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Ciao Daniele "compagno" amico .....

Post n°35 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da g.raminelli

Quando Febo Conti gestiva e presentava quelle indimenticabili puntate di "Chissà chi lo sa?" nel corso delle quali eravamo insieme seduti dietro a Nicola, il caposquadra, e con alle spalle Oscar, Mauro, Stefano e Rino, eravamo una squadra di "imbattibili". Così ci definivano i giornali dell'epoca (1966). Ma devo dire che non si sprecavano aggettivi perché così eravamo identificati: i "magnifici 7" ragazzi di Berra. Quel "magnifici" era un fulgido blasone che ci accompagnò in quella bella avventura durata qualche mese e che portò i nostri paesi Berra, Cologna e Serravalle all'attenzione di tutta l'Italia, che allora si accontentava di due soli canali televisivi, e che aveva una tivù dei ragazzi seguita al pari di quella serale da milioni di spettatori. Altri tempi, già. Una scuola senza titolazione cui abbiamo dato allora il titolo più bello: quello del nostro comune: Berra.Un preside arcigno all'apparenza ma orgoglioso di tutti noi e dei suoi docenti, professori validissimi: Serafini, Mazzoni, Stefanati per citarne solo tre fra tutti coloro che ci seguirono in quella iniziativa partita per scherzo e diventata un evento nazionale. Quando Vincenzo Buonassisi, il grande giornalista del Corriere della Sera venne a Berra per intervistarci, in presidenza piovevano centinaia di lettere tutti i giorni, da tutta l'Italia di quella che ormai era meglio conosciuta come "scuola media unica". Ma non ci siamo montati la testa, ognuno è rimasto il ragazzo che amava la scuola, che amava impegnarsi, che voleva bene alla propria famiglia e alla propria comunità. Un trionfo, quando il sabato notte si rientrava dagli studi della RAI di Milano: a Cologna, Berra e a Serravalle c'era sveglio tutto il paese ad accoglierci, a festeggiarci perché avevamo portato alto il nome di una terra, e della nostra gente, la nostra, dimenticata da tutti e lontana da tutto. Abbiamo fatto tutto il possibile per essere degni delle speranze che ci venivano consegnate da amici, da amiche, dalle nostre famiglie, dai professori, dagli amministratori comunali, dai parroci, dai cittadini dei nostri paesi. Così, finita l'esperienza televisiva, ognuno è tornato a studiare, giorno dopo giorno, poi a crescere, a maturare, a lavorare giorno dopo giorno, a impegnarsi per la comunità giorno dopo giorno, ad amare questa nostra gente e questi nostri paesi giorno dopo giorno, magari da posizioni ideologiche diverse, ma con spirito di impegno e di servizio. Finchè un bel giorno ci siamo trovati ancora seduti accanto, ma su posizioni diverse, in consiglio comunale, tu vicesindaco di una coalizione di sinistra, io capogruppo dei democristiani di opposizione. Prima della caduta del muro di Berlino, prima di tangentopoli. Quante battaglie in quel quinquennio di mia permanenza nell'aula consiliare di Berra! Ma quanto sincero rispetto! Quanta serietà nelle posizioni! Quanto esemplare civismo! Ho appreso stamani della tua improvvisa dipartita, caro Daniele, e sono commosso perché ho perduto un amico, meglio un "compagno" amico, il che è cosa singolare per chi non sa cosa vuol dire aver vissuto l'impegno politico prima dei grandi stravolgimenti dell'Italia di non so più quale Repubblica: prima, seconda, terza.... Non eri uomo di fede religiosa, ma avevi una fede incrollabile nel marxismo incarnato dal Partito Comunista vecchio stampo. Ora mi piace vederti comunque nel verde prato illuminato da quel Cristo che è stato, è e rimarrà fino alla fine dei tempi segno di contraddizione e simbolo dell'amore totale. Nel tuo tragitto terreno hai dato sempre il tuo impegno in modo caparbio e sanguigno, in modo convinto e senza tentennamenti. E solo Gesù sa guardare a fondo nel cuore di ciascuno e trovare il bene che vi è stato depositato giorno dopo giorno. Sia questo il tuo viatico, caro Daniele, verso l'Eternità. Ciao "compagno" amico!

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