La tribù delle rocce

Post N° 114


Così cambiano flora e fauna. Spostamenti naturali o attraverso le incrostazioni delle carene delle navi Squali, alghe velenose, pesci palla Alieni (per il caldo) nei mari d'Italia Le ultime invasioni da Tropici e Pacifico favorite da temperature fino a 30 gradiAlghe assassine, meduse urticanti, specie aliene... Cosa sta succedendo nei nostri frequentatissimi mari? Il fatto è che con l'aumento della temperatura globale i millenari equilibri della flora e della fauna marina stanno trasformandosi con riflessi non sempre controllabili sulla biodiversità. Basti pensare alla tropicale alga Caulerpa taxifolia dalle foglie velenose e perciò poco appetite dai pesci erbivori: sfuggita nel 1984 dagli acquari del Museo oceanografico di Monaco, ha già ricoperto 10.000 ettari dei nostri fondali creando problemi alla Posidonia e alle alghe indigene.Non è un caso che trasmigrazioni di pesci tropicali avvengano proprio nel mare Mediterraneo dove, qualche giorno fa, il termometro segnava 30 gradi. Il fenomeno più vistoso è quello, da tempo segnalato, dell'ingresso di animali, soprattutto attraverso il Canale di Suez.Sia con una diffusione naturale sia attraverso le incrostazioni delle carene (fouling) e le acque di zavorra delle petroliere, specie dell'Indopacifico (ma anche dei Caraibi) si stanno diffondendo a un ritmo impensabile.Gia pochi decenni fa, la comparsa di un grande granchio tropicale dalle zampe azzurre nella baia di Augusta in Sicilia, arrivato allo stato di larva sulle chiglie delle petroliere che lì attraccavano, fu una sorpresa per i pescatori locali che iniziarono a farne commercio. Altro «immigrato», questa volta non involontario, è la vongola filippina che, diffusasi dagli allevamenti nell'Alto Adriatico, sta soppiantando, grazie alla sua maggiore adattabilità a condizioni di inquinamento, la vongola verace nostrana. È facilmente riconoscibile, nel piatto degli spaghetti, per avere i sifoni (i due tubicini che fuoriescono dal guscio) uniti invece che divaricati.Ma non solo molluschi e crostacei si possono considerare nuove accessioni alla nostra fauna marina. Come si legge nel recente volume edito dal ministero dell'Ambiente e intitolato «Stato della biodiversità in Italia», anche altre specie stanno a poco a poco popolando i nostri mari. Un pesciolino che chiunque abbia frequentato le barriere coralline dal Mar Rosso alla Polinesia avrà osservato nuotare a sciami attorno alle madrepore, il pesce sergente dell'Indopacifico, ha fatto la sua recente comparsa prima nel Golfo di Napoli e poi nel Mar Ligure.Dall'Alto Adriatico giungono segnalazioni di nuove incredibili specie come il pesce palla, peraltro già pescato, perfettamente vivo, nel 1963 nel Golfo di Taranto. Quale sia stato il mezzo di trasporto utilizzato dalla giovane cernia a macchie arancione proveniente dal Golfo Persico per arrivare nel Golfo di Trieste, dove è stata pescata nel 1998, non è noto, anche se il traffico di petroliere che attraccano a quel terminale fa pensare a un viaggio da clandestina tra le incrostazioni di alghe, denti di cane e altri organismi sulle lamiere di una nave cisterna.Dal 1985 le reti a strascico in azione nel Canale di Sicilia catturano esemplari del tropicale pesce cofano mentre il pesce balestra, tipico dei Caraibi, è ormai di casa nei nostri mari. Nel Mar Ligure è stato da poco pescato un esemplare del marlin nero, il magnifico pescespada protagonista del romanzo «Il vecchio e il mare» di Hemingway.Immigrati meno simpatici possono considerarsi invece lo squalo martello, catturato nel Golfo di Genova, e lo squalo tigre segnalato nello Stretto di Messina, animali pericolosi che vanno ad aggiungersi ad altri pescecani, come il grande squalo bianco, che da sempre vive e si riproduce nel Mediterraneo. Fulco Pratesi03 agosto 2006 (Corriere della sera)