Un gruppo di profughi pachistani, ospiti di una cittadina in provincia di Lucca, ha incrociato le braccia in segno di protesta contro i troppi simboli religiosi presenti al camposanto in cui sono impiegati. Non vorrei fare del populismo a buon mercato ma questa reazione suscita in me qualche perplessità. Ma se un profugo (o aspirante tale) considera il suo stato come un trampolino per pretendere diritti, non ci sto. Mi ricorda troppo la protesta de altri migranti che lamentavano nel loro vitto un riso troppo annacquato. I profughi devono essere tutelati nelle esigenze di base come sicurezza, salute, vitto e alloggio ma questo non vuol dire un hotel a 5 stelle o un pranzo da Gambero Rosso o guida Michelin. E soprattutto non si devono invertire i ruoli: voi siete i profughi, noi siamo quelli che vi accogliamo. Il trattamento che ricevete è un diritto sancito dalle nostre leggi ma sappiate che questo diritto ha un costo e che questo costo ce lo accolliamo noi italiani. Nonostante la crisi. Per cui un minimo di comprensione per gli eventuali disservizi... Perché anche nella tragedia ci vuole contegno ma soprattutto molto buon senso.
Inviato da: LitoLoko
il 07/12/2021 alle 09:00
Inviato da: LitoLoko
il 07/12/2021 alle 08:58
Inviato da: minarossi82
il 11/11/2016 alle 19:55
Inviato da: enjoy70dgl
il 09/11/2016 alle 12:02
Inviato da: vitofaraone
il 09/11/2016 alle 11:08