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'SOCRATICAMSN....'PREFERISCO SCRIVERE COMMENTI E POST NEL/NEI BLOG , ... ''SOCRATICAMENTE'' , DIALOGANDO, ... -------------> SU MSN . AMO MOLTO, NON SOLO DIALOGARE, MA SCRIVERE, PREPARARE PEZZI, ARTICOLI, BRANI, SCRITTI, PENSIERI, OPINIONI, CONFRONTI, COMMENTI, SPUNTI, SANE ''PROVOCAZIONI'', ECC., ECC.........
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Post n°444 pubblicato il 12 Luglio 2009 da 1carinodolce
Post n°443 pubblicato il 09 Luglio 2009 da 1carinodolce
Post n°442 pubblicato il 03 Luglio 2009 da 1carinodolce
Post n°441 pubblicato il 29 Giugno 2009 da LucyTermoli.TN
Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio, queste non sono che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione)...
Post n°440 pubblicato il 29 Giugno 2009 da LucyTermoli.TN
La teologia cristiana e la dottrina del peccato originale negli scritti tolkieniani incontriamo più volte una lettura cristiana della presenza del male nel mondo e della forza di Cristo che gli si oppone. Talvolta, con il suo humour inglese, scherza sulla fede e sulla bontà di Cristo: Quindi concluse che l’unico critico letterario è Cristo, il quale ammira più di ogni altro uomo al mondo i doni che Lui stesso ha dispensato. Quindi “riconosciamoci in Cristo”. Dio ti conservi. [19] Più spesso evidenzia la serietà del problema del male e del peccato. Pure, senza mai dimenticare l’opera instancabile di Dio e del bene: Una conoscenza anche superficiale della storia deprime una persona dandole la sensazione dell’eterna quantità dell’iniquità umana: vecchia, vecchia, squallida, infinita immutabile incurabile corruzione. Tutte le città, tutti i paesi, tutte le abitazioni degli uomini – fogne! E allo stesso tempo uno sa che c’è sempre un po’ di bene: sempre più nascosto, sempre meno chiaramente discernibile, che raramente esce allo scoperto, si fa visibile, si trasforma in una buona parola, in una vera santità, molto più grande della visibile corruzione. Ma io temo che nelle vite di tutti, tranne pochi, la bilancia sia in debito: facciamo così poco bene in positivo, anche se in negativo evitiamo quello che è il male attivo. Dev’essere terribile essere un sacerdote!... [20] La sessualità, il rapporto uomo-donna, manifestano che uno squilibrio si è prodotto nell’essere umano, dopo la sua creazione:
Post n°438 pubblicato il 18 Giugno 2009 da 1carinodolce
Fisicamente (+ che) discreto.... Caratterialmente un mix tra
[(ma solo per la musica e l'attitude,
Post n°437 pubblicato il 18 Giugno 2009 da 1carinodolce
CARATTERIALMENTE UN MIX di (tra) .la Dolcezza in persona e (ma solo per la musica e l'attitude, il temperamento,appunto, non per il contenuto ideologico assolutam.. disprezzabile, negativo..!)) "REIGN IN BLOOD" , v
Post n°436 pubblicato il 02 Giugno 2009 da 1carinodolce
COSA TI PIACE (TANTISSIMO) ? COSA TI PIACE TANTISSIMO FARE ? COSA TI PIACE/PIACEREBBE (SAPER) FARE?
MA... LA DOMANDA + GIUSTA è :
IN COSA SEI BRAVISSIMO/A ??
Post n°435 pubblicato il 30 Maggio 2009 da Antologia2
Arrivato sugli schermi con un rumoroso corollario di polemiche, il film tratto dal romanzo di Dan Brown L’intera vicenda, costruita come una lunga e a tratti noiosa caccia al tesoro, si sviluppa sull’arco di poche ore durante le quali personaggi dallo scarsissimo spessore (per i quali lo spettatore, dunque, finisce per provare scarsa preoccupazione) sono sballottati tra cupi complotti che affonderebbero le radici fin nei primi anni di vita della Chiesa (identificata univocamente come luogo di corruzione, violenza e ottusità) e che nel presente sono portati avanti da demoniaci rappresentati dell’Opus Dei, il cui nome viene ripetuto con un’insistenza talmente inutile da suggerire che gli autori della versione cinematografica provino un gusto particolare nell’infamare la Prelatura a mezzo grande schermo. Questo Silas che prima uccide a sangue freddo e poi si fustiga è un ridicolo sadomasochista da manicomio che sembra riesumato dalle vignette massoniche e anticlericali di fine Ottocento. L’irresponsabilità e l’incoscienza con cui l’Opus Dei –istituzione riconosciuta dalla Chiesa Cattolica, lodata e incoraggiata da tutti i Pontefici che l’hanno conosciuta, da Pio XII fino a Benedetto XVI, viene dipinta come se fosse una setta di fanatici assassini è assolutamente stupefacente e si inserisce in quella curiosa eccezione del mondo contemporaneo per cui bisogna essere sempre rispettosi con tutti, ma gli unici che possono essere diffamati impunemente, fino ai modi più assurdi, sono i cattolici. Sulla risibilità e l’infondatezza (storica, artistica e teologica) delle tesi presentate nel corso del film si sono spese molte parole (un’ampia rassegna dei principali articoli della stampa internazionale si può trovare sul sito www.opusdei.it , e una trattazione sistematica in inglese delle questioni sollevate dal romanzo su www.jesusdecoded.com , sito promosso dalla Conferenza Episcopale Americana), ma vale la pena forse sottolineare come l’esito ultimo del percorso proposto dalla pellicola -che fondamentalmente vuole negare la natura divina di Gesù e, attraverso una confusa valorizzazione della figura della Maddalena, infamare la Chiesa e la sua pretesa di essere vero luogo di incontro con Cristo anche oggi- sia quello di proporre come alternativa una fusione di divino e umano nell’uomo di stampo gnostico e neopagano che ben si inserisce nelle correnti new age oggi molto diffuse in una certa cultura americana. Correnti che trovano molto seguito non tanto tra la gente comune, ma proprio tra la gente del mondo dello spettacolo che ha contribuito a realizzare la pellicola e ha testardamente rifiutato qualunque tipo di dialogo con chi da questa pellicola non può non essere offeso. Ma chi si aspettava una pellicola di grande impatto capace di “convincere” anche gli spettatori più diffidenti, rimarrà deluso. Il film di Howard, solitamente un buon professionista specie se affiancato da uno sperimentato collaboratore come Akiva Goldsman (ai due si devono pellicole riuscite come A Beautiful Mind e Cinderella Man) è, invece, un’operazione commerciale in cui al grande spiegamento di risorse (anche per ingaggiare un attore come Tom Hanks che qui regala una prova ben poco carismatica) non corrisponde un’equivalente riuscita narrativa e visiva. Chi pensava che Goldsman e Howard rimanessero fedeli alla trama di Dan Brown solo per amor di soldi, ma rinunciassero, per rispetto alla sensibilità dei credenti, a una serie di affermazioni totalmente gratuite –che poco hanno a che fare con la trama del film, e quindi lo appesantiscono- rimarrà deluso. Pronunciate sullo schermo (e drammatizzate in modo molto goffo e irritante – vedi il dialogo tra Langdon, Sophie Neveu e il professor Teabing), le teorie di Dan Brown si dimostrano oltre che false anche di una pesantezza indigeribile e il gioco degli indovinelli artistici, delle filastrocche e degli anagrammi stanca come una Settimana Enigmistica di cui si debbano risolvere tutti i quiz in una volta sola. Lo scarso spessore dei personaggi, e l’ancor minore coinvolgimento su quanto loro accade, dà il colpo di grazia cosicché lo spettatore arriva alla soluzione finale ben poco disposto a dar credito alle conclusioni.
Resta il fatto che la pellicola, con la sua pretesa di autenticità e fondatezza storica, non è altro che l’amplificazione di una menzogna che, benché mal raccontata, rappresenta, come è stato ricordato in altre sedi, il modo in cui oggi di Gesù e della sua Chiesa viene fatto mercato.
Un’operazione irresponsabile e truffaldina che non può che suscitare la massima disapprovazione.
Post n°434 pubblicato il 09 Maggio 2009 da 1carinodolce
Gianfranco Ravasi311203 Post n°416 pubblicato il 12 Marzo 2009
ed è per questo che non abbiamo mai nascosto l'angolo di visuale ove siamo collocati, lasciando quasi sempre affiorare un rimando a quella Bibbia che è la nostra carta d'identità spirituale e culturale. Tuttavia riteniamo - sulla scia anche dell'impegno incessante per la pace e per il dialogo tra i popoli promosso da Giovanni Paolo II - di assegnare il primato a ciò che "cuce" insieme le civiltà, all'amore e alla comunione, per altro centrali nel messaggio evangelico. Il filo da usare è uno solo: «L'inizio dell'amore per il prossimo sta nell'imparare ad ascoltare le sue ragioni» (D. Bonhoeffer). Gianfranco Ravasi
Post n°433 pubblicato il 09 Maggio 2009 da citazioni_bellisssss
La modestia, che sembra rifiutare le lodi, in realtà desidera soltanto riceverne di più raffinate. Niente è più raro della vera bontà: quelli che credono di averla hanno in genere soltanto compiacenza o debolezza. A voler essere un grand'uomo bisogna profittare di tutta la propria fortuna.
Post n°432 pubblicato il 15 Aprile 2009 da 1carinodolce
Post n°431 pubblicato il 12 Aprile 2009 da LuciaSimLic
Post n°430 pubblicato il 04 Aprile 2009 da LICURSI.110
Tutti aspiriamo alla felicità. Tutte le nostre scelte, nella vita, hanno un solo obiettivo: la felicità. La vera questione è dunque di sapere se questa felicità è possibile e come. La nostra aspirazione più profonda non è quella di amare e di essere amati ? Le ferite d'amore non sono forse quelle che ci colpiscono più profondamente? Ma è anche nell'amore che possiamo trovare una felicità vera e durevole. E questa non si riduce semplicemente ad una soddisfazione personale, ma è innanzi tutto il dono libero di se stessi all'altro. Ciò non significa che il piacere, i beni materiali, la vita sociale non possano contribuire alla felicità; sono tutti elementi che qualificano realmente la nostra vita, ma in se stessi non sono capaci di riempirci. La nostra felicità e la nostra gioia stanno nel dono di noi stessi e nell'amore che riceviamo dall'altro. Una tale felicità, che è meravigliosa, rimane comunque fragile in quanto sottoposta ai nostri limiti umani: quante volte ci sorprendiamo a cercare il piacere personale, a voler possedere, dominare! E la nostra società consumistica tende ad aumentare in noi la fuga verso comportamenti individualisti. Una maldestra ricerca della felicità, che dà molto sovente origine a situazioni di conflitto con gli altri e a disillusioni, anche se non sempre osiamo ammetterlo... D'altra parte, anche in un amore autentico, si sente come un limite il fatto che la gioia dello stare insieme non è perfetta, che il nostro cuore aspira a qualcosa di ancora più grande. Si pensa che la vera felicità, la felicità eterna promessa da Dio, sia per un tempo successivo alla morte...
Post n°429 pubblicato il 03 Aprile 2009 da 1carinodolce
http://www.lastfm.it/listen/globaltags/Steelheart
(PURTROPPO C'è UN 5-10% DI PEZZI NON ALL'ALTEZZA, A CAUSA DI ALCUNE PERSONE...., PERò... IL RESTO è ECCEZIONALE !!!
CANZONI PIACEVOLISSIME, MELODICHE, PURTROPPO TUTTE STRANIERE, O QUASI, MOLTISSIMI PEZZI ''TOSTI'' , ANZI... FORSE... UN PO' TROPPO ''TOSTI'' *__^
Post n°428 pubblicato il 25 Marzo 2009 da 1carinodolce
Post n°427 pubblicato il 25 Marzo 2009 da citazioni_bellisssss
Sono quelle " per usare una locuzione popolare " del "bicchiere mezzo pieno", capaci di stimolare sempre il fremito della speranza e dell'incoraggiamento. Ma tutti abbiamo talora incrociato persone pronte a spingere in basso chi è già in difficoltà, forse anche con una sottile punta di sadismo. Lo scrittore inglese George Bernard Shaw, in una battuta della sua opera teatrale Candida (1895), coglie l'aspetto satanico di questo comportamento, sottolineandone la carica eversiva. Si punta, infatti, a minare la fiducia in se stessi che ciascuno di noi possiede e che ci permette di entrare nel mondo, di incontrarci con gli altri, di esprimere idee e offrire un contributo allo sviluppo della società. Sono tanti i modi coi quali è possibile incrinare questa sicurezza. C'è l'altezzosità del sapere di un maestro che umilia il discepolo; c'è la pesantezza della critica da parte di un collega; c'è l'incomprensione di un genitore o la superficialità di un amico o l'offesa di un avversario. Certo, c'è una fiducia in se stessi che è mera superbia, ostinazione o pervicacia. Ma per ognuno di noi è necessario avere una sicurezza interiore, il coraggio di accettarci e di impegnarci, nella consapevolezza che tutti hanno un dono da offrire agli altri, hanno un posto da occupare nella società, hanno un pur piccolo segno da lasciare nella storia dell'umanità. Gianfranco Ravasi
Post n°426 pubblicato il 24 Marzo 2009 da 1carinodolce
Forse dovremmo ricordare più spesso le parole di Giacomo: «Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male» ( Gc 4,2-3). Abbiamo dimenticato che se avessimo fede quanto un granellino di senapa potremmo dire a un monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, ma se non facciamo nulla per moltiplicare i nostri pani e nostri pesci in modo da distribuirli alla folla affamata, probabilmente non abbiamo fede, perché chi dice di amare Dio che non vede e non ama il fratello che ha accanto è mentitore.
Post n°425 pubblicato il 24 Marzo 2009 da 1carinodolce
la disoccupazione in vertiginoso aumento sta mettendo in ginocchio sempre più famiglie e sempre più gente chiede lavoro, ma il lavoro non c’è, chiede pane, ma il pane non arriva. È Dio che non ci ascolta più o siamo noi che nelle contraddizioni di una vita convulsa, nella fatica del giorno, abbiamo dimenticato come si prega? Forse anche noi dovremmo chiedere, come gli apostoli: «Signore, insegnaci a pregare» ( Lc 11,1). Forse abbiamo dimenticato cosa rispose il Maestro: «Quando pregate non sprecate parole, ma dite Padre nostro». Probabilmente noi diciamo «Padre mio» e chiediamo per noi quello che viene negato ad altri, preghiamo per la nostra sicurezza economica anche se questa va a discapito di altri, chiediamo di salvare i nostri figli da un futuro incerto, ma rimaniamo indifferenti se a Sud del mondo i bambini muoiono di fame. CONTINUA .......
Post n°424 pubblicato il 24 Marzo 2009 da 1carinodolce
Il rischio degli inascoltati
«Pregate incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche» ( Ef 6,18). Eterno dialogo tra terra e cielo, la preghiera da sempre svela il bisogno dell’uomo di rivolgersi a Dio, di lodarlo quando tutto va per il verso giusto, ma soprattutto di chiedere soccorso nel momento del bisogno: «Vieni presto, Signore, in mio aiuto» ( Sal 70), implora il salmista. Perfino Gesù, pur sapendo che avrebbe avuto ogni potere sul cielo e sulla terra, spesso si ritirava solo a pregare e nel momento dell’angoscia ha avuto l’umiltà d’implorare Dio: «Padre, allontana da me questo calice». Più volte il Maestro ha insegnato ai discepoli a pregare: «Quando pregate non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe…, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto» ( Mt 6,5.6). Gesù conosceva bene il cuore dell’uomo e ben sapeva che ogni volta che c’è crisi di fede la preghiera si svuota del suo afflato interiore e le preghiere subentrano alla preghiera. Quasi a nascondere la confusione sia pure innocente tra superstizione e fede, la preghiera diviene culto, rito, tradizione, come se bastasse recitare un’orazione per assicurarsi la protezione divina. Eppure, pregare per chiedere è lecito, anzi, chi non ha l’umiltà di chiedere tradisce un atteggiamento di autosufficienza e, chiuso nella sfera della razionalità, imbrigliato nelle leggi della natura, dimentica che nulla è impossibile a Dio.
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