GEOPOLITICA-NDO

Post N° 18


SCONTRO TRA  TURCHIA LAICA E"RELIGIOSA". CONSEGUENZE E AUSPICI___________________Argomenti (tags) dell'articolo:
 TURCHIA 4____________________________In uno dei primi articoli Geopoliticando si è occupata dell’ingresso della Turchia in Europa, elencando i paesi favorevoli (vd. articolo "Geopoliticando" “Turchia 2 - Turchia in Europa, le motivazione dei favorevoli”), quelli contrari (vd. articolo "Geopoliticando" “Turchia 3 – Le motivazioni dei contrari e conclusioni”) e le relative motivazioni.Con questo intervento si vuole parlare ancora di Turchia in un momento nel quale gruppi nazionalisti, islamici e non, stanno aumentando le loro pressioni violente sulla vita civile del Paese.In questo contesto va ad inserirsi l’importante scontro istituzionale che sta caratterizzando la vita politica turca in queste ultime settimane. Di questo, in particolare, vogliamo parlare.
Nella foto la manifestazione del 14 aprile ad Ankara contro l'ipotesi dell'elezione di Erdogan, o comunque di un rappresentante del partito islamico Akp, alla carica di Presidente della Repubblica.Il riferimento è alla non celata aspirazione del premier turco Recep Tayyip Erdogan, a divenire il prossimo Presidente della Repubblica. Quello attuale, Ahmet Sezer (che non più tardi di tre mesi fa dichiarava : “Il fondamentalismo religioso ha raggiunto allarmanti proporzioni. L’unica garanzia per la Turchia contro questa minaccia è il suo ordinamento laico”) , è infatti in scadenza di mandato. Erdogan è il Premier turco, in qualità di leader del movimento politico vincitore delle elezioni del 2002, il partito islamico moderato Akp (Partito della giustizia e dello sviluppo) .Erdogan non ha ancora ufficializzato la sua volontà, ma non ha mai neanche smentito le voci al riguardo. In ogni caso il desiderio dell’Akp è quello di porre nella sedia della presidenza della repubblica un suo rappresentante.I numeri sono dalla parte dell’Akp, quindi, il partito, in linea teorica, ha il diritto a tale elezione.Sembra chiaro, tuttavia, un tentativo di creazione di un precedente che potrebbe rivelarsi a rischio per la Turchia. La stessa sensazione è provata dalla parte laica del Paese. Per coloro che appartengono a questa cultura l’affronto è inaccettabile, mai, dalla creazione del moderno stato turco uomini che fanno riferimento diretto all’islam hanno controllato contemporaneamente la posizione di premier e di presidente della repubblica.Erdoğan non dovrebbe dimenticare, inoltre, che il suo partito ha ottenuto la maggioranza parlamentare solo in virtù del particolare sistema elettorale turco. Con il 34 per cento dei voti ottenuti esso è ben lontano dal rappresentare la maggioranza del paese, soprattutto considerando che furono quasi undici milioni gli astenuti alle elezioni del 2002. Decidere di candidarsi, evitando ogni soluzione di compromesso, potrebbe rappresentare una forzatura.Secondo l’analista americano Edward Luttwak se l’Akp riuscisse nell’intento di nominare un “suo” presidente ciò comporterebbe uno scontro sempre più probabile tra le due culture turche, l’una rappresentata dall’Akp e l’altra dall’esercito, “garante della laicità”. Se l’Akp riuscisse nel proprio intento, prosegue Luttwak, la deriva (islamica) sarebbe inarrestabile così come la tensione crescente.E’ evidente che le stesse preoccupazioni di Luttwak ce l’ha una buona parte del popolo turco, quanto meno quel milione (secondo gli organizzatori, 300.000 secondo la polizia) sceso in piazza per protestare contro questa ipotesi, lo scorso 14 aprile.La Turchia è, costituzione alla mano, un Paese laico, così ha voluto il padre fondatore della Repubblica moderna Mustafa Kemal Ataturk.QUALE FORZA ATATURK HA POSTO A DIFESA DELLA LAICITA’ DELLO STATO?Di fatto l’esercito ed infatti c’è lo zampino anche di qualche ex generale nella grande manifestazione dello scorso 14 aprile ad Ankara. Tuttavia essa non può essere letta solo come la volontà di qualche ex gallonato in quanto il successo è stato rilevante e dimostra semplicemente la frattura in atto nella società turca e che una grande parte dei turchi guarda ancora con speranza all’Unione europea e ai principi di laicità che la contraddistingue. E’ la dimostrazione che la secolarizzazione della società turca c’è stata e questa secolarizzazione sarà ed è il prossimo obiettivo degli estremisti islamici.COME MAI ALLORA ERDOGAN, RAPPRESENTANTE DI UN MOVIMENTO ISLAMICO, SEPPUR MODERATO, E’ COMUNQUE TRA I FAUTORI DELL’ENTRATA DELLA TURCHIA IN EUROPA?Innanzitutto per legittimarsi alla comunità internazionale, infatti non avrebbe fatto certo una valida figura nell’ipotesi in cui avesse subito dichiarato, dopo la sua elezione, la volontà di allontanare il Paese dall’Occidente (non dimentichiamo che la Turchia è già membro NATO).Come secondo elemento da analizzare, Erdogan è consapevole che l’esercito si opporrà sempre ad un allargamento del potere islamico in Turchia. Ha quindi approfittato di una delle tante (a volte inspiegabili e non condivisibili) richieste dell’Unione Europea alla Turchia, relativamente alla possibilità del suo accesso nella Comunità.  Tra le richieste, infatti, c’è anche quella di ridimensionare l’ingerenza delle forze armate nella vita pubblica. Erdogan si è trovato su un piatto d’argento l’opportunità di indebolire uno dei principali avversari addossandone però la responsabilità a Bruxelles.Le resistenze europee alla Turchia non hanno però leso l’immagine del premier turco, all’interno del Paese, ma hanno indebolito sempre di più l’ “opposizione occidentalizzante” che resta schiacciata dalle forze islamiche (Luttwak, Il Foglio del 19 aprile 2007). La motivazione è chiara, la Comunità europea, a causa soprattutto della posizione francese e tedesca, sta ponendo condizioni sempre più forzate ad Ankara, conseguentemente gli estremisti islamici, ma anche altri gruppi nazionalisti hanno buon gioco a dichiarare il “razzismo” degli europei e a fare proseliti. Ancora una volta l’asse franco tedesco rischia di compromettere importanti equilibri internazionali che, a parere di Geopoliticando, non possono e non devono prescindere, dall’accesso della Turchia in Europa. I motivi sono quelli esposti sopra ma vi è anche un chiaro interesse nazionale italiano  in tal senso (vd. “Turchia 2 - Turchia in Europa, le motivazione dei favorevoli”) e soprattutto la Turchia può e deve svolgere un ruolo di ponte tra occidente e oriente, tra occidente e islàm. Una Turchia offesa e umiliata potrebbe atteggiarsi ad un ruolo diametralmente opposto a quello precedente (citato da: Turchia 2 – Turchia in Europa, le motivazioni dei favorevoli).Purtroppo nuove tensioni stanno sorgendo tra comunità internazionale e Turchia (ed ecco il motivo della nuova forza dei nazionalisti turchi, non necessariamente “islamici”): La questione iraquena. La Turchia teme uno Stato Curdo Iraqueno indipendente, lo teme poiché all’interno dei suoi confini vivono milioni di turco-curdi.In ogni caso la Turchia laica e moderna non si arrende. Vogliamo ricordare, infatti, oltre alla grande manifestazione del 14 aprile, anche le più piccole ma altrettanto significative manifestazioni seguite al massacro, dei giorni scorsi, di tre cristiani all’interno della casa editrice Zirve, a Malatya, dove tre dipendenti sono stati sgozzati poiché la casa editrice pubblicava Bibbie.“Solidarietà contro il fascismo, siamo tutti cristiani” era scritto negli slogan degli indignati manifestanti turchi ad Ankara e ad Istanbul.Le continue provocazioni di alcuni paesi europei all’accesso di Ankara in Europa, rischia fortemente di portare la parte più laica e civile turca in una posizione di sempre maggiore debolezza. C’è un grande scontro in atto in Turchia, l’atteggiamento di Francia e Germania rischia di contribuire alla vittoria di coloro che vogliono una Turchia sempre più lontana dall’occidente, sempre meno laica, sempre meno libera.La delicata situazione internazionale, con il terrorismo islamico difficile da affrontare e da vincere, non lo consente. PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIU’:Mustafa Kemal Atatürk:Unico comandante ottomano mai sconfitto dalla potenze alleate durante la prima guerra mondiale, al termine della stessa, dopo aver cacciato i Greci che avevano occupato buona parte della zona costiera turca, Kemal diede vita anche ad una serie di riforme importantissime per l'ammodernamento della sua nazione , sulla base della sua personalissima ideologia, il cosiddetto Kemalismo: - abolì il califfato;- laicizzò lo stato;- riconobbe la parità dei sessi;- istituì il suffragio universale; - adottò l'alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale.  Un vero giro copernicano che conduce alla moderna Turchia attuale. Insomma, europeizzò la Turchia.Atatürk ("Padre dei Turchi") fu il cognome che il Parlamento rivoluzionario della neonata Repubblica attribuì a Mustafa Kemal quando si introdusse la legge sui nomi di famiglia, a seguito dell'adeguamento giuridico dell'anagrafe al modello ispirato agli usi del mondo occidentale.Da allora sono le forze armate le garanti della laicità dello Stato.Clicca qui per tornare direttamente alla HOME PAGE di "Geopoliticando" (devi tornare alla home page anche se vuoi inserire commenti al presente articolo) oppure chiudi direttamente questa pagina ATTENZIONE: PER TORNARE ALLA HOME PAGE NON CLICCARE SOTTO DOVE LEGGI "VAI ALLA HOME PAGE DEL BLOG", NON TI RIPORTERA' ALLA HOME PAGE EFFETTIVA DI GEOPOLITICANDO. UTILIZZA ESCLUSIVAMENTE LA POSSIBILITA' DI TORNARE ALLA HOME PAGE CHE TROVI SOPRA O CLICCA QUI