Creato da: 1carinodolce il 08/06/2008
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Post n°117 pubblicato il 04 Ottobre 2008 da 1carinodolce

 
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citazioni_bellisssss
citazioni_bellisssss il 24/10/08 alle 01:24 via WEB
FRONTEGGIARE LA CRISI - ARRIVATA L’ORA DI CURVARSI SULLE FAMIGLIE - GIANFRANCO MARCELLI - L’ 'emergenza famiglia' è oggi in Italia, a un mese esatto dall’inizio di un autunno fla­gellato dalla crisi finanziaria internazionale, una drammatica quanto cupa realtà. Sottostimarla o, peggio ancora, provare a ignorarla non è più pos­sibile. Chi lo facesse si assumerebbe una grave re­sponsabilità davanti al futuro del nostro Paese. E chi volesse ancora prendere tempo, prima di passare a un’incisiva azione di contrasto, lo e­sporrebbe a rischi non meno pesanti di avvita­mento. Il grado di sofferenza sociale dei nuclei con figli e con soggetti deboli sta toccando ormai livelli in­tollerabili. A certificarlo sono fonti insospettabi­li di 'familismo' cattolico piagnone, come la Con­findustria, il Fondo monetario internazionale, l’Ocse, diverse società demoscopiche indipen­denti. Tre giorni fa un sondaggio Ipr-Il Sole 24 O­re dava per certo che due italiani su tre (ma nel centrosud parecchi di più) saranno costretti a ta­gliare le spese. L’altro ieri l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico segnala­va un drastico allargamento della forbice nazio­nale tra ricchi e poveri. Mentre il governatore del­la Banca d’Italia metteva in guardia contro la pe­nalizzazione che la contrazione del credito può causare anche alle famiglie. A fronte di queste e molte altre denunce non si può più rinviare un serio piano di conteni­mento dei disagi a tempi migliori. La gente della strada da molte settimane segue con preoccupazione e scon­certo le vicende della co­siddetta 'finanza tossica', le sue conseguenze sui mercati borsistici, le rica­dute mondiali sui colossi del credito, costretti tal­volta a chiudere o a but­tarsi nelle braccia soccor­revoli degli Stati. Prende atto delle soluzioni messe a punto con tempestività dalle autorità moneta­rie nazionali e sovranazionali e comprende be­ne o male che era giusto intervenire. Il cittadino medio percepisce allo stesso modo che, per i prossimi mesi, i governi sono preoc­cupati delle ripercussioni che lo tsunami inne­scato dai mutui 'subprime' infliggerà all’econo­mia 'reale', quella fatta di imprese e servizi pro­duttivi di reddito e di occupazione. Constata che, per tamponare nuovi crolli, ci si accinge a studiare contromisure, sotto forma di stimoli diretti o in­diretti, come le ben note rottamazioni, che in­centivano i consumatori a rinnovare autovettu­re o elettrodomestici e in tal modo alimentano il fatturato di industria e commercio. Quello che l’italiano comune, i padri e le madri di famiglia alle prese con la spesa al supermer­cato e i conti delle bollette da far quadrare, non vedono ancora, neppure all’orizzonte dell’anno nuovo che si avvicina, è una chiara volontà di aiutare anche loro, di sostenere il loro tenore di vita messo a dura prova dalla tenaglia dei prez­zi in costante ascesa e dello stipendio che rista­gna. E quando sentono dire che gli aiuti alle im­prese avranno un benefico influsso anche sulle loro personali finanze, temono a buon diritto che questo avvenga troppo tardi. Per di più si domandano perché non si debba seguire la stra­da opposta: e cioè supportare, fiscalmente o per altra via, il loro tenore di vita, consentendo così di incrementare i consumi e quindi le entrate delle aziende. Forse non è un caso che, in queste ultime ore, le voci più attente dello stesso mondo produttivo invitino a non mettere in concorrenza, o addi­rittura in contrapposizione fra loro, le famiglie e le imprese. I fatti però dicono che la prossima settimana il governo intende mettere attorno a un tavolo i rappresentanti delle industrie e del­le banche, per studiare con loro nuovi rimedi del genere sopra descritto. I sindacati hanno chiesto subito di essere convocati e magari a quel tavolo si troverà posto anche per loro. Nul­la si annuncia invece sul versante delle politiche familiari. Ciclicamente si ribadisce l’intenzione di intro­durre nel nostro sistema tributario il quoziente familiare, non appena i conti pubblici lo con­sentiranno (e chissà quando avverrà questo mi­racolo). Qualche giorno fa il capo dello Stato, ri­cevendo il Forum delle associazioni di ispirazio­ne cattolica, raccomandava di non fare della fa­miglia un «terreno di scontro» fra maggioranza e opposizione. Francamente non vorremmo che la disputa venisse evitata solo perché continuerà a mancare il motivo del contendere..
 
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