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S. Giovanni Battista

La festa di San Giovanni

 

 

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Altre superstizioni e notizie

Post n°20 pubblicato il 26 Aprile 2012 da gio_bat24

Come si sa, le ricerche non finiscono mai. Ecco quindi altre informazioni sulla festa di San Giovanni che ho reperito durante il lavoro sulle Superstizioni che il Gruppo di Studio Tholos ha portato avanti nel 2012.

I processi dell'Inquisizione misero in luce numerose e insospettabili pratiche svolte abitualmente da coloro che intendevano ottenere del bene ma anche del male.

Tra le tante notizie riporto le seguenti legate alla festa di San Giovanni.

Sebastiana Sanna, originaria di Cagliari e residente ad Alghero, fu processata perché:

"... aveva insegnato a Serrampiona Manna certe orazioni, dedicate al sole e alla luna, da recitare nel giorno di S. Giovanni per ottenere beni di fortuna e l'amore delle persone amate" (pag. 135)

Il contadino di Macomer Gavino Faedda, processato nel 1678, confessò che una gitana gli aveva insegnato come, per "liberarsi dai nemici, occorresse cogliere delle erbe nella notte di San Giovanni" .(pag. 139)

Nei processi dell'Inquisizione il malocchio non è molto presente. Nel 1590 Crescentina Mameli di Siamanna confessò che: "Il giorno di San Giovanni Battista, prima del sorgere del sole, andava a cogliere ruta, finocchio selvatico e prendeva acqua benedetta. Con queste tre cose faceva un amuleto che soleva dare perché venisse messo ai bambini contro il malocchio". (pag. 139)

Caterina Casti di San Sperate confessò di conoscere is brebus de piciadura o pitziadura, usati quando una persona era pitziada, cioè afflitta da qualche dolore generalmente al capo:

Santu Juanni a mari andendi

i si batiendi in su riu Jordanu 

sa conca siat sana e Santa Anastasia   

sa conca sana siada.

(Nel frattempo metteva un po' di cenere sulla testa del malato a applicava le mani su di essa)

 Da "Streghe, esorcisti e cercatori di tesori" di Salvatore Loi, AM&D Edizioni, Cagliari, 2008.

In "Il folklore italiano" di Giuseppe Calvia (1926) apprendiamo una tradizione sarda localizzata nella Gallura. Premetto che la riporto per dovere di completezza e mi auguro che tradizioni simili non esistano più in nessun luogo.

"Nella notte della natività di San Giovanni Battista si prende un gatto completamente nero e lo si mette a bollire vivo entro una bignatta, finché tutte le ossa si possano staccare dalla carne. Si prende allora uno specchio e ad una ad una gli si presentano le ossa finché non se ne trovi tale che abbia la virtù di non essere riflessa. Con questo osso in tasca si può entrare dovunque senza esser visti da alcuno. Lo si mette in un sacchetto di pelle di volpe, lo si cuce a filo doppio e lo si appende al collo. Da quel giorno ha inizio la fortuna di chi lo porta, il quale, se ha lunga vita, può divenir più ricco di Mida. così almeno si crede nelle campagne galluresi."

Tale pratica trae origine da un antico mito, quello di Dioniso che, da piccolo, fu attirato dai Titani con una sfera, con un astragalo e con sonagli mentre guardava la sua immagine riflessa in uno specchio. I Titani lo fecero a pezzi e pare che si sia mantenuto nel tempo l'uso di collocare uno specchio sulla fronte di tori e buoi destinati al sacrificio.

Da "La grande enciclopedia della Sardegna" - Miti, Feste e Racconti Popolari  a cura di Dolores Turchi,  La Biblioteca della Nuova Sardegna, 2007

Le ragazze sarde rivolgevano invocazioni a San Giovanni. Gino Cabiddu ne riporta una:

O Santu miu Giuanni                 / O santo mio Giovanni

Pregu chi no m'inganni              / Prego che non m'inganni,

Chi no m'inganno ti pregu!        / Che non m'inganni ti prego!

A chini su coru intregu,               / A chi il cuore affido,

Faimiri sa grazia,                        / Fammi la grazia,

De mi liberai de disgrazia           / Di liberarmi di disgrazia!


Gino Cabiddu - Usi, costumi, riti, tradizioni popolari della Trexenta, Ed Fossataro, Cagliari, 1965

Nel sinodo di Ales del 1696 viene descritta la seguente pratica.

"(Le persone) sogliono digiunare superstiziosamente nel giorno precedente la festa (vigilia) di S. Giovanni Battista, senza mangiare niente in tutto il giorno al di fuori di mezzo pane. Dopo averlo cotto azzimo e fuori dal forno, durante la notte, al sorgere della prima stella e con altre cerimonie scandalose lo prendono e lo mangiano sulla soglia della porta , osservando se una moneta da loro posta dentro il detto pane si trova nella metà che mangiano o nell'altra che buttano sul tetto per arguire se si sposeranno fuori o nella località dove vivono. Identica cosa fanno nella vigilia di S. Nicola vescovo."

Salvatore Loi - Inquisizione, sessualità e  matrimonio, AM&S Edizioni, Cagliari, 2006

LAMPADAS

Sul nome del mese di giugno in sardo, lampadas, Gino Cabiddu ci dà numerose informazioni.

Pare che il nome Lampadas si trovi anche nell'Africa del Nord, come dice San Fulgenzio, Vescovo di Ruspa. Era il mese dedicato dai pagani alla dea Cerere: Lampadarum dies Cereri dedicatus est (il giorno delle Lampade è dedicato a Cerere). Qui si parla di un giorno, non di un mese.

In Africa si celebravano feste con grandi luminarie in onore di Cerere, così come le donne fenicie festeggiavano il loro dio Adone. Nel VI secolo in Africa le feste furono dedicate a San Giovanni. Queste feste si svolgevano nel mese di giugno ed erano chiamate Lampades.

Nella Penisola Iberica si mantengono tracce di questi antichissimi usi e il giorno della festa di San Giovanni Battista era detto Lampa.

In Portogallo San Giovanni fu chiamato nel Medio Evo San Ioào das lampadas o das lampa a causa "das innumeras luminarias, lampadas ou lampasas de ozeite, sebo o cera que ea ed è costume acender en la fiesta de lo Santo Precursor".

Aggiunge Gino Cabiddu che ciò lo asserisce anche Max Leopoldo Wagner.

Nel romanzo di Verga "Mastro don Gesualdo" il camparo massaro Carmine si lamenta perché il bestiame è svogliato. Allora dice che bisognerebbe mutar pascolo. "Il mal d'occhio! ... è passato qualcheduno che portava il malocchio! Ho seminato perfino i pani di San Giovanni nel pascolo..."

I Malavoglia di G. Verga, BMM, 1962, pag. 73.

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