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DALLA PARTE SBAGLIATA?

Post n°96 pubblicato il 08 Ottobre 2008 da gioventuitaliana_va

Ho avuto l'onore di ricevere un comunicato stampa dal Presidente dell'Unione Nazionale dei Combattenti della RSI riguardante le affermazioni infelici di Atreju 2008 di GIANFRANCO FINI_to.

ECCO IL COMUNICATO:

COMUNICATO STAMPA

 

 

Dichiarazioni del Sen Ajmone Finestra Presidente Nazionale dell'Unione dei Combattenti della Repubblica Sociale Italiana, in merito all'intervento del Presidente Fini nell'incontro di ieri con i militanti di Azione Giovani.

 

(Vista l'importanza dell'argomento, si chiede cortesemente la pubblicazione integrale dell'intervento)

 

 

"Sconcerto, perplessità, rabbia e delusione, sono queste le prime reazioni che ho avuto nel sentire le notizie, poi confermate, sull'intervento del Presidente Fini ieri, durante l'incontro con i giovani militanti di AN. Ho sempre ritenuto Gianfranco Fini una persona intelligente anche se da diversi anni ha intrapreso un percorso politico da me non condivisibile e veramente faccio una grossa fatica a capire la necessità di dichiarazioni del genere, in questo momento, dopo un 25 Aprile da poco trascorso dove per la "prima volta" ho avuto la sensazione, come ex combattente della RSI, di una vera volontà di pacificazione nazionale dopo anni e anni di dichiarazioni di facciata e di convenienza. L'unica motivazione che mi viene in mente purtroppo è che sia parte di un percorso studiato bene a tavolino per affrancare la propria figura dal "suo" passato politico per raggiungere obiettivi politici che lo vedano, in un prossimo futuro, seduto sulla poltrona che ora occupa il Presidente Berlusconi. In questo quadro forse le recenti dichiarazioni dei Ministro La Russa e del Sindaco Alemanno hanno creato del disturbo e allora, sempre a tavolino e con un cinismo senza pari, si è deciso di sputare su decine di migliaia di giovani di 15, 16, 17, 18 anni che, volendo difendere l'onore della propria Patria, hanno dato la vita. Ritengo che nessuno possa giudicare quel periodo, se non la storia, tanto meno un politico di professione che non c'era e che da anni ha intrapreso un percorso di negazione del proprio passato per mal celati obiettivi di potere politico e personale. Nessuno può dire a quei giovani che “erano dalla parte sbagliata” perché quei giovani hanno dato il bene più prezioso per quella scelta, Hanno dato la vita! Nessuno mi può dire che ero dalla parte sbagliata se ho deciso di continuare a combattere mantenendo fede ad un giuramento alla Patria che avevo fatto. Ancor più non si può sputare in questo modo anche su chi ti ha fatto diventare quel politico che sei eleggendoti a proprio delfino e che fu proprio uno di quei giovani che scelsero l'onore ed il mantenimento della parola data invece del tradimento e dell'opportunismo.

Non si può sputare su Giorgio Almirante!

E non si può sputare in questo modo su altre decine di giovani che, più di trent'anni dopo la fine della guerra, hanno pagato anche loro con la vita la difesa dì quei valori cadendo nelle piazze d'Italia credendo di stare dalla parte giusta, molti dei quali avevano come segretario giovanile proprio l'attuale Presidente Fini che tante e tante volte li aveva arringati nei suoi interventi e che oggi dice che avevano sbagliato e che stavano anche loro dalla parte sbagliata.

NON SI PUO' PRESIDENTE FINI !

Non può dire chi non c'era quale fosse la parte sbagliata o quella giusta.. Ci fu sicuramente una parte che vinse e una che perse. Ci furono tanti errori ed orrori da una parte e dall'altra.

Questo è innegabile sia da una parte che dall'altra,

Perché Presidente Fini non ha ricordato nel suo intervento, nel quale ha così ben identificato la parte sbagliata, la mostruosa tragedia delle Foibe o gli eccidi delle bande comuniste che per mesi dopo la fine della guerra trucidarono decine di migliaia di italiani senza alcun processo?

Perché non ha detto che per molti partigiani comunisti l'obiettivo primario non era la libertà per l'Italia ma era di mettere un'intera nazione in mano al regime marxista-comunista che ben abbiamo conosciuto e che solo la presenza degli anglo-americani ha scongiurato?

Perché non ha chiesto e preteso dai vari leader di sinistra, così detti democratici e che oggi in coro l'applaudono, dichiarazioni similari alle sue sui vari regimi comunisti e sul partito comunista italiano di cui facevano parte e che era alleato proprio di quei regimi?

Presidente Fini lasci alla storia i giudizi storici e non usi, per migliorare la sua carriera politica che mi sembra stia già andando più che bene, la morte di decine di migliaia di giovanissimi italiani che credevamo nella Patria e che per la Patria sono morti e che, oltre tutto non hanno, ad oggi, da quella Patria, nemmeno riconosciuto  quel titolo di combattenti che meriterebbero da ogni punto di vista anche se erano dalla parte di chi ha perso la guerra e che invece, ironia della sorte, gli è formalmente riconosciuto da chi li combatteva sul fronte e cioè da americani ed inglesi”,

 

 

Roma 14 settembre 2008

 

Il Presidente Nazionale

dell'Unione Nazionale dei Combattenti della RSI

Sen. Ajmone Finestra

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Commenti al Post:
P308
P308 il 16/10/08 alle 17:19 via WEB
Ogni combattente che ha calcato in maniera più o meno rilevante le scene della Seconda Guerra Monidale DEVE essere ricordato per il proprio sacrificio e la propria abnegazione. Affermo ciò ritenendomi sufficientemente imparziale riguardo a questa vicenda, sia per ragioni anagrafiche che per spirito storico. Purtroppo in Italia pare impossibile osservare con obiettività eventi che, per quanto tragici e drammatici, risalgono a più di sessanta anni fa. Questo è lo specchio di un paese che non ha saputo crescere, frenato dalle ingerenze statunitensi ed appiattito su una politica da operetta i cui fili sono sempre stati tirati dal Congresso di Washington. In Francia il Maresciallo Pétain è oggi ricordato sì come capo del governo collaborazionista della repubblica di Vichy, ma anche come figura politica che è scesa a patti con l'invasore per salvare il paese dalla catastrofe. Quindi, se negli anni '50 e '60 in Francia il pensiero imperante era "De Gaulle ci ha salvati", succesivamente si è compreso che anche Pétain, inizalmente visto come traditore, aveva cercato una via diversa per evitare uno sterminio di massa nel suo paese. Lo stesso De Gaulle riabilitò Pétain, colui che lo aveva addestrato, guidato e comandato nella Prima Guerra Mondiale (tanto che De Gaulle chiamò il suo primogenito Philippe, in onore di Pétain). In Italia il processo di metamorfosi post bellico è stato orchestrato direttamente dagli yankees ed è mancata una figura come quella di De Gaulle, che avrebbe raccolto il rispetto del nemico. In Italia sono stati collocati al potere elementi come De Gasperi che hanno trascorso il periodo del conflitto rintanati nelle biblioteche Vaticane. In tal modo il paese è stato condannato a decenni di sudditanza nei confronti deli USA e ad un perenne basso profilo internazionale. Un saluto.
 
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