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IL SANTO GRAAL

Post n°3 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da cavaliere.templare1

Quali sono le origini del Graal? Il primo a nominarlo fu Chretien de Troyes nella sua opera "Perceval le Gallois ou le Compte du Graal" nel 1190: viene visto come una coppa, ma non ci sono riferimenti di un suo legame con Gesù. Nel testo arturiano "Joseph d'Arimathie - Le Roman de l Estoire dou Graal" del 1202 scritto da Robert de Boron, il Santo Graal viene descritto come il calice dell' Ultima Cena, in cui Giuseppe d'Arimatea aveva raccolto il sangue di Gesù crocifisso. Nuovi elementi in merito li ritroviamo in "Le Grand Graal", un testo di cui non conosciamo l'autore, che continua e integra il racconto del "Joseph di Arimathie". Il Santo Graal viene associato a un libro scritto da Gesù Cristo, alla cui lettura può accedere solo chi è in grazia di Dio e le verità di fede che esso contiene non potranno mai essere pronunciate da lingua mortale senza che i quattro elementi ne vengano sconvolti. Se ciò, infatti, dovesse accadere, i cieli diluvierebbero, l'aria tremerebbe, la terra sprofonderebbe e l'acqua cambierebbe colore. Da questo si deduce che il libro-coppa possiede un temibile potere. Ma perché il calice fu portato proprio in Inghilterra? I sostenitori della sua esistenza materiale affermano che durante la sua permanenza in Cornovaglia, Gesù aveva ricevuto in dono una coppa rituale da un Druido convertito al cristianesimo e quell'oggetto gli era particolarmente caro. Dopo la crocifissione, Giuseppe d'Arimatea aveva voluto riportarla al donatore ulteriormente santificata dal sangue di Cristo; il Druido in questione era Merlino. Sia come sia, le peripezie subite dal Graal dopo il suo arrivo in Inghilterra variano in modo considerevole a seconda delle varie fonti. Estrapolando dalla Materia di Bretagna gli episodi più ricorrenti, è possibile tracciare schematicamente il seguito della storia. Giunto a destinazione Giuseppe affida la coppa a un guardiano soprannominato "Ricco Pescatore" o "Re Pescatore" perché, come Gesù, ha sfamato un gran numero di persone moltiplicando un solo pesce.  Secoli dopo nessuno sa più dove si trovi il "Re Pescatore" e il "Santo Graal". Sulla Bretagna si abbatte una maledizione chiamata dai Celti "Wasteland" , uno stato di carestia e devastazione sia fisica che spirituale.  Per annullare il Wasteland Merlino dice a Re Artù che è necessario ritrovare il Santo Graal. Un Cavaliere (Parsifal o Galaad "il Cavaliere vergine") occupa allora lo "Scranno periglioso", una sedia tenuta vuota alla Tavola Rotonda, su cui può sedersi (pena l'annientamento) solo "il Cavaliere più virtuoso del mondo", colui che è stato predestinato a trovare il Santo Graal. Ispirato da sogni e presagi, e superando una serie di prove perigliose come il "Cimitero periglioso", il "Ponte periglioso", la "Foresta perigliosa" eccetera, Parsifal rintraccia Corbenic, il Castello del Santo Graal e giunge al cospetto della Sacra Coppa. Non osa però porre le domande "Che cos è il Santo Graal? Di chi esso è servitore?", contravvenendo così al suggerimento evangelico "Bussate e vi sarà aperto" e così il Santo Graal scompare di nuovo.
Dopo che il Cavaliere ha trascorso alcuni anni in meditazione, la ricerca riprende e finalmente Parsifal (o Galaad) pone il quesito, a cui viene risposto. "È il piatto nel quale Gesù Cristo mangiò l'agnello con i suoi discepoli il giorno di Pasqua. (...) E perchè questo piatto fu grato a tutti lo si chiama Santo Graal". Il Re Magagnato si riprende, il Wasteland finisce; Re Artù muore a Camlann e Merlino sparisce nella sua tomba di cristallo. Il Santo Graal viene a questo punto, siamo intorno al 540, riportato da Parsifal a Sarraz, una terra in medio oriente impossibile da situare storicamente e geograficamente; non è infatti in Egitto, ma "vi si vede da lontano il Grande Nilo" e il suo Re combatte contro un Tolomeo, mentre la dinastia tolomaica si estinse prima di Cristo. Per secoli non si parlò più del Santo Graal, finché, verso la fine del XII secolo, esso tornò improvvisamente alla ribalta a causa delle Crociate. A partire dal 1095, molti Cavalieri cristiani si erano recati in Terra Santa, ed erano entrati per forza di cose in contatto con le tradizioni mistiche ed esoteriche del luogo e sicuramente qualcuna di esse parlava del Santo Graal, un sacro oggetto dagli straordinari poteri. Grazie ai Crociati, la leggenda raggiunse l'Europa e vi si diffuse. C'è anche chi ritiene che il Santo Graal sia stato rintracciato dai Crociati e riportato nel Vecchio Continente. Se questo corrispondesse alla realtà, dove si troverebbe allora il Santo Graal?
Intorno al 1210, nel poema Parzival, il tedesco Wolfram Von Eschembach fornisce una nuova interpretazione sulla natura del Santo Graal. Non e' più una coppa ma:
"una pietra del genere più puro (...) chiamata lapis exillis. (Se un uomo continuasse a guardare) la pietra per duecento anni, (il suo aspetto) non cambierebbe: forse solo i suoi capelli diventerebbero grigi". Il termine lapis "exillis" e' stato interpretato come "lapis ex coelis", ovvero "pietra caduta dal cielo": e difatti Wolfram Von Eschembach scrive che la pietra era uno smeraldo caduto dalla fronte di Lucifero e portato a terra dagli angeli rimasti neutrali durante la ribellione.Se si analizzano le varie vicende storiche che si sono succedute nel corso dei vari secoli, si trovano testimonianze della presenza del Santo Graal in Inghilterra, Francia, Scozia, Galles, Spagna, Iran, Italia… e persino a Oak Island, nella New England (USA).  Una interessante, quanto suggestiva, ipotesi, vede il Santo Graal individuato a
Rennes-le-Chateau dal parroco Bérenger Saunière. Il parroco, dopo dei lavori di ristrutturazione alla antica chiesa, nel 1891, rinviene delle misteriose pergamene contenenti messaggi cifrati. Questi messaggi avrebbero portato Bérenger Saunière ad un quadro di Poussin, e quindi ad una antica tomba nelle vicinanze di Rennes-le-Chateau. Che Bérenger Saunière avesse rinvenuto, magari proprio in quella tomba il Santo Graal? Questo non lo sappiamo, i fatti comunque attestano che il parroco, da una situazione di modesta esistenza, si trovò a spendere cifre elevatissime. Si calcola che abbia speso in totale una somma pari al corrispondente di 30 miliardi dei giorni nostri.  Il vero Santo Graal, comunque, era tutt’altro che un mero oggetto di idolatria. Se viene letto con attenzione, il romanzo di Wolfram Von Eschembach, racconto iniziatico e alchemico al tempo stesso, descrive bene cosa sia veramente la ricerca del Santo Graal: in poche parole si tratta di un "simbolo".  Soltanto il cavaliere che si immerge totalmente nel suo compito, che vi dedica anima e corpo, può trovare il Santo Graal, ovvero l’unione estatica con Dio, la via della perfezione verso la Gerusalemme Celeste. Sembra superfluo perciò affannarsi ancor oggi in tentativi di rintracciare la vera reliquia del Santo Graal, anche se molti rivendicano di esserne i depositari. I  Cavalieri Templari avevano stretto rapporti con la "Setta degli Assassini", un gruppo iniziatico ismailita che adorava una misteriosa divinità chiamata Bafometto . Per alcuni il Bafometto altro non era che il Santo Graal; prima di essere sgominati, gli Assassini lo avevano affidato ai Cavalieri Templari, che lo avevano portato in Francia verso la metà del XII secolo. Se le cose fossero davvero andate così, ora il Santo Graal si troverebbe tra i leggendari tesori dei Cavalieri Templari (mai rinvenuti) in qualche sotterraneo del castello di Gisors. Il Santo Graal si trova a Castel del Monte - I Cavalieri Teutonici, fondati nel 1190, erano in contatto sia con i mistici Sufi, una setta islamica che adorava il Dio delle tre religioni, Ebraica, Islamica e Cristiana, sia con l'illuminato Imperatore Federico II Hohenstaufen, a sua volta seguace di quella dottrina. Tramite i Cavalieri Teutonici, i Sufi avrebbero affidato il Santo Graal all'Imperatore, affinché lo preservasse dalle distruzioni scatenate dalle Crociate. In tal caso, il Santo Graal si troverebbe a Castel del Monte, un palazzo a forma di coppa ottagonale edificato apposta per custodirlo. Secondo questa ipotesi il Santo Graal sarebbe il simbolico "Fuoco Reale" fonte della conoscenza, adorato dai seguaci di Zarathustra a Takht-I-Sulaiman, il principale centro del culto di Zoroastro. Takht-I-Sulaiman potrebbe essere dunque la mitica Sarraz, da cui il Santo Graal (Fuoco Reale) giunse, a cui ritornò e dove forse si trova ancora. Dopo che il culto di Zoroastro venne soppresso, alcune delle sue dottrine furono ereditate dai Manichei e, di seguito, dai Catari o Albigesi; questi ultimi erano giunti in Europa dal Medio Oriente, passando per la Turchia e i Balcani, e si erano stabiliti in Francia nel XII secolo. Nel 1244, dopo una lunga persecuzione da parte del Papato e dei francesi, furono sterminati nella loro fortezza di Montségur; se avessero portato con loro il Santo Graal durante le loro peregrinazioni, ora esso potrebbe trovarsi insieme al resto del loro tesoro in qualche impenetrabile nascondiglio del castello. Oltre a queste teorie ne esistono anche altre che coinvolgono l'Italia: Il Santo Graal si trova a Torino. Importato forse dai pellegrini che si spostavano per l'Europa durante il medioevo o forse dai Savoia insieme alla Sacra Sindone, il Santo Graal sarebbe giunto nel capoluogo piemontese; le statue del sagrato del tempio della Gran Madre di Dio, sulle rive del Po, indicano, a chi è in grado di comprenderne la complessa simbologia, il nascondiglio della Coppa.  Nel 1087, un gruppo di mercanti portò a Bari dalla Turchia le spoglie di San Nicola, e in loro onore venne edificata una basilica.  In realtà la translazione del Santo era solo la copertura di un ritrovamento ben più importante, quello del Santo Graal. I mercanti erano in realtà cavalieri in missione segreta per conto di Papa Gregorio VII. Il Pontefice era al corrente del potere del Calice, ma non intendeva pubblicizzare la sua ricerca, né l'eventuale ritrovamento, in quanto esso era un oggetto pagano o comunque il simbolo di una religione ancor più universale di quella cattolica. Gli premeva di recuperarlo da Sarraz in quanto temeva che la sua presenza sul suolo turco avrebbe aiutato i Saraceni nella loro espansione ai danni dell'Impero Bizantino, e avrebbe nociuto al programmato intervento di forze cristiane in Terra Santa a difesa dei pellegrini. Non è dato di sapere dove si trovasse la coppa e chi comandò la spedizione. La scelta di custodire il Santo Graal a Bari anziché a Roma fu determinata da due motivi: da lì si sarebbero imbarcati i cavalieri per la Terra Santa (la prima crociata fu bandita sei anni dopo il ritrovamento) e il Santo Graal avrebbe riversato su di loro i suoi benefici effetti; in più la sua presenza avrebbe protetto Roberto il Guiscardo, Re normanno di Puglie, principale alleato del Papa nella lotta contro l'imperatore Enrico IV. A ricordo dell'avvenimento, sul portale della cattedrale, si trova l'immagine di Re Artù e un'indicazione stilizzata del nascondiglio. Anche in Germania le versioni della leggenda del Santo Graal sono numerose, ed è proprio in questa nazione che la ricerca del Santo Graal si lega alla figura di Adolfo Hitler. Fin da ragazzo Hitler era affascinato dai riti e dalle cerimonie sacre e la sua giovinezza risenti dell'influenza di molti medium e studiosi nell'occulto che abitavano la città di Braunau dove era nato; ed anche il futuro capo del nazismo si racconta che possedesse poteri medianici che lo assalivano nel momento della sua più forte tensione nervosa. La preveggenza di Hitler sorprendeva i suoi collaboratori tanto da mutare la loro fedeltà verso il Führer in fanatismo. Hitler, per esempio, predisse l'esatta data dell'entrata delle truppe tedesche a Parigi, annunciò la data di morte di F. Roosevelt e predisse la data dell'arrivo a Bordeaux dei violatori del blocco navale. Ma le previsioni esatte di Hitler non si limitarono comunque solo alla politica, ma anche alla vita quotidiana. Il mistero del Santo Graal, il sacro calice che gli studiosi esoterici nazisti del tempo mutarono in "Sang Raal (sangue reale)", cioè sangue di Cristo crocifisso raccolto nella coppa e portato in Francia e poi in Bretagna da Giuseppe d'Arimatea, lo affascinò e lo ossessionò per tutta la vita. Si diceva che nessuno poteva porsi alla ricerca del Santo Graal se non fosse stato un cavaliere puro e casto, come Galaad figlio di Lancillotto. Ma anche questi, considerato il più generoso e valoroso cavaliere della corte di Re Artù, a causa dei rapporti adulterini che ebbe con Ginevra moglie del Re, non fu più degno di porsi alla ricerca del Santo Graal. La ricerca del Santo Graal era dunque vietata ai peccatori ed Hitler considerandosi invece degno per la sua vita vegetariana, di celibe, si pose alla sua ricerca credendo egli, medium e studioso di occultismo dotato di energie misteriose, di potervi riuscire. Diramò così l'ordine a tutti i suoi collaboratori affinché si procedesse alla ricerca. Ma anch'egli, che credeva di potere assurgere nel mondo a vendicatore di Cristo, fallì e così la leggenda del Santo Graal rimane tuttora avvolta nel mistero.

     

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