Creato da gio_bat24 il 24/10/2010

S. Giovanni Battista

La festa di San Giovanni

 

 

San Giovanni Battista

Post n°1 pubblicato il 24 Ottobre 2010 da gio_bat24
Foto di gio_bat24

 Leonardo - San Giovanni  Battista

SAN GIOVANNI BATTISTA

All'interno dell'Associazione Tholos di Alghero si è formato un gruppo di studio che intende portare avanti una ricerca sulla festa di San Giovanni Battista.

Per dare forma al lavoro e cercare di sistemare la grande quantità di notizie trovate ci siamo riproposti di rispondere alle seguenti domande.

1. Che cosa ricordiamo dei festeggiamenti di San Giovanni Battista?

2. Quali testimonianze troviamo nei libri e in internet sui festeggiamenti ad Alghero?

3. Quali testimonianze troviamo nei libri e in internet sui festeggiamenti in Sardegna nel tempo?

4. Quali testimonianze troviamo nei libri e in internet sui festeggiamenti in Italia nel tempo?

5. Quali testimonianze troviamo nei libri e in internet sui festeggiamenti in Europa e nel mondo nel tempo?

6. Chi era San Giovanni?

7. Qual è la storia della festa?

8. Perché si festeggia il solstizio?

9. Che cosa è il solstizio?

10. Quando l'uomo ha iniziato a festeggiare il solstizio?

11. Perché La Massoneria ha come patrono San Giovanni?

12. Qual è la storia della chiesa di San Giovanni Battista di Alghero?

 
 
 

I ricordi dei soci

Post n°2 pubblicato il 27 Ottobre 2010 da gio_bat24
 
Foto di gio_bat24

  Foto Pro Loco - Alghero

 

 LA FESTA DI SAN GIOVANNI NEI NOSTRI RICORDI

L'interesse dell'associazione culturale Tholos per l'argomento nasce dal fatto che alcuni soci ricordano che molti anni fa in città il 24 giugno si festeggiava solennemente San Giovanni Battista.
La festa è andata poi scomparendo; negli anni novanta l'amministrazione comunale ha ripreso ad interessarsene, ha pubblicato un libretto sull'argomento e ha organizzato dei festeggiamenti.
Ultimamente è stata la Pro Loco a riprendere il filo interrotto allestendo una serie di eventi anche in base a testimonianze dei primi del 1900.

All'interno dell'Associazione Tholos si è formato un gruppo di soci che intendono riprendere il discorso estendendo il raggio di ricerca nel tempo e nello spazio.

 Inizieremo il lavoro mettendo insieme i nostri ricordi per poi arricchirli con ricerche su libri e su internet.

Risponderemo alle domande iniziali che ci siamo posti e cercheremo di offrire un'ampia prospettiva di un evento senz'altro assai singolare che si preannuncia ricco di contenuti importanti e sorprendenti.

 

 AD ALGHERO

 Franca Tilloca : "Quando ero bambina mia madre non mi faceva andare al mare a fare il bagno prima del 24 giugno, festa di San Giovanni Battista. Prima dovevo assumere una purga e poi potevo andare al mare. Prima di quella data i miei fratelli andavano a fare il bagno di nascosto, anche se poi mamma se ne accorgeva.

Quello era anche il giorno in cui sostituivamo la maglia di lana con la canottiera di cotone. Non aveva importanza la temperatura, fino a San Giovanni non ci si alleggeriva."

Pasqualino Mellai: Per capire meglio il significato di questa festa bisogna sapere che nel mese di giugno, per la povera gente, iniziava il tempo dell'abbondanza. Gli orti dispensavano ogni ben di Dio, c'era frutta in quantità, si falciava il grano, le campagne davano cibo da consumare e da conservare, in altri termini era finito il periodo delle ristrettezze. Anche il mare era più pescoso e spesso si barattavano i prodotti del mare con quelli della campagna. Oggi tutto ciò ha scarso significato ma non era così per coloro che faticavano senza sosta tutti i giorni per ricavare il necessario per vivere.

San Giovanni era la festa più importante fino agli anni sessanta. Mi ricordo che di fronte alla chiesa verso la spiaggia si allestiva l'albero della cuccagna con due grandi ruote cariche di cibi tra cui anche galline vive. Il palo era cosparso di sego per far scivolare i coraggiosi che volevano arrampicarsi fino in cima.
Ricordo che, oltre all'albero della cuccagna, c'era anche il Pennone.
Di notte le barche si avvicinavano alla spiaggia davanti alla chiesa di San Giovanni alla luce delle lampare. Lu buracò (il pennone, l'albero delle barche a vela latina) di una barca veniva unto di sego e si doveva arrivare in punta camminandovi sopra.

Naturalmente la barca dondolava e l'impresa non doveva essere facile. L'unico lato positivo era che si cadeva in acqua. C'era l'arbitro che giudicava chi aveva fatto il percorso migliore.
La festa era molto ricca di eventi. Si facevano gare di nuoto, il tiro alla fune, e la corsa dei sacchi sulla strada che era lo spettacolo più divertente.
Si organizzavano corse di cavalli sulla spiaggia dal vecchio passaggio a livello in su, verso il lido. Di notte c'erano i fuochi d'artificio.

Un altro particolare è che c'era il divieto di fare il bagno prima del 24 giugno. Inoltre nel periodo immediatamente precedente prendevamo la purga e per quattro giorni mangiavamo brodo. La purga si prendeva perché si credeva che altrimenti venissero delle bollicine sulla pelle. A San Giovanni toglievamo la maglia di lana e indossavamo la canottiera di cotone.

Maria Luisa Niolu ricorda le bancarelle sulla strada che porta alla chiesa. Dentro la cunetta dalla parte del mare si calavano moltissimi mendicanti che, sporgendo il busto, chiedevano l'elemosina ai passanti.

In particolare ricorda ancora di un povero che tendendo la mano diceva a mò di cantilena:
"Fate la carità a unu poveru scuntriatu che a una manu ha zincu dita e a s'attera duos e tres."
La battuta la fece ridere per tutta la giornata e la ricorda ancora oggi.

Mino Deiana afferma che qualcuno faceva il bagno di notte nella spiaggia verso San Giovanni e si saltavano i fuochi.

La festa era organizzata dagli ortolani.

Pina Calvia parla dei fuochi che si accendevano nelle strade del centro storico il 23 giugno. Lei saltava le fiamme tenendo per mano un'amica e ripetendo delle frasi che ora non ricorda.

Salvatore Pinna ricorda che davanti alla fontanella attigua alla chiesa del Carmelo si faceva un grande falò con pezzi di legno, spesso raccogliendo quelli portati dal mare (astracaruras) e anche vecchi mobili. Era infatti un'occasione per liberarsi di quelli ormai inservibili.
Si aspettava che le fiamme calassero, poi i più coraggiosi iniziavano a saltare sul fuoco tra le grida degli astanti. In seguito saltavano altri a coppie. Alcuni ricordano il modo di dire "cumparas de San Joan", ma non ne ha mai incontrati che ne conoscessero il significato esatto e gli obblighi o diritti derivanti.

TTT

Colgo l'occasione della citazione dell'astracarura per segnalare che a Ventimiglia in Liguria il fuoco di San Giovanni si fa con gli astrachi, cioè con i legni che si depositano a riva con le mareggiate. Forse uno studioso di lingua algherese potrebbe spiegare il collegamento tra i due termini.

A SASSARI

Lina Premoli: I miei ricordi risalgono a quando ero bambina, negli anni 45-50.
Abitavo a Sassari in periferia. Nei giorni immediatamente precedenti la festa, nelle campagne si raccoglieva il fieno di grano. Nella serata del 23 giugno si saltavano i fuochi in coppia sia ragazzo-ragazza o anche persone dello stesso sesso. Chi saltava diventava comare e compare. In testa mettevamo un fazzoletto bagnato per evitare di rovinare i capelli col fuoco.

Ricordo inoltre che prima di iniziare la stagione balneare ad Alghero (io abitavo a Sassari) mia madre mi portava dal medico che mi prescriveva una purga. La stagione dei bagni non cominciava mai prima del 24 giugno.

Altre sassaresi doc ricordano che a Porta Sant'Antonio si faceva lu fugaroni che si saltava in coppia e così si diventava cumpari e cumari di fugaroni.

A TEMPIO

Lina Premoli: A Tempio i ragazzi andavano in giro per le case a chiedere soldi per la festa. Il ricavato veniva utilizzato per allestire un rinfresco con dolci, panini, e bibite da offrire a chi saltava i fuochi il 23 giugno.
Ogni rione aveva il suo fuoco. A Tempio si utilizzava il vitichignu (la potatura delle viti) per accendere i falò.

 A VILLANOVA MONTELEONE

Teresa Piras: "A Villanova Monteleone si facevano i fuochi e lo saltavano comari e compari." Per tutta le vita si rimaneva comari e compari.
Saltando sulla fiamma del fuoco si ripeteva:
"Comare comare
in bene e in male
in male e in bene
comare de piaghere
comare de allegria
a chent'annos
comare mia."

Maria Teresa Spanu ricorda che a Villanova diversi fuochi si facevano per tutta la lunghezza della strada e davano così la possibilità a molte coppie di saltarli in contemporanea.

 IN SVEZIA


Vittoria Chessa qualche anno fa si trovava in Svezia a Laerdal. Era il 23 giugno e ha visto che nei pressi del villaggio era stata preparata una catasta di legna. La giornata non finiva mai poiché a quelle latitudini la notte è veramente brevissima. Infine è stato acceso un grande falò e sono stati fatti dei festeggiamenti per il giorno più lungo.

 

 

 
 
 
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