FRONTEGGIARE LA CRISI
- ARRIVATA L’ORA DI CURVARSI SULLE FAMIGLIE -
GIANFRANCO MARCELLI
- L’
'emergenza famiglia' è oggi in Italia, a un mese esatto dall’inizio di un autunno flagellato dalla crisi finanziaria internazionale, una drammatica quanto cupa realtà. Sottostimarla o, peggio ancora, provare a ignorarla non è più possibile. Chi lo facesse si assumerebbe una grave responsabilità davanti al futuro del nostro Paese. E chi volesse ancora prendere tempo, prima di passare a un’incisiva azione di contrasto, lo esporrebbe a rischi non meno pesanti di avvitamento.
Il grado di sofferenza sociale dei nuclei con figli e con soggetti deboli sta toccando ormai livelli intollerabili. A certificarlo sono fonti insospettabili di 'familismo' cattolico piagnone, come la Confindustria, il Fondo monetario internazionale, l’Ocse, diverse società demoscopiche indipendenti. Tre giorni fa un sondaggio Ipr-Il Sole 24 Ore dava per certo che due italiani su tre (ma nel centrosud parecchi di più) saranno costretti a tagliare le spese. L’altro ieri l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico segnalava un drastico allargamento della forbice nazionale tra ricchi e poveri. Mentre il governatore della Banca d’Italia metteva in guardia contro la penalizzazione che la contrazione del credito può causare anche alle famiglie. A fronte di queste e molte altre denunce non si può più rinviare un serio piano di contenimento dei disagi a tempi migliori.
La gente della strada da molte settimane segue con preoccupazione e sconcerto le vicende della cosiddetta 'finanza tossica', le sue conseguenze sui mercati borsistici, le ricadute mondiali sui colossi del credito, costretti talvolta a chiudere o a buttarsi nelle braccia soccorrevoli degli Stati. Prende atto delle soluzioni messe a punto con tempestività dalle autorità monetarie nazionali e sovranazionali e comprende bene o male che era giusto intervenire.
Il cittadino medio percepisce allo stesso modo che, per i prossimi mesi, i governi sono preoccupati delle ripercussioni che lo tsunami innescato dai mutui 'subprime' infliggerà all’economia 'reale', quella fatta di imprese e servizi produttivi di reddito e di occupazione. Constata che, per tamponare nuovi crolli, ci si accinge a studiare contromisure, sotto forma di stimoli diretti o indiretti, come le ben note rottamazioni, che incentivano i consumatori a rinnovare autovetture o elettrodomestici e in tal modo alimentano il fatturato di industria e commercio.
Quello che l’italiano comune, i padri e le madri di famiglia alle prese con la spesa al supermercato e i conti delle bollette da far quadrare, non vedono ancora, neppure all’orizzonte dell’anno nuovo che si avvicina, è una chiara volontà di aiutare anche loro, di sostenere il loro tenore di vita messo a dura prova dalla tenaglia dei prezzi in costante ascesa e dello stipendio che ristagna. E quando sentono dire che gli aiuti alle imprese avranno un benefico influsso anche sulle loro personali finanze, temono a buon diritto che questo avvenga troppo tardi. Per di più si domandano perché non si debba seguire la strada opposta: e cioè supportare, fiscalmente o per altra via, il loro tenore di vita, consentendo così di incrementare i consumi e quindi le entrate delle aziende.
Forse non è un caso che, in queste ultime ore, le voci più attente dello stesso mondo produttivo invitino a non mettere in concorrenza, o addirittura in contrapposizione fra loro, le famiglie e le imprese. I fatti però dicono che la prossima settimana il governo intende mettere attorno a un tavolo i rappresentanti delle industrie e delle banche, per studiare con loro nuovi rimedi del genere sopra descritto. I sindacati hanno chiesto subito di essere convocati e magari a quel tavolo si troverà posto anche per loro. Nulla si annuncia invece sul versante delle politiche familiari.
Ciclicamente si ribadisce l’intenzione di introdurre nel nostro sistema tributario il quoziente familiare, non appena i conti pubblici lo consentiranno (e chissà quando avverrà questo miracolo). Qualche giorno fa il capo dello Stato, ricevendo il Forum delle associazioni di ispirazione cattolica, raccomandava di non fare della famiglia un «terreno di scontro» fra maggioranza e opposizione. Francamente non vorremmo che la disputa venisse evitata solo perché continuerà a mancare il motivo del contendere.. |