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Post n°440 pubblicato il 29 Giugno 2009 da LucyTermoli.TN

La teologia cristiana e la dottrina del peccato originale negli scritti tolkieniani

Nelle lettere di Tolkien
incontriamo più volte una lettura cristiana della presenza del male nel mondo e della forza di Cristo che gli si oppone.
Talvolta, con il suo humour inglese, scherza sulla fede e sulla bontà di Cristo:

Quindi concluse che l’unico critico letterario è Cristo, il quale ammira più di ogni altro uomo al mondo i doni che Lui stesso ha dispensato. Quindi “riconosciamoci in Cristo”. Dio ti conservi. [19]



Più spesso evidenzia la serietà del problema del male e del peccato. Pure, senza mai dimenticare l’opera instancabile di Dio e del bene:

Una conoscenza anche superficiale della storia deprime una persona dandole la sensazione dell’eterna quantità dell’iniquità umana: vecchia, vecchia, squallida, infinita immutabile incurabile corruzione. Tutte le città, tutti i paesi, tutte le abitazioni degli uomini – fogne! E allo stesso tempo uno sa che c’è sempre un po’ di bene: sempre più nascosto, sempre meno chiaramente discernibile, che raramente esce allo scoperto, si fa visibile, si trasforma in una buona parola, in una vera santità, molto più grande della visibile corruzione. Ma io temo che nelle vite di tutti, tranne pochi, la bilancia sia in debito: facciamo così poco bene in positivo, anche se in negativo evitiamo quello che è il male attivo. Dev’essere terribile essere un sacerdote!... [20]

La sessualità, il rapporto uomo-donna, manifestano che uno squilibrio si è prodotto nell’essere umano, dopo la sua creazione:

 
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