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Post N° 222

Post n°222 pubblicato il 04 Giugno 2007 da globogol

SPEZIA SULL’ORLO DELLA C1 di Ilaria Gallione

La matematica ancora non lo condanna, ma le speranze dello Spezia di rimanere in serie B si sono ormai ridotte ad un lumicino. Quella con il Treviso doveva essere la partita della vita e invece si è rivelata quella della delusione. Comprensibile la protesta di un nutrito gruppo di tifosi e l’amarezza e la rabbia (sana, per fortuna) di una città intera che ci ha sempre creduto e che ha sempre dimostrato un enorme attaccamento alla maglia.

 Sugli spalti del “Picco”, il pubblico delle grandi occasioni si aspettava una gara diversa e la meritava. L’obbligo era quello di vincere perché in quel caso gli aquilotti si sarebbero proiettati verso la salvezza e invece…sono probabilmente destinati a fare compagnia al Pescara e al Crotone.

 Lo Spezia, sconfitto da un Treviso più lucido e più fresco atleticamente, si trova sull’orlo del baratro. Basta una piccola spinta per cadere. Il tonfo si potrebbe già avvertire giovedì, quando il Tar deciderà se ridurre o meno la penalizzazione all’Arezzo. In caso negativo allo Spezia servirebbe comunque un miracolo. Per avere la sicurezza di disputare i play-out dovrebbe battere la Juventus al “Comunale”. Con il Bari la Vecchia Signora ha dimostrato di essere già appagata dall’aver raggiunto la promozione, ma è difficile che resista alla tentazione di chiudere il campionato con un successo davanti al proprio pubblico. Se gli aquilotti dovessero perdere, potrebbero evitare la retrocessione diretta solo in caso di una non vittoria dell’Arezzo contro il Treviso. Allo Spezia non resta che augurarsi che gli uomini di Rossi, pur avendo già centrato l’obiettivo salvezza, diano vita ad un match vero.

Il mondo delle favole, si sa, non esiste più e allora è giusto attaccarsi a queste esili speranze? Il presidente Giuseppe Ruggieri è il primo a non crederci più. “Ho perso la fiducia in questa squadra. Non andrò neanche a Torino” ha dichiarato, per poi aggiungere: “preferirei non allungare l’agonia di due settimane con i play-out, tanto con certi giocatori che non hanno serietà professionale non si può andare avanti”. Parole dure contro tutti e soprattutto contro se stesso: “ Mi assumo tutte le responsabilità”. Difficile spiegare la quinta sconfitta casalinga su sei gare disputate. Tante potrebbero essere le motivazioni. Lo spogliatoio irrimediabilmente spezzato, alcuni giocatori mercenari, un mister esautorato da ogni potere, un presidente poco presente, una campagna acquisti sbagliata.

Il proprio campo, che nella prima parte del campionato sembrava dare forza e coraggio alla squadra, si è dimostrato essere il punto debole. Le importanti vittorie in esterna, Crotone, Pescara e soprattutto Lecce sono state messe in ombra da più consistenti sconfitte interne. Con il Treviso lo Spezia  si giocava veramente tutto, onore compreso. In ballo c’era un’intera stagione, che nell’ultimo mese è stata letteralmente buttata al vento.

Soda è costretto a rimaneggiare la formazione a causa delle assenze di Nicola, Gorzegno, Padoin e Frara alle quali si aggiunge all’ultimo quella di Scarlato. Addona viene schierato fuori ruolo come terzino sinistro, mentre Giovanni Rossi, rientrato dopo un lungo stop, che ricoprirebbe per caratteristiche quella posizione è sistemato a centrocampo. Questo genera una mancanza di equilibri, facilitando le incursioni avversarie. Il merito di Ezio Rossi è stato quello di aver letto in maniera ottimale la gara, chiedendo ai suoi ragazzi di insistere sulla fascia destra, la più debole. Lo Spezia ha sofferto la pressione avversaria e ha dimostrato una grande prevedibilità nel gioco. I lanci lunghi della difesa a cercare la testa di Colombo hanno rappresentato l’unico schema d’attacco e hanno evidenziato lo strapotere avversario a centrocampo.

Le reti vengono tutte siglate nella ripresa. La prima marcatura porta la firma di Russotto, entrato al posto di Acquafresca. Al 22’ il giovane attaccante, dopo una mancata deviazione di Fava, trafigge di destro Santoni. Due minuti dopo Colombo ristabilisce la parità. Su assist di Guzman di testa sigla il suo ottavo centro stagionale. Al 33’ il Treviso raddoppia. Sugli sviluppi di un corner, battuto da un infaticabile Guigou, Fava, lasciato colpevolmente libero, di destro mette fuori causa Santoni. Lo Spezia prova a reagire, ma mancano le idee. Do Prado, entrato al posto dell’infortunato Rossi, prova a inventare qualcosa, ma la difesa trevigiana non commette alcuna sbavatura. Il cambio Alessi-Guzman non sortisce alcun effetto e l’ingresso in campo di Varricchio al 37’ è troppo tardivo. Con il triplice fischio del direttore di gara, il sig. Saccani di Mantova, non impeccabile nelle decisioni, probabilmente finisce l’avventura dello Spezia in serie B. Una storia breve, ma intensa. Una serie cadetta conquistata la scorsa stagione con le unghie e con i denti, ma non altrettanto difesa questo anno. I bianconeri nel corso del campionato hanno subito una metamorfosi. Che fine ha fatto la squadra che ha battuto il Genoa, il Bologna, che ha pareggiato con Piacenza, Mantova e Juventus, che faceva soffrire, ma regalava anche tante soddisfazioni? E’ bello ricordarlo con quella grinta e quel grande carattere, perchè la città intera e soprattutto la Curva Ferrovia non meritano davvero lo Spezia di adesso.

ILARIA GALLIONE (ilaria.gallione@libero.it )

 

 
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