Un “codicillo” o per meglio dire un emendamento “mascherato”, tra la pioggia di quelli presentati alla Legge elettorale, aprirebbe uno spiraglio ai Sindaci “bis” ossia a fine secondo mandato in vista di un terzo consecutivo. La notizia passata quasi sotto silenzio, sembrerebbe invece essere confermata. Infatti, già nel recente passato si era, con il cosiddetto DDL Del Rio, riformato il ruolo delle province snellendo fortemente le loro competenze, stabilendo anche la norma dell’elezione di secondo grado. Nel provvedimento erano contenute anche le disposizioni che riguardavano i Comuni, in particolare nel DDL era presente l’introduzione del terzo mandato per i sindaci dei centri con meno di tremila abitanti, l’aumento del numero dei consiglieri, da 6 a 10 per i Comuni sotto i cinquemila abitanti e da 10 a 12 per quelli sopra i cinquemila e veniva anche reintrodotta la Giunta nei Comuni in cui era stata abolita. E facendo leva proprio su quel DDL questo “codicillo mascherato” trova forza e valenza, atteso anche il paventato accorpamento dei Comuni sotto i cinquemila abitanti. Infatti se si stabilisse che tutti i comuni con meno di 5000 abitanti debbano essere soppressi, di 8100 Comuni ne rimarrebbero poco più di 2300. In Italia i Comuni sono quasi 8100 (di media, quasi 80 per ciascuna provincia), di cui la stragrande maggioranza di minime dimensioni. Più del 10% hanno meno di 500 abitanti, il 36% ha meno di 1500 abitanti e il 72% è sotto i 5000 abitanti. Con questa soluzione sparirebbero di colpo 5.800 sindaci, 23.200 assessori, 5.800 segretari, 17.400 capi area e 87.000 consiglieri. Quindi se quest’emendamento passerebbe al vaglio del Parlamento, ottenendo il disco verde, verrebbe sicuramente applicato nella prossima tornata elettorale. Quindi per quei Sindaci “bis” non è escluso che ci possa essere anche il “ter”.