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Post N° 15


GRANDE MANIFESTAZIONE SCIITA CONTRO GLI USA. IMPORTANTI LE NOVITA' CHE ESSA COMPORTA____________________ Argomenti (tags) dell'articolo: 
 IRAQ 4____________________Nella giornata di ieri decine di migliaia di sciiti sono scesi in piazza, in una lunga manifestazione che si è dilungata dalla città di Kufa ai sobborghi di Najaf, in occasione del quarto anniversario della caduta di Saddam Hussein. I manifestanti hanno gridato slogan apertamente contro gli “occupanti” americani, chiedendone il ritiro.Una notizia che potrebbe sembrare, ad una lettura superficiale, foriera di nuovi scontri ma che va invece letta, secondo Geopoliticando, sotto un altro punto di vista.Nella foto, le immagini della manifestazione (Reuters)
Infatti la manifestazione è stata voluta ufficialmente da Moqtada Al Sadr, il leader religioso sciita che tanti problemi ha creato alla pacificazione interna e agli americani.Come ampiamente spigato in precedenti articoli (vd. “per chi vuole saperne di più” dell’articolo “Iraq 2 – motivazioni del nuovo bagno di sangue contro gli sciiti in Iraq” dove spieghiamo chi è Moqtada e cos’è l’esercito del Mahdi), Moqtada è uno dei maggiori responsabili dei sanguinosi scontri tra sunniti e scitti in Iraq. Sostenuto fin dall’inizio dell’entrata americana in Iraq, dall’Iran, il leader sciita ha passato varie fasi “politiche”, dalla battaglia all’ultimo sangue contro i sunniti e contro gli americani alla partecipazione alle elezioni iraquene che ha visto eletti un certo numero di suoi deputati in Parlamento.E’ stato quello il primo passo dell’istituzionalizzazione di Moqtada.Perché riteniamo la manifestazione un timido passo verso la pace?Sia per le modalità della stessa, sia per eventi circostanti:1) Moqtada ha recentemente perduto il controllo di Sadr City, roccaforte sciita a Baghdad ed è quasi certamente rifugiato in Iran. Ciò è stato dovuto al rafforzamento del contingente americano e al cambiamento di strategia del nuovo comandante, Generale Patreus (vd. Art. “Iraq 2 – motivazioni del nuovo bagno di sangue contro gli sciiti in Iraq” dove spieghiamo chi è e cosa sta facendo il Generale Patreus), ma anche grazie al continuo e netto miglioramento dell’efficienza delle forze armate regolari iraquene.2) Un altro elemento da considerare è l’indebolimento del grande sostenitore di Moqtada, l’Iran sciita.La grande controffensiva sunnita, guidata dall’Arabia Saudita (vd. L’articolo “Arabia Saudita 1 – sviluppi del piano di pace saudita – parte seconda), ha messo in grave difficoltà Teheran che, per la prima volta dopo un lungo periodo di tempo, gioca sulla difensiva. Ecco anche il motivo delle ultime dichiarazioni iraniane sui progressi del nucleare, dichiarazioni, in realtà, che non dicono molto di nuovo ma che erano necessarie per rimescolare un po’ le acque sciite che da un po’ stanno lasciando fare all’Arabia Saudita.Quindi, il fondamentale elemento da cogliere, è un oggettivo e forte indebolimento militare di Moqtada.3) In tutto ciò occorre anche rammentare i timidi tentativi diplomatici tra americani e iraniani sulla situazione iraquena. Non è un caso che per i prossimi giorni è stata annunciata una conferenza di pace sull'Iraq, è probabile che Moqtada non voglia esserne esluso in toto.Per queste ragioni l’istituzionalizzazione di Moqtada ha avuto un accelerazione proprio alla manifestazione di ieri dove il leader sciita ha rilasciato importanti dichiarazioni, durante la manifestazione, rivolgendosi alle sue milizie: che quest’ultime non debbano in alcun modo colpire le forze regolari e la polizia iraquena, una notizia, quest’ultima, dirompente. E’ un importante riconoscimento di quello Stato che lui, nonostante la partecipazione alle elezioni, continuava a contrastare.E’ anche vero che figura come quelle di Moqtada hanno trovato campo facile nel vuoto istituzionale venutosi a creare dopo la caduta di Saddam, come ammesso anche da Ministro degli esteri iraqueno Hoshyar Zebari che ha sottolineato che, tra i più gravi errori commessi dal nuovo governoe  dagli americani, vi sia stato quello di “lasciare un vuoto nei campi della sicurezza e della politica (St. Petersburg Times)Le dichirazioni di Moqtada sono accompagnate da altre importanti affermazioni. Egli ha infatti ordinato alle truppe del Mahdi (le sue) di interrompere gli scontri nella città di Diwaniyah, 80 miglia a sud di Baghdad, scontri fra le sue milizie, le truppe regolari iraquene e quelle americane.Come fa notare Il Foglio di oggi, questo potrebbe essere interpretato come un segno del fatto che Moqtada non sarebbe più in grado di controllare interamente le proprie truppe. Possiamo ipotizzare che più Moqtada si istituzionalizzerà più alcune frange estremistiche, in questo caso sciite, usciranno dal suo controllo.Ma questo non frena i progressi in Iraq. Non si deve non considerare, in fondo, il fatto stesso che la manifestazione di ieri, non ha visto nessun tipo di violenza.Giusta, a questo proposito, la dichiarazione del Colonnello Steven Boylan, portavoce dell’ esercito americano, che, commentando con soddisfazione la natura pacifica della manifestazione, ha dichiarato che: “quattro anni fa una manifestazione così gli iraqueni non l’avrebbero potuta fare”.Clicca qui per tornare direttamente alla HOME PAGE di "Geopoliticando" (devi tornare alla home page anche se vuoi inserire commenti al presente articolo) oppure chiudi direttamente questa paginaATTENZIONE: PER TORNARE ALLA HOME PAGE NON CLICCARE SOTTO DOVE LEGGI "VAI ALLA HOME PAGE DEL BLOG", NON TI RIPORTERA' ALLA HOME PAGE EFFETTIVA DI GEOPOLITICANDO.