Creato da Gaussmat il 08/09/2009
Alla scoperta dell'icona di Pompei

 

"Temete e onorate, lodate e benedite, 

ringraziate il Signore, 

Dio onnipotente nella Trinità e nell'Unità, 

Padre e Figlio e Spirito Santo,

creatore di tutte le cose"

 

 

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ASCOLTANDO IL PAPA

«I mezzi della comunicazione sociale, per le potenzialità educative di cui dispongono, hanno una speciale responsabilità nel promuovere il rispetto per la famiglia, nell’illustrarne le attese e i diritti, nel metterne in evidenza la bellezza» (Benedetto XVI).

 

 

Dalla "Supplica alla Madonna di Pompei"

"O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d'inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia; a te l'ultimo bacio della vita che si spegne. E l'ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia".

 

 

I miei link preferiti

- Santuario di Pompei
- www.radiomaria.it
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Un fiore respira, dentro una cortina di fumo, dentro una bolla di sogni, dentro un cuore, il vento piega la foglia, dolce cadde la pioggia, un altro giorno contando i passi, e Dio sorride da un libro ancora chiuso. J.M.

 

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« Catechesi sulla preghiera - IQuei muri appesi ai crocefissi »

Se l'Europa vota Barabba.

Post n°32 pubblicato il 05 Novembre 2009 da Gaussmat

E’ di ieri la notizia della sentenza della Corte di Strasburgo, che ha dato ragione a una famiglia residente in Italia e contrarissima all’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche. Tante le reazioni, anche molto forti, contro la decisione europea che pretende di far tabula rasa delle nostre tradizioni in nome di una malintesa laicità. Tanto più che a chiedere a gran voce la rimozione non sono esponenti di altre religioni che si sentono offesi dalla croce - significativa, a questo proposito, la presa di posizione dell’Ucoii, l’unione delle comunità islamiche italiane - ma dai laicisti nostrani. Sul Giornale di oggi pubblico un’intervista a Vittorio Messori sull’argomento, e una scheda con la ricostruzione della storia della croce. Ricordo che anche la croce rossa su fondo bianco, simbolo delle persone e delle istituzioni ospedaliere, ha origini religiose, perché si rifà all’abito dei padri camilliani. Dunque andrebbe eliminata anche dal Pronto Soccorso come dalle ambulanze, per non offendere la sensibilità dei laici. E che mi dite del segno +? E’ vero, si tratta di un simbolo che ha a che fare con la matematica, non con la fede, ma come escludere che possa ferire la sensibilità di qualcuno? Meglio sostituirlo con una faccina sorridente (però in quel caso potrebbero offendersi i seguaci della religione del Sol Invictus…). Attenzione poi che anche il segno ×, non dimentichiamo che si tratta della croce di Sant’Andrea, cambiamo pure quello. Ma non è finita qui: come la mettiamo con le scuole pubbliche dedicate a dei santi? Vicino a casa mia c’è la Media statale “Francesco d’Assisi”: e se si offendono i figli della famiglie benestanti che non ritengono quello di San Francesco un esempio da imitare? O l’associazione cacciatori, perché con i lupi non si parla, ma gli si spara? E che dire, invece, delle scuole statali dedicate, ad esempio, a Gramsci? Non potrebbero offendere il sentimento politico di alcuni degli allievi anticomunisti? E dei nomi delle vie, vogliamo parlare? Come potrebbe mai sopportare un intellettuale post-conciliare aperto alla modernità di abitare in via San Pio X? E del computo degli anni, che ne facciamo? Perché mai un laico deve sottostare al sopruso di un calendario che pretende di contare gli anni dalla nascita di Gesù Cristo? Che laicità è mai questa? Meglio tornare alla data della fondazione di Roma (ma i laziali saranno d’accordo?), o trovare un calendario alternativo, magari assiro-babilonese. Ci si potrebbe poi aspettare una sentenza europea sulla domenica (dies Domini, il giorno del Signore, memoria della resurrezione di Gesù Cristo): perché siamo costretti a festeggiare proprio il giorno in cui i cattolici vanno a messa? Per favorirli? Non è laico… Si proponga il martedì (non il mercoledì perché c’è l’udienza del Papa), un giorno sufficientemente lontano dalla domenica cristiana, ma anche dal venerdì islamico e dal sabato ebraico. Laicità vorrebbe che si abolissero pure la festa del Natale (si potrebbe piuttosto festeggiare il Capodanno cinese, ma i tibetani che vivono in Italia sarebbero d’accordo?). Troppe domande, meglio finire. Meglio metterci una croce sopra… Croce che, nelle reazioni di queste ore, viene troppo spesso presentata soltanto come simbolo culturale, innocua suppellettile tradizionale accanto a cancellini e lavagne, brandello di un passato identitario da rivendicare. Ma i cristiani sanno che attraverso quel “dulce lignum” e le indicibili sofferenze del figlio di Dio, dell’unico uomo che ha detto di essere “Via, Verità e Vita”, è passata la nostra salvezza, la nostra redenzione.

Andrea Tornielli, Il Giornale.

 
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Preghiera di sant'Anselmo d'Aosta

“Dio, ti prego, voglio conoscerti, voglio amarti e poterti godere. E se in questa vita non sono capace di ciò in misura piena, possa almeno ogni giorno progredire fino a quando giunga alla pienezza” (Proslogion, cap.14).

 

Supplica alla Madonna di Pompei - 4 ottobre

 

DIO INNALZA GLI UMILI

«Dio innalza gli umili» (Lc 1,52).
Quando affermo che Dio non ascolta i ricchi, non pensate fratelli che non esaudisca coloro che possiedono denaro, domestici e possedimenti. Se sono nati in questo stato e «occupano» questo posto nelle società, si ricordino delle parole dell'Apostolo: Ai ricchi in questo mondo raccomanda di non essere orgogliosi (1Tm 6,17).
Coloro che non si lasciano vincere dall'orgoglio sono poveri davanti a Dio, che tende l'orecchio verso i poveri e i bisognosi. Sanno, infatti, che la loro speranza non è nell'oro o nell'argento, né in quelle cose in cui li vediamo sovrabbondare per un certo tempo. Basta che le ricchezze non causino la loro rovina e, se non giovano a nulla per la loro salvezza, almeno non ne costituiscano un ostacolo... Quando un uomo disprezza tutto ciò che alimenta il suo orgoglio, è un povero di Dio; e Dio inclina verso di lui l'orecchio, perché conosce il tormento del suo cuore.
Senza dubbio, fratelli, quel povero coperto di piaghe, che giaceva alla porta del ricco, fu portato dagli angeli nel seno di Abramo, lo leggiamo e lo crediamo. Il ricco, invece, che, vestito di porpora e di bisso, banchettava splendidamente ogni giorno, fu precipitato nei tormenti dell'inferno (cf. Lc 16,19-31). E' stata proprio la sua indigenza che ha meritato al povero di essere trasportato dagli angeli? E il ricco è stato abbandonato ai tormenti per colpa della sua opulenza? Dobbiamo riconoscerlo: in questo povero fu onorata l'umiltà, e nel ricco fu punito l'orgoglio.
Ecco la prova che non le ricchezze, ma l'orgoglio è causa di castigo al ricco. Senza dubbio il povero fu portato nel seno di Abramo, ma dello stesso Abramo la Scrittura dice che aveva molto oro e argento e che fu ricco su questa terra (cf. Gen 23,2). Se il ricco è precipitato nei tormenti, come mai Abramo ha potuto superare il povero per accoglierlo nel proprio seno? Abramo in mezzo alle ricchezze era povero, umile, rispettoso e obbediente a ogni ordine di Dio. Il suo disprezzo per le ricchezze era tale che, quando Dio glielo chiese, accettò di immolare il figlio a cui queste ricchezze erano destinate.
Imparate dunque a essere poveri e bisognosi, sia che possediate qualcosa in questo mondo, sia che non possediate nulla. Perché si trovano dei mendicanti pieni di orgoglio e dei ricchi che confessano i propri peccati. Dio resiste ai superbi, coperti di seta o di stracci, ma concede la sua grazia agli umili, che possiedano o no beni di questo mondo. Dio guarda nell'intimo, là egli pesa, esamina. La bilancia di Dio, tu non la vedi: è il tuo pensiero che vi si trova soppesato.
Il salmista pone sul piatto i suoi titoli a essere esaudito quando dice: Perché io sono povero e infelice (Sal 85,1). Cerca di essere tale: se non lo sei, non sarai esaudito. Rifiuta tutto ciò che attorno a te e in te porta alla presunzione. Non presumere che di Dio, non aver bisogno che di lui ed egli ti colmerà.

Agostino, Esposizioni sui salmi, 85,3

 
 

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