La tribù delle rocce

Post N° 171


Corso Trimix Light - Kostrena 21-23.07.2007Sabato 21 Luglio ore. 05.45 suona la sveglia, a casa abbiamo preparato già tutto ma dobbiamo sistemare e vestire il mio squaletto, cosa che ci porta via un bel po’ di tempo. Alla fine riusciamo a partire in orario, telefono a Marco che è partito da Carole, l’appuntamento è alle 7.45 all’uscita Trieste-Lisert per poi andare da Lorenzo a caricare ancora un po’ di attrezzatura. Stiamo partendo per un week-end lungo in Croazia per fare un corso Trimix Light TSA. In autostrada ci segnalano 6 km di coda e quindi usciamo a Monfalcone e percorriamo la statale. Arriviamo a Trieste un po’ in ritardo sulla tabella di marcia ma riusciamo a caricare le bombole e bomboloni in tempo utile e partiamo in direzione Basovizza dove varcheremo il confine Italo-Sloveno. Non c’è molto traffico e dopo un breve sosta prima del confine Croato per rifornimento e cambio “acqua”, gustandoci le meravigliose albicocche di Marco, arriviamo vicino a Fiume dove per un restringimento di corsia ci incolonniamo, Marco ha una brillante idea e riusciamo, infilandoci in un area di servizio, a bypassare un bel po’ di colonna. Arriviamo a Kostrena (località scelta all’ultimo minuto perché a S.Marina non avevano posto) poco prima dell’ora di pranzo. L’arrivo non è dei migliori poiché il titolare del Diving aveva capito 2 camere triple anziché tre camere doppie e quindi una delle tre copie sarà costretta ad alloggiare in un altro albergo li vicino. Dopo una travagliata decisione all’altro albergo ci andrà Lorenzo ed Elena. Io, mia moglie e mio figlio nella tripla e Marco ed Ale in una striminzita doppia (chissà come mai da due triple sono diventate una tripla ed una doppia???). Pranziamo e per fortuna il cibo è ottimo nel ristorante dell’albergo.
Nel tardo pomeriggio, dopo aver sistemato tutto, e dopo un po’ di teoria, scendiamo in acqua. Questa sarà una immersione di prova per effettuare le tappe di decompressione in modo corretto. Scenderemo ad aria sul fondo della parete (36 mt. C.a.) e simuleremo un’immersione a 50 mt con trimix normossico seguendo le tabelle create per la TSA
dal prof. Longobardi. Sul fondo un gronco morto di vecchiaia giacie a pancia all’aria ed il suo pallido candore lo fa sembrare una specie di zanna d’elefante dall’alto. Macabramente ci gioco un po’ e questo mi costerà tre giorni (nonostante ripetuti lavaggi con sapone) di fetido odore di pesce morto sui guanti!!! Faremo la prima tappa a 30 mt e poi ogni 5. Al fianco abbiamo un bombolino di EANx 40%. Arrivati all’ultima tappa dove staremo per 15 min.
facciamo il lancio del pedagno (un lancio da manuale!). Per Marco è stata la 250esima immersione e quindi facciamo le foto di rito!!! Usciamo stanchi ed affamati. Siccome la mia muta stagna è larga (infatti sono riuscito a venderla al titolare del diving) scendo con una muta umida da 7 millimetri ma siccome è ferma da almeno 7 anni è molto dura e mi sento tutto indolenzito dalla sua compressione.Affamati ci facciamo una lauta cena e poi ancora un po’ di teoria e poi tutti a nanna. La sveglia, l'indomani, per me, è alle 7 grazie al mio squaletto che appena vede un po’ di luce comincia a dire “mare,mare”. Attendo la comitiva al bar dove facciamo una abbondante colazione, facciamo lezione e poi alle 11.30 c.a., dopo aver preparato l’attrezzatura, analizzato le miscele, calcolato i consumi, e atteso l’assemblaggio del rebreather di Lorenzo,
scendiamo finalmente in acqua. Cercheremo un po’ di profondità andando nel sabbione di fronte alla parete arrivando a c.a. 42 metri dove staremo per 11 minuti simulando un’immersione a -50. arrivati a -10 ho problemi a compensare l’orecchio sinistro e perdo un po’ di tempo.
All’11 minuto risaliamo verso i 30 dove faremo il cambio miscela (dal trimix 20/35 passeremo al Nitrox 40 o EANx 40%) e risaliremo a 10 metri al minuto effettuando deco stop ogni 5 metri secondo le tabelle TSA per un totale di 25 minuti d’immersione. Ale ci ha seguito per tutta l’immersione al fianco del nostro “MAESTRO” Lorenzo. Bravissima. Ai 5 merti solito lancio di pedagno e facciamo ancora un po’ di foto.
Sulla parete diverse galatee e sul pianoro un paio di grosse Orate ci fanno compagnia insieme alle solite donzelle nell’ultima tappa deco. Sta volta esco per niente stanco ma con una fame lupa. Bella sensazione respirare elio, a 42 metri sembrava di essere a 15 tanto era leggero e non avvertivamo la pesantezza dell’azoto. Il pomeriggio do il cambio a mia moglie e giocherò con mio figlio, Lorenzo ed Elena, mentre lei scederà a farsi un’immersioncina con Marco e Ale. Mentre sono sui 7 metri al ritorno (dopo quasi un’oretta d’immersione) sopra le loro testoline passa un gommone carico di deficienti che oltrepassa le boe che delimitano l’area immersione facendo zig-zag. Non sono servite a nulla le mie urla ed insulti e nemmeno quelle di alcuni bagnanti e del responsabile del diving. A certa gente neanche con un colpo di fucile la fermi. Per fortuna erano abbastanza fondi e si sono solo accorti di avere un’imbarcazione sopra la testa ma sarebbe potuta accadere una disgrazia!!! Ancora un po’ di teoria e poi una bella grigliata di carne e di pesce. I tempi di attesa per il mangiare sono davvero lunghi!!!
Siamo arrivati all’ultimo giorno e liberiamo le camere. Alle 11 scendiamo per un’altra immersione di corso, sta volta  staremo un po’ meno sul fondo e sosteremo un po’ di più intorno ai 30 metri e simuleremo un salto tappa seguendo le tabelle TSA allungando i tempi di deco con l’EANx 40. ‘Sta volta faccio un po’ di confusione con il run-time e non capisco se sono io in rtardo alle tappe o Marco. Usciti dall’acqua Lorenzo mi spiegherà il mio errore. Nulla di grave perché sono rimasto più conservativo consumando un po’ più di miscela. Alla fine dell’ultima tappa ripasso al Trimix normossico per non esaurire tutta la miscela del bombolino lasciando 10 bar almeno dentro la bombola! ‘Sta volta niente foto perché ne io ne Marco ci siamo portati giù la nostra ormai inseparabile macchina!!! Dopo un po’ di discussioni con il proprietario dell’albergo. Partiamo un po’ amareggiati verso l’Italia. Quel che conta è che la compagnia era buona e nonostante le disavventure con gli indigeni, le giornate sono trascorse serene. Grazie a Lorenzo per gli insegnamenti che termineranno in un'altra location con le immersioni più fonde, grazie ad Elena per la pazienza, a Marco ed Ale per la loro simpatia, al mio squaletto per essere stato un angioletto, e a mia moglie per averlo accudito nel migliore dei modi mentre noi eravamo sotto invidiandoci un po’ e per avermi come sempre sopportato!LE FOTO QUI