"Se negate anche a un sol uomo il diritto di entrare nella vostra vita, non otterrete il dono dell'unicità degli altri"
(Leo Buscaglia)
Ci rendiamo conto che quando "tagliamo fuori" qualcuno dalla nostra vita, diminuiamo anche noi? Eppure noi ci "difendiamo" sempre. Queste barriere difensive non ci permettono di instaurare un rapporto profondamente umano.
Se ci disarmiamo diventiamo autentici, ci fidiamo dell'altro fino a porgerci trasparenti, senza paura, diventiamo un po’ come "bambini". Certamente siamo anche più vulnerabili, ma vivi e veri.
Allora ci apriamo alla novità della nostra vita, vediamo la "novità" che è negli altri, sradichiamo in noi i pre-concetti, i pre-giudizi, per ritrovare in noi l'unità, l'armonia primaria.
Questo "abbandonarsi con fiducia", questo "svuotarci", è anche umiltà e fiducia negli altri fino in fondo, comunione con le persone e con il tutto.
"In India, quando si incontra qualcuno e ci si accomiata da lui e si dice "NANASTE", significa: Io onoro in te il luogo dove risiede l'intero universo; se tu sei, in quel luogo in te e io sono in quel luogo in me, siamo una cosa sola".
(L.Buscaglia, da "VIVERE, AMARE, CAPIRSI", ed. Mondadori)
Se vogliamo tentare di amare veramente, oltre che essere sempre più "trasparenti", "senza maschere", occorre:
imparare a perdonare
imparare a perdonarci
abituarsi al perdono
Voler bene, cioè, nonostante l'offesa, voler bene a chi ci offende, a chi ci fa del male, perché sappiamo che anche noi abbiamo bisogno a nostra volta del perdono degli altri.
«Per poter accettare il comportamento degli altri, bisogna quindi guardare ben da vicino il proprio. Se non si riesce a perdonare a se stessi, non si può perdonare agli altri. Se non si riesce a perdonare agli altri, di solito, è perché non si è esteso il perdono a se stessi.
Liberarsi dal risentimento libera il corpo dalla tensione, dà la sensazione concreta di aver fatto una conquista...
L'energia del cuore, bloccata prima dal mantenere in vita il risentimento, si libererà e prenderà strade costruttive. Non saremo più uomini "contro" ma uomini "per"».
(da "Guida al training motivazionale")
"La maturità a livello del cuore c'è quando si è capaci di amare il proprio nemico ed essere un uomo e una donna di pace, diventare cioè un essere che perdona e perciò che toglie la colpevolezza dalle spalle delle persone. La colpevolezza è ciò che pesa sulla mia umanità e impedisce la creatività, la speranza."
(J.Vanier, da "LA FERITA NEL CUORE DELL'UOMO", ed. EMP)
Proposte per la riflessione:
1. Provo ad elencare le persone verso cui provo del risentimento...
2. Provo ad elencare i miei "aculei" (=le mie difese)
3. Il 2° punto, secondo me, è collegato col 1°? In che modo?
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M. |