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Un blog creato da GiuseppeLivioL2 il 31/08/2014

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Post n°13 pubblicato il 29 Gennaio 2015 da GiuseppeLivioL2

 



   
che vuol dire esattamente che Gesù è il salvatore, UNICO ! , dell'uomo e del mondo ?
che vuol dire che Gesù salva l'uomo?
che vuol dire, per l'uomo, essere salvato?
e salvato da cosa?
perchè l'uomo deve essere salvato?
e perchè ha bisogno di Gesù?
non può salvarsi da solo, senza Dio, senza Gesù?
   
come Gesù salva l'uomo?  ovviamente solo se l'uomo accetta di essere salvato da Gesù

   
perchè il cristiano, il vero cristiano, è una persona gioiosa, lieta, felice, serena, in pace, tranquilla, piena di gioia di vivere, di voglia di vivere, di entusiasmo, di amore vero per la vita, per il Creatore, Dio, per sè stesso, per tutte le altre persone, per il mondo, per tutto il creato e per tutte le creature di Dio?
   

perchè è impossibile per l'uomo fare a meno di Gesù e della Chiesa ?

 

 
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Lucy il 08/03/15 alle 01:52 via WEB
Nel mondo islamico attuale «ognuno pensa di essere il vero musulmano e che tutti gli altri siano fuori dalla comunità». Questa in sintesi la diagnosi che lo shaykh di al Azhar, Ahmad al-Tayyeb, ha ribadito alla conferenza islamica sulla lotta al terrorismo tenutasi alla Mecca dal 22 al 24 febbraio. È tecnicamente il problema del takfîr, cioè della «dichiarazione di miscredenza» con cui i gruppi terroristici giustificano i loro crimini; un termine che rimanda al dibattito teologico, antico quanto l’islam, sullo statuto del 'grande peccatore': rimane credente oppure è escluso dalla comunità musulmana alla stregua di un pagano? Per i moderni jihadisti, emuli in questo dell’antica setta dei kharijiti, la risposta è la seconda: chiunque non si unisca alla loro causa è musulmano solo di nome e dunque può essere lecitamente ucciso. La diagnosi è accompagnata, nel discorso di al-Tayyeb, da un moto di disgusto e da un’accusa: il disgusto per i jihadisti che hanno «cuori più duri della pietra», l’accusa invece per le «forze neocolonialiste alleate al sionismo mondiale» che avrebbero teso ai musulmani la trappola del takfîr, in applicazione del principio del divide et impera. I musulmani dal canto loro vi sarebbero caduti in massa con il risultato che «l’Iraq è perduto, la Siria in fiamme, lo Yemen lacerato, la Libia distrutta». Fotografia sintetica ma accurata del disastro che «ha offuscato l’autentica immagine dell’islam in Oriente e in Occidente, ma quasi direi agli occhi stessi della nuova generazione musulmana». Anche se queste riflessioni possono suonare inedite al pubblico occidentale, si tratta in realtà di considerazioni che al-Tayyeb ripropone da mesi nelle sue uscite pubbliche. La novità sta piuttosto nel tentativo di individuare le cause del jihadismo: non bastano a suo avviso a spiegarlo la povertà o gli abusi nelle carceri. Il vero problema è l’educazione. Non vi sarà soluzione «finché non controlleremo l’istruzione e l’educazione, nelle nostre scuole e università». Difficile non convenire con questa affermazione di principio.
 
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