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S. Giovanni Battista

La festa di San Giovanni

 

 

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La festa di S. Giovanni ad Alghero - Ricerche sui libri

Post n°4 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da gio_bat24
 

LA FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA AD ALGHERO

Ricerche sui libri e su internet

JOAN PALOMBA - In "Tradizioni , usi e costumi di Alghero" (1911) - scriveva che

"La festa di San Giovanni è una delle più tipiche e originali, la chiesa è situata fuori dal centro della Città, è annessa all'antico convento dei Cappuccini.
Alla vigilia, verso il tramonto, comincia un vero e proprio pellegrinaggio che dura quasi tutta la notte: molte persone, per voto, vegliano in chiesa pregando.
Il piazzale è affollatissimo, dove sono improvvisate per l'occasione rivendite di torrone, liquori, dolci, noci, nocciuole, aranci, lotterie, ecc.

Alcuni fanno il bagno della mezzanotte perché in quell'ora si crede di raccogliere un erba speciale risplendente, detta PURIOL, che guarisce tutti i mali.
L'indomani alla mattina, le funzioni religiose, la sera corse di cavalli, albero della cuccagna, fuochi d'artificio, corse nei sacchi, gare poetiche. È usanza in questo giorno farsi compari e comari ".
Ultima modifica di Massimiliano Lepri

Nel 1995 il Comune di Alghero (sindaco Carlo Sechi, assessore alla cultura Carlo Demartis) pubblicò un libretto intitolato "Festa dels focs de Sant Joan - Festa del solstici d'estiu).
La pubblicazione riporta le testimonianze di Joan Amades (Costumari català - 1950-1956) e di Antoni Ciuffo (noto come Ramon Clavellet n. 1879 - m.1912?).

Joan Amades nel libro "Costumari Català" pubblicato tra il 1950 e il 1956 ci racconta che ad Alghero durante la festa di San Giovanni i bambini compravano un bambolotto di pasta dolce chiamato canalleru o munycot.
Nelle bancarelle si vendevano anche torroni, marmellate, noci, noccioline, vino e carrube.
Era usanza anche fare il bagno a mezzanotte in punto per essere preservato da ogni male per un anno intero.
Ma la notte di San Giovanni è anche il momento ideale per predire il futuro delle ragazze da marito. Allo scoccare della mezzanotte le ragazze gettavano un garofano dalla finestra. Il futuro marito avrà il nome di colui che raccoglierà il garofano.

Anche Ramon Clavellet (Antoni Ciuffo 1879-1912) ci dà la sua testimonianza che risale a fine ottocento, primi del Novecento. Il poeta sassarese sembra infastidito dalla festa e dice che i bambini tirano le giacche dei genitori chiedendo un soldino per comprare cavalluccius e mugnichetas di pasta dolce.
Le ragazze non sposate fanno la prova del piombo "nota in Catalogna e altre località".
E dice ancora: "La notte della vigilia tutti gli algheresi vanno a riempire la piccola navata della chiesa, dove cantano certi gosos che non trascriverò perché sono in dialetto sardo.
Nell'insieme, gran concorso di pubblico, molta animazione, suoni e canti che durano fino alla mezzanotte, ora in cui ognuno si ritira a casa sua lasciando i devoti di Bacco, i quali, stesi per lungo nel fossato aspettano la luce del nuovo giorno."

In una rivista degli anni ottanta Antonello Colledanchise parla della festa.

Dice che la notte del 23 le ragazze algheresi mettevano dell'acqua in una pentola, quindi aggiungevano il piombo. Aumentavano il fuoco e quando il piombo era sciolto recitavano questa preghiera:
En nom del Pare, del Fill
i de l'Espirit Sant.
San Joan meu
feu-me veure qui empleu
tengarà lo marit meu.

In nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo
San Giovanni mio fammi vedere quale mestiere
avrà mio marito.

Nota: "Fare il piombo" era una delle usanze più diffuse in Sardegna. Dalla forma che assumeva il piombo sciolto al contatto con l'acqua si traevano pronostici sul futuro.

Quando un bambino cadeva e sbatteva la faccia per terra, tirandolo su si ripeteva:
San Joan, San Joan
que te fassi bò i gran
San Joan Baptista
que te dongui bona vista.

San Giovanni, San Giovanni
che ti faccia buono e grande
San Giovanni Battista
che ti dia buona vista.

Aggiunge poi che la vigilia di San Giovanni i ragazzi algheresi prendono sedie, mobili, tavole e altri legni che bruceranno di notte in un gran fuoco che verrà acceso in mezzo a una piazza e che sarà saltato dai più giovani. Gli adulti seduti in circolo diventano "compari e comari".

 

 

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