Creato da ocima7 il 22/02/2010

Gioiaesorrisi

Chi ha la gioia nel cuore supera qualsiasi avversità

 

 

A Kathryn Bigelow l'Oscar nel giorno della festa della donna

Post n°14 pubblicato il 08 Marzo 2010 da ocima7
 


 

Trama: una squadra speciale dell'esercito USA ha il compito di disinnescare le bombe durante i combattimenti. James è il comandante del reparto e sembra indifferente alla morte e trascina il resto della sua squadra in un gioco fatale di combattimento urbano, trasformando per sempre la vita dei suoi compagni.

Kathryn Bigelow con "The Hurt Locker" vincendo il suo primo premio Oscar ha dimostrato l'importanza del contributo dell'energia femminile alla crescita della nostra società. Ha vinto sull'ex marito James Cameron, regista di Avatar, dimostrando che con l'intelligenza e senza enormi mezzi si possono realizzare opere culturalmente e socialmente importanti.



 

 
 
 

Come si diventa perfetta webcam-girl

Post n°13 pubblicato il 07 Marzo 2010 da ocima7
 

Helen, milanese 27enne, ha scritto un manuale con i consigli per chi vuole fare questo lavoro

«Tranquillizzatevi mamme, non dispenserò consigli alle vostre bambine portandole sulla cattiva strada, perché a quello ci pensano già molte famiglie».

Siamo a pagina 8 del «Manuale della perfetta webcam girl», appena uscito nelle librerie per la casa editrice Mursia. A scrivere è Helen, nickname dietro cui si nasconde una giovane milanese di 27 anni, che da quando ne aveva 22 si guadagna da vivere sulle chat erotiche. Una, per intenderci, che nessuna mamma vorrebbe mai come amica delle proprie figlie. Lei lo sa, ma dal 2007, anno di pubblicazione del «Diario di una webcam girl», ha deciso di uscire allo scoperto e diventare la paladina delle tante ragazze che fanno il suo mestiere. «Solo sul portale dove lavoro io siamo in tremila, fare i bacchettoni è inutile».

Ma c’era bisogno di una guida?
«Dopo il “Diario di una webcam girl” ho ricevuto tante critiche, ma sono stata anche contattata da molte ragazze che mi chiedevano i trucchi del mestiere, perché magari non sapevano a che siti rivolgersi, si vergognavano o avevano paura di ritrovarsi qualche cliente fuori di testa sotto casa. Con la mia guida sapranno come muoversi».
Lei scrive che l’unico modo per evitare rogne è mantenere l’anonimato, ma tra libri, interviste e fotografie non è che si sia attenuta granché a questa regola.
«C’è un limite, l’essenziale è non svelarsi troppo quando si chatta: io per esempio in quei momenti non faccio mai vedere il mio viso, non voglio che circolino video porno su Internet a mia insaputa».
Com’è diventata una webcam girl?
«Cinque anni fa me ne ero andata di casa, per mantenermi facevo la commessa part-time. Non riuscivo a trovare altri lavori né a pagare le bollette. Un giorno nella posta elettronica trovo il messaggio di un sito di chat erotiche, mi incuriosisco, inizio a provare. Nel contempo vengo licenziata. Così eccomi qua, webcam girl di professione».
I suoi genitori lo sanno?
«Certo, non hanno festeggiato alla notizia, ma dato che sono sempre la stessa di prima, una ragazza tranquilla, con dei valori, mi hanno capita. Idem il mio ragazzo: sono fidanzatissima da 7 anni, lui sa che online recito solo una parte, un personaggio».
È il suo unico mestiere?
«Sì, con quattro ore di lavoro al giorno metto via in media duemila euro al mese. Ma non era così all’inizio, ora ho un buon giro».
Lo fa solo per soldi?
«No, mi diverto, sono un’esibizionista e mi piace parlare, conoscere gente nuova».
Come avvengono i pagamenti?
«Ogni ragazza decide la propria tariffa: sul portale a cui sono registrata si va da un euro a 3,50 euro per ogni minuto di chat, il 50 per cento va al sito, l’altra metà a me. In più si possono vendere foto, video, contatti e-mail, numeri di cellulare, biancheria intima».
È qui che il gioco diventa pericoloso?
«Diciamo che non bisogna essere ingenue: mai dare il numero di cellulare che si usa nel quotidiano, meglio averne uno ad hoc, così se qualcuno inizia ad assillarti puoi cambiarlo».
Le è capitato?
«Capita che degli utenti mi dicano che si sono innamorati di me: iniziano a fare i gelosi, mi cercano di continuo, scrivono online che siamo fidanzati per rovinarmi la piazza. Ma basta fargli capire che non c’è trippa per gatti e la smettono. Solo una volta mi sono spaventata».
Che cos’è successo?
«Il deejay di una nota emittente radiofonica nazionale ha iniziato ad essere ossessivo, mi tempestava di sms, mi diceva che sarebbe venuto a prendermi sotto casa. Non sapeva dove abitavo, ma ero lo stesso in ansia. Poi si è stufato».
Nel libro dedica un capitolo, «Viplandia», ai personaggi famosi che frequentano le chat erotiche.
«Sono molti, un celebre conduttore televisivo, qualche calciatore di serie A… La cosa assurda è che a differenza degli altri utenti non vedono l’ora di mostrarsi a viso scoperto, di farti vedere chi sono. Ti chiedono di andare a letto con loro, che poi chissà quali favori potranno farti. Ma a me queste cose non interessano». 
Questo non l’ha messa al riparo dalle critiche.
«Tanti giornalisti mi hanno dato della prostituta, anche usando termini più volgari, ma se lo sono io allora lo sono tutte le modelle e le veline che sfruttano la loro immagine per fare soldi».
Le si potrebbe obiettare che loro non lo fanno al fine di eccitare…
«Che ipocrisia! Viviamo in un paese di perbenisti. Sa quanti ne ho visti in tv che davanti alle telecamere mi insultavano e una volta spente mi chiedevano dove trovarmi in Rete? Del resto i numeri parlano chiaro: il sito per cui lavoro attira dai 200 ai 300 mila utenti».
Chi sono?
«Perlopiù uomini timidi, che per un motivo o per l’altro non hanno rapporti sessuali nella vita reale. E poi mariti e fidanzati che hanno fantasie erotiche che non soddisfano con le loro compagne. Molti amano travestirsi da donna di fronte a me».
Che cosa prova per loro?
«Mi sono riproposta di non giudicare. Mi fanno ridere, però, quelli che pensano di farti godere in due secondi».

Raffaella Oliva 

FONTE:

http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_05/intervista-webcam-girl_d8060812-28a3-11df-84c9-00144f02aabe.shtml

 
 
 

"Dedicato ai bambini" di Gabriella Mereu

Post n°12 pubblicato il 05 Marzo 2010 da ocima7
 
Foto di ocima7

Gabriella Mereu è un medico sardo che ho conosciuto personalmente ed alla quale ho sempre detto che se fosse vissuta in un altro Paese sarebbe diventata una ricercatrice universitaria.
Ma in Italia coloro che navigano contro corrente non sono molto apprezzati dai loro colleghi.
Ha studiato molto Gabriella.
Dalla omeopatia, ai fiori di Bach, alla grafologia medica, alla psicomagia di Alejandro Jodorowsky ed a tanto altro ancora.
Ha scritto "La terapia verbale" e "La malattia: la trappola dell'eros" e di recente ha pubblicato "La terapia verbale. con DVD" con Macrovideo, reperibile a questo link

http://www.ibs.it/code/9788864120300/mereu-gabriella/terapia-verbale-con-dvd.html

Ha un sito web dove si può avere notizia dei seminari che tiene sia in Italia che all'estero

http://www.terapiaverbale.it/

Dedicato ai bambini
La malattia è un'espressione

Come ogni bambino ha una sua faccia espressiva,
così ogni malattia ha una sua faccia.
La faccia dei bambini è stata decisa da Dio.
La malattia lo stesso.
Ma Dio non sta solo fuori dei bambini, sta anche dentro di loro.
Dio è molto buono e sa una cosa importante che i bambini non sanno: che il peggior male su questa Terra è quello dei dispiaceri.
I dispiaceri non vengono riconosciuti bene ed è per quello che se ne stanno nascosti e continuano a disturbare.
Disturbano perché non si rivelano come dovrebbero.
Allora Dio, che è tanto buono ed è anche burlone e sta dentro i bambini, trasforma i dispiaceri in malattie che non sono altro che dispiaceri e che in questa maniera vengono fuori, hanno un'espressione e quindi finalmente vengono riconosciuti e, si spera, possano essere così mandati via.
Le espressioni nei bambini sotto forma di malattie sono queste:
Mal di gola con tonsille gonfie: quando al bambino viene detto di stare zitto.
Adenoidi: quando il bambino non sopporta i familiari (ha la puzza sotto il naso).
Febbre: quando il bambino è arrabbiato.
Mal d'orecchio: al bambino non piacciono i discorsi che sente.
Gonfiori con rossori: quando il bambino è gonfio di rabbia.
Quando il bambino è asmatico, di solito è soffocato dalla mamma.
Quando è allergico alle uova o al latte è allergico alla mamma perché le uova e il latte li "fa" la mamma.
Quando è allergico a qualcosa di rosso come per esempio i pomodori o i gamberi, è il peccato della lussuria che il bambino non sa ancora cos'è, ma glielo ha trasmesso inconsapevolmente la mamma o il papà.
Se il bambino si riempie di chiazze, crede di aver commesso dei peccati. I peccati i bambini non sanno ancora cosa siano, ma col tempo, tante "brave" persone (preti, insegnanti, genitori) glielo diranno.
Così che lui cresce tanto bravo e tanto malato.
Se ha un prurito, non sopporta qualcuno.
Se ha la pelle tagliata da qualsiasi parte, ha paura che i genitori "taglino", cioè si separino.
Se ha la pelle secca da qualche parte, è come una piantina secca che non riceve acqua. Lui invece non riceve amore.
Anche tutti i dolori che ha sono dispiaceri: di solito gli vengono per la rabbia.
Se un bambino ha una paralisi, è "bloccato" da qualcuno.
Queste sono le espressioni più frequenti, ma ce ne sono tante altre. Queste cose i bambini le dovrebbero sapere, sia perché imparino che la malattia non è solo un male, ma anche una divertente notizia. Sia per dirlo ai grandi e soprattutto ai medici che in questa maniera non si diano tanto da fare con i libri e con gli esami, le pastiglie e le iniezioni, queste ultime infatti ai bambini non piacciono per niente.
E se i genitori e i medici vogliono davvero bene ai bambini, dovrebbero anche ascoltare quando dicono queste cose.
Gabriella Mereu

 
 
 

La lezione della farfalla

Post n°11 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da ocima7
 

Un giorno, apparve un piccolo buco in una crisalide.

 

Un uomo, che passava di lì per caso, si fermò ad osservare la farfalla che, per varie ore, si sforzava per uscire da quel piccolo buco.

 

Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa ed il buco fosse sempre della stessa dimensione.

 

Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva, e che non avesse più la possibilità di fare niente altro.

 

Allora l'uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed aprì il bozzolo.

 

La farfalla uscì immediatamente.

 

Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento.

 

L'uomo continuò ad osservare, perché sperava che, da un momento all'altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa cominciasse a volare.

 

Non successe nulla!

 

E la farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate. Non fu mai capace di volare.

 

Ciò che quell'uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l'intenzione di aiutare non capiva, era che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinchè la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali, così che essa potesse volare.

 

Era il modo in cui Dio la faceva crescere e sviluppare.

 

A volte, lo sforzo é esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.

 
 
 

Un esame del DNA semplice ed economico potrebbe aiutare a predire le malattie di cui soffrirà un individuo

Post n°10 pubblicato il 24 Febbraio 2010 da ocima7
 
Tag: DNA, TEST

Un accurato e poco costoso esame del DNA potrebbe rivelarsi estremamente utile per predire se una persona soffrirà di malattie autoimmuni o è predisposta ad ammalarsi di alcuni disturbi.

Lo hanno messo a punto i ricercatori della University's School of Chemistry di Edinburgo sotto la guida di Juan Diaz-Mochon.

Il metodo utilizza un tipo di analisi chimica della saliva (e quindi manderebbe in pensione quella che usa gli enzimi) e sarebbe in grado di individuare anche minuscole variazioni nel codice genetico in punti critici della catena del DNA che indicano una predisposizione a precisi disturbi.

Secondo quanto spiegato dai ricercatori scozzesi, il test agirebbe in soli trenta minuti e offrirebbe una fotografia chiara e abbastanza accurata delle malattie alle quali una persona potrebbe andare incontro nel corso della vita.

Fonte

http://news.paginemediche.it/it/231/la-mela-del-giorno/genetica-medica/detail_127398_un-esame-del-dna-semplice-ed-economico-potrebbe-aiutare-a-predire-le-malattie-di-cui-soffrira-un.aspx?c1=36

 
 
 
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