Il blog di Giovanni

Giuseppe Bini, l'ultimo garibaldino.

Detto così, il titolo farebbe pensare ad un omaggio al garibaldino che - fra i Mille - chiuse gli occhi per ultimo. Invece in questo mio post voglio parlare di chi pur non essendo stato garibaldino, ha amato la storia dei Mille, ha gestito l'Associazione Amici del Capanno di Garibaldi, ha studiato con amore ogni pur piccolo aspetto della trafila garibaldina nelle valli comacchiesi: Giuseppe Bini, un carissimo amico e collega deceduto la domenica delle Palme. "Beppe" come amavo confidenzialmente chiamarlo, era di origini laghesi. Con lui e insieme ad altri amici ricercatori abbiamo recentemente dato alle stampe per il Comune di Lagosanto (che in precedenza lo aveva insignito del Premio "Fiocinino d'Oro") un ponderoso volume. Amante della storia locale, Bini andava deciso alla radice degli avvenimenti e riteneva che per conoscere bene una comunità non bisognasse trascurare alcunché. Conservo gelosamente i suoi preziosissimi lavori sull'anagrafe comacchiese di metà Ottocento, ho letto più volte la raccolta dei documenti sul famoso fatto di Faccani (una storia di fiocinini e guardie vallive), ho molti dei libretti ciclostilati con i ricordi dei nonni comacchiesi raccontati dai nipoti alunni delle scuole elementari. Giuseppe Bini è stato un amico che ha riservato alle comunità del Delta un amore a tutto tondo: persino ricerche e lavori sulle piante spontanee hanno caratterizzato una parte del suo impegno competente e indefesso. Quando negli anni Ottanta del Novecento ero un giovane maestro impegnato nel Circolo Didattico di Mesola, Bini era già da tempo Direttore Didattico a Comacchio. venne incaricato della reggenza nel Circolo mesolano ed egli mi volle come suo vicario. Ebbi un distacco dall'insegnamento per essere la sua "longa manus" in un istituto scolastico che andava da Ariano ferrarese a Gorino. Fu così che mi avvicinai alla professione di direttore didattico ed egli mi spronò a seguirne le orme sollecitandomi nella partecipazione al concorso direttivo nazionale, che vinsi nel 1991. Il suo incoraggiamento, i suoi consigli, la sua vicinanza, e la stima che nutriva nei miei confronti, mi furono di grandissimo aiuto allorché ebbi l’incarico direttivo a Lagosanto prima e a Codigoro poi. Non potrò mai dimenticare i suoi suggerimenti,  ricchi di tanta esperienza maturata sul campo e segnati da un profondissimo buon senso: una qualità che ne segnalava non solo l’umanità ma soprattutto i tratti più profondi della personalità. Giuseppe è stato un prezioso dono alla Scuola ferrarese in generale e comacchiese in particolare. Educatore a tutto tondo, è stato un esempio luminoso di impegno, di dedizione e di passione civica. Mancherà la sua autorevole presenza nel panorama culturale e sociale di questo nostro territorio, che egli sondò negli aspetti singolari dell’ambiente naturalistico, storico, delle tradizioni e della vita sociale. Ma resta vivo il suo ricordo. Ciao Beppe!

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