Creato da Gaussmat il 08/09/2009
Alla scoperta dell'icona di Pompei

 

"Temete e onorate, lodate e benedite, 

ringraziate il Signore, 

Dio onnipotente nella Trinità e nell'Unità, 

Padre e Figlio e Spirito Santo,

creatore di tutte le cose"

 

 

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ASCOLTANDO IL PAPA

«I mezzi della comunicazione sociale, per le potenzialità educative di cui dispongono, hanno una speciale responsabilità nel promuovere il rispetto per la famiglia, nell’illustrarne le attese e i diritti, nel metterne in evidenza la bellezza» (Benedetto XVI).

 

 

Dalla "Supplica alla Madonna di Pompei"

"O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia".

 

 

I miei link preferiti

- Santuario di Pompei
- www.radiomaria.it
- Maranatha
- totus
 

 

Un fiore respira, dentro una cortina di fumo, dentro una bolla di sogni, dentro un cuore, il vento piega la foglia, dolce cadde la pioggia, un altro giorno contando i passi, e Dio sorride da un libro ancora chiuso. J.M.

 

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Catechesi sulla preghiera - I

Post n°31 pubblicato il 02 Novembre 2009 da Gaussmat

 

Quadro generale - preghiera vocale e orazione mentale

 

 

Quadro generale

 

·         La preghiera coinvolge l’intera persona.

·         L’itinerario di preghiera (parallelo all’itinerario di vita spirituale): l’esercizio della preghiera è un cammino che tende verso quella che chiamiamo la “preghiera del cuore” o “contemplazione”, propria di chi è in quella che chiamiamo la “via unitiva”.

·         L’itinerario di preghiera è tracciato per ognuno dal maestro interiore: lo Spirito santo.

·         L’itinerario in realtà è “uno”:

1.      unica è la meta finale: l’unione con Cristo nella Chiesa (la santità);

2.      unico è il «soggetto attivo propulsore»: Dio, Gesù Cristo, la Chiesa.

·         All’interno di quest’unico itinerario si possono distinguere diversi itinerari: accanto a quelli “biblici” e a quelli “fondamentali” e “insostituibili” della Chiesa (liturgia/sacramenti), ci sono quelli sorti nella Chiesa durante il suo cammino nella storia.

·         L’itinerario classico, assunto anche dalla Chiesa, è quello della «Triplice Via», iniziato con lo Pseudo Dionigi (V-VI secc.). Il cammino di preghiera passa attraverso tre vie:

1.      La via purgativa (incipienti);

2.      La via illuminativa (proficienti);

3.      La via unitiva (perfetti: contemplazione passiva, preghiera del cuore, santità).

·         Queste tre vie, tuttavia, non sono separate le une dalle altre.

·         In questo itinerario la preghiera (personale) subisce un’evoluzione: dalla complessità alla semplicità, dall’attività alla passività accogliente, etc.

·         L’itinerario della Parola di Dio verso l’uomo: Profeti, Apostoli, Scrittura; Chiesa a vari livelli:

1.      Liturgico-sacramentale;

2.      Magistero autentico;

3.      Catechetico-omiletico.

4.      Dell’assimilazione personale.

 

La preghiera vocale e l’orazione mentale.

 

·         La preghiera vocale di chi sta agli inizi del cammino: dinamica esterno-interno: la voce cioè veicola la parola da Dio all’uomo. La preghiera vocale di chi è più avanzato: dinamismo interno-esterno: la parola assimilata nella mente genera nella persona la necessità di esprimere all’esterno (con la voce) l’arricchimento interiore per raffozzarlo.

·         La preghiera vocale (la preghiera liturgica in particolare) e l’orazione mentale sono interconnesse.

·         Particolare forma dell’orazione mentale: la meditazione.

·         La meditazione è preghiera:

1.      personale (non comunitaria/liturgica);

2.      privata (non pubblica/ufficiale);

3.      in cui si distinguono atti distinti dell’intelletto e della volontà;

4.      metodica; dunque più attiva e ascetica;

5.      che comporta un lavoro di assimilazione, masticazione, ruminazione di ciò che:

·         l’occhio ha letto;

·         l’orecchio ha udito;

·         la memoria ricorda;

·         allo scopo di interiorizzarlo nel “cuore”.

·         La meditazione è una preghiera che coinvolge soprattutto l’intelletto (preghiera “discorsiva”).

·         Contenuti della meditazione: vari, soprattutto i misteri della vita di Gesù, il Vangelo e la s. Scrittura.

·         Fine immediato della meditazione:

·         Orientare la mente verso una crescente e abituale consapevolezza della presenza di Dio;

·         Ciò porta ad infiammare il cuore d’amore per Cristo;

·         Fino ad avere gli stessi sentimenti di Cristo.

·         Dunque si perseguono due obiettivi in successione:

I: «proporre alla mente idee e verità perché possano essere assimilate»;

II: «fare di questi pensieri i mezzi efficaci per amare Dio; ci avviciniamo sempre di più alla  preghiera affettiva.

·         Frutti della meditazione:

o   Risveglio dell’affettività: attraverso il pensiero il cuore è mosso ad amare Dio; consolazioni interiori;

o   Intuizioni, percezioni e comprensioni di una verità: dalla conoscenza teorica a quella reale, affettiva, esperienziale.

 

 

 

 

 
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Preghiera di sant'Anselmo d'Aosta

“Dio, ti prego, voglio conoscerti, voglio amarti e poterti godere. E se in questa vita non sono capace di ciò in misura piena, possa almeno ogni giorno progredire fino a quando giunga alla pienezza” (Proslogion, cap.14).

 

Supplica alla Madonna di Pompei - 4 ottobre

 

DIO INNALZA GLI UMILI

«Dio innalza gli umili» (Lc 1,52).
Quando affermo che Dio non ascolta i ricchi, non pensate fratelli che non esaudisca coloro che possiedono denaro, domestici e possedimenti. Se sono nati in questo stato e «occupano» questo posto nelle società, si ricordino delle parole dell'Apostolo: Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi (1Tm 6,17).
Coloro che non si lasciano vincere dall'orgoglio sono poveri davanti a Dio, che tende l'orecchio verso i poveri e i bisognosi. Sanno, infatti, che la loro speranza non è nell'oro o nell'argento, né in quelle cose in cui li vediamo sovrabbondare per un certo tempo. Basta che le ricchezze non causino la loro rovina e, se non giovano a nulla per la loro salvezza, almeno non ne costituiscano un ostacolo... Quando un uomo disprezza tutto ciò che alimenta il suo orgoglio, è un povero di Dio; e Dio inclina verso di lui l'orecchio, perché conosce il tormento del suo cuore.
Senza dubbio, fratelli, quel povero coperto di piaghe, che giaceva alla porta del ricco, fu portato dagli angeli nel seno di Abramo, lo leggiamo e lo crediamo. Il ricco, invece, che, vestito di porpora e di bisso, banchettava splendidamente ogni giorno, fu precipitato nei tormenti dell'inferno (cf. Lc 16,19-31). E' stata proprio la sua indigenza che ha meritato al povero di essere trasportato dagli angeli? E il ricco è stato abbandonato ai tormenti per colpa della sua opulenza? Dobbiamo riconoscerlo: in questo povero fu onorata l'umiltà, e nel ricco fu punito l'orgoglio.
Ecco la prova che non le ricchezze, ma l'orgoglio è causa di castigo al ricco. Senza dubbio il povero fu portato nel seno di Abramo, ma dello stesso Abramo la Scrittura dice che aveva molto oro e argento e che fu ricco su questa terra (cf. Gen 23,2). Se il ricco è precipitato nei tormenti, come mai Abramo ha potuto superare il povero per accoglierlo nel proprio seno? Abramo in mezzo alle ricchezze era povero, umile, rispettoso e obbediente a ogni ordine di Dio. Il suo disprezzo per le ricchezze era tale che, quando Dio glielo chiese, accettò di immolare il figlio a cui queste ricchezze erano destinate.
Imparate dunque a essere poveri e bisognosi, sia che possediate qualcosa in questo mondo, sia che non possediate nulla. Perché si trovano dei mendicanti pieni di orgoglio e dei ricchi che confessano i propri peccati. Dio resiste ai superbi, coperti di seta o di stracci, ma concede la sua grazia agli umili, che possiedano o no beni di questo mondo. Dio guarda nell'intimo, là egli pesa, esamina. La bilancia di Dio, tu non la vedi: è il tuo pensiero che vi si trova soppesato.
Il salmista pone sul piatto i suoi titoli a essere esaudito quando dice: Perché io sono povero e infelice (Sal 85,1). Cerca di essere tale: se non lo sei, non sarai esaudito. Rifiuta tutto ciò che attorno a te e in te porta alla presunzione. Non presumere che di Dio, non aver bisogno che di lui ed egli ti colmerà.

Agostino, Esposizioni sui salmi, 85,3

 
 

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