OCCHI AL CIELOGiano, il dio bifronte, come me. Contraddizione e complementarietà. Il racconto della mia strada, quella che sto costruendo verso i miei sogni. E di me. |
Messaggi del 25/03/2006
...arrivi e porti desideri e capogiri Grazia. Questa è la sua qualità più grande. E mi fa strano non averne mai parlato nel blog, perché è una parte importante di me. La prima volta che la vidi avevo 13 anni, al campeggio estivo. A me non piaceva la bionda che piaceva a tutti, a me piaceva lei. Bellissima, dei capelli neri lisci e lunghi, quella bocca sottile e larga, che quando accendeva un sorriso faceva esplodere quei suoi zigomi dolcissimi. E la carnagione bianca che si arrossiva ad ogni sorriso, quasi come se si vergognasse. Silenziosa, timida e rispettosa. Ma non faceva per me, troppo sfigatello ai tempi. Però riuscii a farmi scoprire, e due anni dopo vivemmo quello che fra adolescenti si chiama Amore. Io e lei, inesperti, scoprimmo insieme anche il sesso. Poi le nostre strade si divisero… io verso amori non corrisposti, e poi usa e getta…. lei in pessime situazioni. Fino a due estati fa, quando la vidi spuntare sull’uscio del giardino estivo di un locale. In mezzo ai capelli che erano diventati corti rividi quel sorriso sempre bello uguale, sempre elegante, timido e tremendamente da scoprire. Qualche chiacchiera, e poi ancora chiacchiere tra di noi. Anzi, parole. Noi abbiamo sempre parlato. Però per lei ho sempre un sentimento speciale. Penso sia anche più di amore, oltre sicuramente. Sembri fragile nella sua esilità e nel candore del viso. Però quando sorride e spunta la sua espressione è come nella steppa intravedere le margherite ed un verde accesissimo. Graziosa nel parlare, nel far uscire le sue parole che sembrano ognuna un dono. Graziosa nel guardarti, perché se la guardi negli occhi senza dire niente sorride. Spero perché capisca che mi piace guardarla perché ne prendo uno stato di completa serenità. E Graziosa nel sorridere. Ancora oggi, 11 anni dopo quando sorride guarda in basso. Non so cosa sia, vergogna o che altro, ma di sicuro quel nascondersi dietro i capelli che le cadono sul viso è sempre stato uno dei momenti più dolci ed intriganti insieme che conosca. Perché lei ha questa forma di una dolcezza infinita, ma dentro è un continente di emozioni da vivere. e porgi in dono la tua essenza misteriosa, Da una settimana, da quando ho saputo che l’avrei rivista non ero più lo stesso. Sorrisino ebete in faccia, come ho scritto, “Sono un bambino in questi giorni, con le guance rosse che ad ogni espressione alza gli occhi al cielo e sorride, pensando a quel che verrà...”. E come al solito tra me e lei è stato magico. Non è solo qualche scopata, non siam due amanti che scappano. Siamo noi due che ci ritroviamo, come ogni volta. Parole, parole, parole. Racconti, paure, sogni, aspettative. Così diverse ma con così tanta semplicità nel descriverle. E per me vederla e sentirla parlare è sempre un dono, con quelle parole che s’annidano, e soprattutto con la fine di ogni concetto sottolineata da uno sguardo con un sorriso accennato… come dire di questo son felice… questo siamo noi. Dal pomeriggio fino alle 5 del mattino, in mezzo a pause fatte di sospiri e vibrazioni. Momenti di istinto ed impulsi nudi, caldi, struscianti. E altre pause fatte di curiosità, domande, sogni, parole. Di confessioni imbarazzanti ma totalmente aperte. In fondo ci siam presi quello che ci fa bene. Svuotare il corpo e svuotare la mente, fasi diverse ma sicuramente complementari. Io e lei, non siamo un “noi”, siamo un puzzle a due tessere di colori diversi. Son parentesi che così sono. Di pormi la domanda “perché non è altro?” non ne ho voglia. Il nostro rapporto è così, speciale, senza perché a spiegarlo. Da sempre mi professo libero da appartenenze. Ho sempre pensato che non “siamo” di un’altra persona, mai. Stare insieme vuol dire viaggiare insieme, non uniti o salire uno in groppa all’altro. Qualcosa di me però non lo potrà avere nessuno, perchè è solo della creatura più graziosa che io abbia mai conosciuto. Un pezzo di me le appartiene, e la gratitudine di esser entrata nella mia vita. In corsivo alcuni versi di “La canzone che scrivo per te” dei Marlene Kuntz, ascoltata tornando a casa, che subito nelle parole mi ha restituito una grandissima emozione.
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INFO
IL MEGLIO DEL PEGGIO DI...
Giano's Greatest Hits
(con la grafica vecchia!)
Inviato da: sallynight0
il 22/09/2009 alle 15:24
Inviato da: kristal.girl
il 26/08/2009 alle 23:43
Inviato da: Enrica_8
il 25/06/2009 alle 09:20
Inviato da: maghy
il 07/05/2009 alle 06:47
Inviato da: Enrica_8
il 03/04/2009 alle 14:47