoperte di erba, quando illuminate da qualche sporadico raggio di sole, brillano di un verde tenero e smeraldino che contrasta con le cupe nuvole grigio scuro. Il mare è di colore blu cobalto anche quando il cielo è nuvoloso, bellissimo.

Erano già presenti più di dieci barche che con i loro scafi bianchi si stagliavano contro il verde cupo della foresta.

Sistemata a dovere la barca abbiamo pranzato ed il pomeriggio siamo andati al villaggio con il tender. Sulla spiaggia c’è un campo da pallavolo e molti giovani e adulti del luogo giocavano insieme a qualche navigatore di passaggio che, dopo 15-20 giorni di crociera, era ben felice di sgranchirsi le gambe. I marchesani erano molto bravi ed anche le donne nonostante quasi tutte fossero in sovrappeso. Molti altri stavano a guardare. E così tutti i pomeriggi dopo il lavoro non mancava la partita di pallavolo fino all’ora del tramonto. Unico svago collettivo presente nell’isola. Poi la messa nella vicina chiesa ma in questo caso la partecipazione era molto più bassa. La chiesa ovviamente piccola, col le finestre e porte sempre aperte e con dei crocefissi dalle sembianze Maori o comunque indigene.

L’abitato si estende lungo la strada che porta al villaggio vicino, a 17 km di distanza. Case con i tetti di lamiera, pannelli di legno per pareti e tutte sollevate da terra di almeno mezzo metro con dei piloni in cemento. Questo perché se arriva un tifone non le fa esplodere in quanto la pressione dell’aria da una parte della casa si equipara a quello della parte opposta tramite il passaggio sotto la casa. Giardini ordinati, qualche gallina, cani e gatti, piante di pompelmo meravigliose con frutti enormi, come meloni,  squisiti.  Passando abbiamo urtato casualmente un albero e sono caduti dei frutti che sono stati prontamente infilati negli zaini per essere mangiati in barca. Ottimi, dissetanti e ricchi di vitamina C di cui tutti abbiamo bisogno specialmente dopo 15 giorni di traversata senza frutta e verdure fresche. Caschi di banane appese fuori, spesso proprio sulla strada, alberi del pane ed altre piante da frutto a me sconosciute. La popolazione è gentile ed abituata agli stranieri. Una signora, Desiré, ci ha invitati per una cena tipica marchesana nella sua casa, naturalmente per 15 euro a testa. Pollo al cocco e maiale alla papaia, frutti dell’albero del pane lessati o alla griglia, pesce alla brace, banane e pompelmo, tutto abbastanza buono. Abbiamo dovuto liberare il tavolo alla svelta perché dopo di noi doveva cenare una coppia di  inglesi con tre figli al seguito.

A proposito, ho notato in questo viaggio che gli equipaggi sono formati anche da famiglie con figli piccoli al seguito. Una coppia di Norvegesi, di Oslo, hanno un figlio di otto mesi ed è salito in barca tre giorni dopo la nascita. La signora poi ne aspetta un altro, andrà a casa fra un mese ed appena partorito tornerà a finire il giro del mondo.

Nelle irte pendici delle montagne vediamo delle capre con i piccoli che, nemmeno a farlo apposta vanno a brucare nei posti più scoscesi e pericolosi, che l’erba sia migliore in quei posti?!!  Ci sono anche maiali selvatici o cinghiali nella foresta tanto è vero che la prima cosa che ci hanno chiesto sono state le cartucce. Naturalmente non capivamo ma poi ce lo hanno spiegato, per cacciare quegli animali. La legge vieta il possesso di armi ma tutti ce l’hanno solo che non possono comprare le cartucce. Un bene molto ricercato, data la notoria bontà del cinghiale e del capretto!

Vita tranquilla, senza stress, alla tv una sera davano Perry Mason, l’avvocato, roba di 50 anni fa, nessuna violenza e tutto relax.

Purtroppo ho notato diversi bambini down ed altri con problemi caratteriali, probabilmente a causa di matrimoni tra consanguinei.

Abbiamo gettato in acqua vicino agli scogli una nassa trovata alle Galapagos con del cocco dentro per pescare aragoste. Nonostante la luna piena non abbiamo pescato niente!

 

 

 
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